Strage
di Lampedusa, due anni dopo. Mattarella: "Quei morti hanno
scosso le coscienze d' Europa"
Nel
naufragio del 3 ottobre 2013 annegarono centinaia di migranti, 366
corpi ritrovati. Il presidente in un messaggio al sindaco Giusi
Nicolini: "Un simbolo di umanità tradita, un grido che ancora
scuote il nostro Paese e l'Europa intera. Ma allora in troppi nel
nostro civilissimo continente osservarono quella tragedia con
distacco, se non addirittura con indifferenza"
"Il
naufragio del 3 ottobre 2013 a largo di Lampedusa, che costò la vita
a un numero spaventoso di persone migranti, superiore persino ai 366
corpi recuperati in mare, è una ferita drammaticamente aperta, un
simbolo di umanità tradita, un grido che ancora scuote il nostro
paese e l'Europa intera". Così il presidente della Repubblica,
Sergio Mattarella, in occasione della seconda giornata della memoria
e dell'accoglienza dedicata alla prima di molte successive morti a
poche miglia al largo delle coste italiane, nel messaggio inviato al
sindaco di Lampedusa e Linosa, Giusi Nicolini.
"Fummo
posti di fronte alla vergogna di una strage immensa che non si riuscì
a evitare e che, anzi, in troppi nel nostro civilissimo continente
osservarono con distacco, se non addirittura con indifferenza".
VIDEO
ARCHIVIO Dall'aereo
/ I
corpi
/ Il
barcone inabissato
L'hangar
della morte/
I
sub recuperano i corpi
"La
gente di Lampedusa- dice ancora il presidente - prestò generosamente
i primi soccorsi, salvando decine e decine di naufraghi. Gli uomini
della Capitaneria di porto e della Marina italiana, come è accaduto
in tantissime occasioni, si prodigarono, con professionalità e
solidarietà, per strappare alla morte altri uomini, donne, bambini".
Gli atti di umanità compiuti in quella e in successive circostanze
costituiscono un motivo di orgoglio per l'intero paese- continua-, ma
la nostra coscienza continua a sentirsi interrogata dal dolore di
profughi in fuga, dalla violenza dei trafficanti di esseri umani, dal
carattere epocale dei nuovi flussi migratori".
Quei migranti erano partiti da Misurata, in Libia, cittadini eritrei, somali, ghanesi. Trovarono la morte a centinaia a poche miglia dalla loro meta, il porto di Lampedusa, in una catastrofe marittima causata da un incendio e dal successivo rovesciamento dell'imbarcazione, uun peschereccio di 20 metri su cui avevano trovato posto. Tutto accadde a poche decine di metri dall'Isola dei Conigli e le operazioni di soccorso consentirono di salvare circa 150 superstiti.
In
seguito al naufragio il governo, all'epoca guidato da Enrico Letta,
decise di rafforzare le attività di pattugliamento del Canale di
Sicilia dando vita all'operazione Mare Nostrum, missione militare con
lo scopo di prevenire il ripetersi delle tragedie del mare.
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