martedì 15 luglio 2025

Torino, 18enne fu portato in commissariato perché filmò due agenti con il cellulare: i poliziotti condannati per arresto illegale, falso e calunnia

L'episodio nel febbraio 2023 al termine di un controllo in un bar. Per loro due anni (l’agente con maggior anzianità) e a un anno e 9 mesi di reclusione: avrebbero costruito ad hoc un verbale per coprirsi

Il 24 febbraio 2023, al termine di un controllo in un bar, due poliziotti avevano ammanettato e portato al commissariato Mirafiori un diciottenne — ora costituito parte civile con l’avvocato Fabiana Francini — che aveva estratto lo smartphone per filmarli; poi, lo stesso giovane, era stato trattenuto per oltre tre ore, ma era stato rilasciato e l’arresto non era mai stato formalizzato. E il giorno seguente gli agenti avevano trasmesso in Procura un’annotazione a doppia firma dove si accusava il ragazzo di essersi sottratto ai controlli «scavalcando la recinzione del dehors» e di aver ingaggiato una «colluttazione» con quello dei due che lo aveva immobilizzato, provocandogli delle lesioni. Per tutto questo, stamattina (14 luglio), il tribunale di Torino ha condannato i due agenti a due anni (l’agente con maggior

anzianità) e a un anno e 9 mesi di reclusione, per calunnia, falso e arresto illegale, in continuazione e con la concessione delle attenuanti generiche. Il pubblico ministero Paolo Toso aveva chiesto 3 anni e 3 mesi di carcere e 2 anni e 8 mesi.

Per la Procura, il verbale fu confezionato «per dare una veste legittima agli errori commessi fino a quel punto». A smentire la versione cristallizzata nell’annotazione sarebbe stato anche il referto del pronto soccorso, dove le contusioni riportate dal poliziotto erano attribuite a un urto «contro una staccionata di legno» e non a violenza fisica. Un altro motivo per cui, secondo il pm, il giovane fu rilasciato senza trasmettere la notizia dell’arresto («Era pericoloso portare in direttissima questa contraddizione»). I due poliziotti - difesi dall’avvocata Silvia Navone - dovranno anche risarcire la parte civile con una provvisionale di 5 mila euro, mentre il tribunale ha disposto anche la trasmissione della sentenza al ministero degli Interni. «È una vicenda che mi ha sempre lasciato perplessa - commenta alla fine l’avvocata  -. Leggeremo la motivazione e faremo sicuramente appello».

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