Il primo punto di questa ennesima schifosa faccenda di
corruzione politica, all’interno del governo regionale Schifani, è che non se
ne parla, come invece si parla di altre schifose questioni di corruzione: qualche
articolo qua e là, ma niente in televisione, a conferma che il governo della
fascista Meloni controlla la tv di stato.
Questa inchiesta che coinvolge il presidente dell’Assemblea
siciliana, Gaetano Galvagno, la sua assessora al turismo, Elvira Amata, il suo segretario
Cinquemani, la sua portavoce De Capitani, la moglie del noto imprenditore della
Sicily By car…, è partita nel 2023 ed è arrivata alla conclusione delle
indagini in questi giorni: le accuse sono di corruzione e peculato per
Galvagno, presidente dell’assemblea ARS, e di sola corruzione (per adesso) dell’assessora
Amata, del segretario, tutti di Fratelli d’Italia, per i fondi pubblici utilizzati
per “uso privato” come con l’auto blu sulla quale viaggiavano parenti e amici.
Un altro fascista di Fratelli d’Italia, già nel mirino da
tempo, e che è stato nominato nelle carte della procura, è l’ex assessore al
Turismo Manlio Messina che a sua volta era stato coinvolto nello scandalo del
festival di Cannes al quale aveva partecipato la Regione Sicilia (circa 6
milioni di euro per fare di tutta la Sicilia un set cinematografico!), ma potrebbero
esserci comunque altri sviluppi e il coinvolgimento di altri politici, visto
che alcuni nomi sono stati coperti da omissis.
Un altro pezzo del lurido “cerchio magico” di Galvagno, è una certa Marianna Amato «perché è la cocca di Ignazio La Russa» dice una delle indagate, ufficialmente solo una dipendente della Fondazione
Orchestra sinfonica siciliana, mentre è una organizzatrice di eventi, lo stesso mestiere di quella che ha inguaiato l’ex ministro Sangiuliano.Galvagno (amico di Miccichè) è il beniamino di La Russa (citato
tante volte nelle intercettazioni) ed entrambi sono dello stesso paese in
provincia di Catania: Paternò, dove Galvagno ha speso i soldi pubblici per garantire
la propria clientela elettorale aumentando i posti letto all’ospedale, ma anche
in quelli dei suoi “fratelli” di Caltanissetta e Marsala, mentre perdono posti
letto quelli degli “avversari” politici di Gela, Trapani e Piazza Armerina come
riportato da la Repubblica.
Chiaramente, anzi “ovviamente”, dichiara la sua portavoce, Galvagno
voleva qualcosa in cambio, visto che “tutti vanno a rompere il…” perché “hanno
bisogno di qualcosa” e “lui ovviamente chiede in cambio posti di lavoro” per la
propria clientela.
Inutile dire che questa feccia nera è tutta ancora al proprio
posto, tranne la sua portavoce che si è dimessa… e la cosiddetta opposizione di
palazzo parla parla ma nella sostanza non fa niente, anzi, dicono che non si
tratta di chiedere le dimissioni (lo ha fatto qualche partitino di minoranza),
perché questo sarebbe un affare dei tribunali… e aspettano il rinvio a
giudizio! Altro che tirare in ballo la “questione morale”, l’unica “morale” di
questi è rimanere attaccati alla poltrona…
Nel giorno della commemorazione di Borsellino, di cui
Fratelli d’Italia si riempie la bocca, a cominciare dalla Meloni che ha detto
di essersi ispirata proprio all’ex magistrato della lotta alla mafia, in realtà
il partito di Fratelli d’Italia, partito di fascisti, sta perfettamente continuando
la lunga tradizione che in Sicilia vede quasi tutti i presidenti della Regione
(ricordiamo che anche l’attuale forzitaliota Schifani è indagato per concorso
esterno alla mafia, ma è stato eletto lo stesso) e una marea di deputati ecc.
ecc. indagati e arrestati per corruzione; e la corruzione, e ancor più il
viscido servilismo nei confronti dei padroni, è ciò che li contraddistingue.
Questi corrotti vanno cacciati, come va cacciato il loro governo
nazionale, il governo della fascista Meloni.

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