sabato 19 luglio 2025

Galvagno, Fratelli d’Italia, presidente dell’Assemblea regionale siciliana indagato per corruzione e peculato… insieme ad altri scagnozzi dello stesso partito

 

Il primo punto di questa ennesima schifosa faccenda di corruzione politica, all’interno del governo regionale Schifani, è che non se ne parla, come invece si parla di altre schifose questioni di corruzione: qualche articolo qua e là, ma niente in televisione, a conferma che il governo della fascista Meloni controlla la tv di stato.

Questa inchiesta che coinvolge il presidente dell’Assemblea siciliana, Gaetano Galvagno, la sua assessora al turismo, Elvira Amata, il suo segretario Cinquemani, la sua portavoce De Capitani, la moglie del noto imprenditore della Sicily By car…, è partita nel 2023 ed è arrivata alla conclusione delle indagini in questi giorni: le accuse sono di corruzione e peculato per Galvagno, presidente dell’assemblea ARS, e di sola corruzione (per adesso) dell’assessora Amata, del segretario, tutti di Fratelli d’Italia, per i fondi pubblici utilizzati per “uso privato” come con l’auto blu sulla quale viaggiavano parenti e amici.

Un altro fascista di Fratelli d’Italia, già nel mirino da tempo, e che è stato nominato nelle carte della procura, è l’ex assessore al Turismo Manlio Messina che a sua volta era stato coinvolto nello scandalo del festival di Cannes al quale aveva partecipato la Regione Sicilia (circa 6 milioni di euro per fare di tutta la Sicilia un set cinematografico!), ma potrebbero esserci comunque altri sviluppi e il coinvolgimento di altri politici, visto che alcuni nomi sono stati coperti da omissis.

Un altro pezzo del lurido “cerchio magico” di Galvagno, è una certa Marianna Amato «perché è la cocca di Ignazio La Russa» dice una delle indagate, ufficialmente solo una dipendente della Fondazione

Orchestra sinfonica siciliana, mentre è una organizzatrice di eventi, lo stesso mestiere di quella che ha inguaiato l’ex ministro Sangiuliano.

Galvagno (amico di Miccichè) è il beniamino di La Russa (citato tante volte nelle intercettazioni) ed entrambi sono dello stesso paese in provincia di Catania: Paternò, dove Galvagno ha speso i soldi pubblici per garantire la propria clientela elettorale aumentando i posti letto all’ospedale, ma anche in quelli dei suoi “fratelli” di Caltanissetta e Marsala, mentre perdono posti letto quelli degli “avversari” politici di Gela, Trapani e Piazza Armerina come riportato da la Repubblica.

Chiaramente, anzi “ovviamente”, dichiara la sua portavoce, Galvagno voleva qualcosa in cambio, visto che “tutti vanno a rompere il…” perché “hanno bisogno di qualcosa” e “lui ovviamente chiede in cambio posti di lavoro” per la propria clientela.

Inutile dire che questa feccia nera è tutta ancora al proprio posto, tranne la sua portavoce che si è dimessa… e la cosiddetta opposizione di palazzo parla parla ma nella sostanza non fa niente, anzi, dicono che non si tratta di chiedere le dimissioni (lo ha fatto qualche partitino di minoranza), perché questo sarebbe un affare dei tribunali… e aspettano il rinvio a giudizio! Altro che tirare in ballo la “questione morale”, l’unica “morale” di questi è rimanere attaccati alla poltrona…

Nel giorno della commemorazione di Borsellino, di cui Fratelli d’Italia si riempie la bocca, a cominciare dalla Meloni che ha detto di essersi ispirata proprio all’ex magistrato della lotta alla mafia, in realtà il partito di Fratelli d’Italia, partito di fascisti, sta perfettamente continuando la lunga tradizione che in Sicilia vede quasi tutti i presidenti della Regione (ricordiamo che anche l’attuale forzitaliota Schifani è indagato per concorso esterno alla mafia, ma è stato eletto lo stesso) e una marea di deputati ecc. ecc. indagati e arrestati per corruzione; e la corruzione, e ancor più il viscido servilismo nei confronti dei padroni, è ciò che li contraddistingue.

Questi corrotti vanno cacciati, come va cacciato il loro governo nazionale, il governo della fascista Meloni.

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