mercoledì 16 luglio 2025

Palestina - Non parlateci di "pace"! - Importante e massima diffusione in tutte le manifestazioni per la Palestina

"Perchè devo fare pace con un assassino che massacra il mio popolo... Non vogliamo pace vogliamo giustizia..io rifiuto questo pace.
...Noi vogliamo vendetta. Vendetta per tutti questi bambini... Questo mondo che piange per un cane, per un gatto, mentre che muoiono bambini non dice nulla. Basta! siamo stanchi dei vostri valori... Io non ne posso più di vedere tutti questi crimini. Bambini che vengono ammazzati, mentre aspettano la farina...
...Perché l'Occidente che vede tutti questi massacri non dice una parola? Noi vediamo tutte le sere tutte queste donne a piangere i loro figli, i loro mariti...
...tutto questo richiede una rivoluzione! Da parte tutto il mondo.
...La democrazia non esiste da parte vostra... E' la nostra resistenza che vi insegna che cos'è la democrazia,,, 
....Viva la nostra resistenza! Viva le nostre donna. Vivano i nostri uomini. Viva i nostri bambini! Gaza rimarrà viva. Palestina rimarrà viva. Alla fine rimarrà la Palestina!". 

Da interventi di una palestinese nelle manifestazioni di Milano

Quando i governi, i partiti borghesi, i capi dei paesi imperialisti parlano di pace, vogliono continuare ancor di più a portare avanti una guerra imperialista, un genocidio, o essere quantomeno complici di questi massacri quotidiani.
Quando i nostri partiti parlamentari di opposizione, la "sinistra", il nuovo papa burocrate, chi si "indigna" di fronte alle immagini televisive, ecc., parlano di "pace" vogliono solo  continuare a fare la loro tranquilla "opposizione", che non incide di una virgola nell'azione criminale di appoggio a Netanyahu/Trump, nella corsa al riarmo, del governo fascista Meloni.
Questa "pace" vuol dire in realtà più guerra!

Ma quando nelle mobilitazioni per la Palestina, contro le guerre imperialiste, contro il riarmo alcune realtà, compagni, parlano di pace, allora "bisogna mettere mano alla pistola", e in attesa di poter organizzare la "critica delle armi", dobbiamo usare subito le "armi della critica".  

Noi comunisti vogliamo la guerra di classe, la guerra di popolo; noi dobbiamo lavorare non per la pace ma per la sconfitta dell'imperialismo, per il rovesciamento dei governi della guerra, a partire dal nostro governo. 

Non vogliamo "disertare" la guerra imperialista - come scrivono alcuni opportunisti - ma vogliamo e dobbiamo lavorare per la nostra guerra, per la rivoluzione, la guerra di popolo perchè solo essa può mettere fine alla guerra e realizzare, allora sì, una vera pace.

Come scriveva Lenin: "...Non crediamo che la guerra possa concludersi con un semplice «rifiuto», con il rifiuto di singoli individui, di gruppi o di «folle» occasionali. Noi riteniamo che la guerra deve finire e finirà con la rivoluzione in una serie di paesi, cioè con la conquista del potere dello Stato da parte di una classe nuova…"Lenin, Il significato della fraternizzazione, maggio 1917.

Chiariamo. Che tanta gente, giovani, lavoratori, donne parlano e vogliono la pace, questo è bene; a tanta gente la Palestina, gli orrori di Israele, le farneticazioni di Trump, la marcia verso un moderno fascismo che non vede l'ora di avere un posto nelle nuova guerre di spartizione del mondo, come in Ucraina, in paesi del Medio Oriente, che stanno preparando una nuova guerra imperialista mondiale "a pezzi" (come diceva Bergoglio), stanno aprendo gli occhi, la mente, il cuore. Queste aspirazioni per la pace sono giuste e aiutano il lavoro rivoluzionario, sono l'acqua in cui i comunisti devono operare. 

Ma quando coloro che dovrebbero lavorare per la rivoluzione, per rovesciare i governi della guerra imperialista, usano la parola "pace", allora vuol dire che stanno lavorando per illudere le masse, per soffocarne la ribellione, la presa di coscienza. E costoro sono un ostacolo che va tolto di mezzo.  

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