venerdì 25 ottobre 2024

pc 25 ottobre – Strage operai Toyota: volantinaggio dello Slai Cobas di Ravenna davanti alla Marcegaglia di Ravenna contro padroni e governo assassini! Denuncia, informazione e appello alla lotta

Mercoledì scorso alla Toyota Material Handling a Borgo Panigale (Bologna) uno scoppio tremendo con un boato che si è sentito a distanza di chilometri, ha spezzato la vita a 2 operai e altri 11 sono stati ricoverati in gravi condizioni, con un operaio di 24 anni ancora in prognosi riservata. Una strage orribile che avrebbe potuto fare molte vittime.

Si chiamavano Lorenzo Cubello, di 37 anni, e Fabio Tosi che aveva 34 anni, Lorenzo sarebbe diventato padre tra qualche mese, viveva in provincia di Ravenna, a Russi. 

"Non ho ricevuto ancora nessuna chiamata dai dirigenti dell’azienda", ha detto il padre. 

Non solo, i padroni di quella che è sempre stata definita una fabbrica modello dai confederali e dalla stampa, dopo la strage hanno chiuso la fabbrica fino a data da definirsi! Siamo veramente sicuri che si tratti di una pausa per permettere le indagini? Intanto i padroni hanno avviato la procedura per la cassa integrazione senza definire i tempi per gli 850 lavoratori (770 a tempo indeterminato e 80 somministrati) e martedì 29 ci sarà un incontro con i sindacati che hanno chiesto all'azienda che integri la cassa integrazione ordinaria, portandola al 100% della retribuzione. Così la mancanza di sicurezza viene scaricata sugli operai che hanno già pagato caro, e 2 operai l’hanno pagata con la propria vita.

Il sistema di sfruttamento della Toyota è un modello di produzione ben descritto, invece, da un’operaia interinale scampata alla strage: "Qui ci sono sempre problemi, soprattutto alla linea 1. Si fanno

spesso tanto male, in molti. Si vede da quando uno entra che c’è qualcosa che non va”.

Si è parlato subito di un compressore, ora si parla di un impianto di climatizzazione, con il motore posizionato in un’area esterna del capannone, prospiciente a un deposito di materiale, da cui potrebbe essere partita l’esplosione. La Procura ha aperto un’inchiesta per omicidio colposo e lesioni gravissime plurime.

Il Resto del Carlino riporta: “l’innesco del disastro: il punto al momento individuato è un’area esterna, parte della sezione logistica. Qui uno dei cubi, di oltre due metri d’altezza, che contenevano i motori dell’impianto di condizionamento (fornito da una ditta esterna), è stato trovato completamente disintegrato. Ed era posizionato in quello che al momento sembra essere la sorgente dell’onda d’urto, che ha investito le strutture tutt’attorno, causando il crollo di porzioni importanti di tetto e pareti, collassando e devastando tutto ciò che c’era sotto, compresi i macchinari e gli uffici. Pezzi di cemento, vetro e ferro che hanno travolto i due lavoratori che hanno perso la vita, Fabio Tosi e Lorenzo Cubello, impiegati proprio del settore Logistica.

Per oggi Fim-Fiom-Uilm hanno indetto 8 ore di sciopero a Bologna e 2 ore a livello regionale nelle aziende metalmeccaniche senza presidi e cortei. Hanno scioperato gli operai Automobili Lamborghini con la produzione al 90%, Marelli Europe 90%, Ducati Motor produzione 80%, Guide Ducati 90%, Bcube 95%, Ama 85%, Gaggia 80% produzione, Beghelli 70%, Alberto Sassi 70%, Bonfiglioli Riduttori produzione 70%, Emag 90%, Ravaglioli 90% Brume 70%, Minarelli 60%, Marzocchi Pompe produzione 90%, Fini Compressori 60%, Corazza 70%, Euroricambi produzione 50%, Ducati Energia 60%, Interpump 60%, Carpigiani 50%, Ima 40%.     

Davanti ai cancelli della Toyota c'è stato un presidio con tanta commozione rabbia, partecipato da operai e delegazioni di altre aziende metalmeccaniche bolognesi. Oltre agli altri stabilimenti italiani, anche gli stabilimenti Toyota di Svezia e Francia hanno scioperato in solidarietà dei colleghi morti e feriti", riferiscono i sindacati dei metalmeccanici bolognesi, per i quali "era necessario rispondere alla brutalità e alla normalizzazione delle morti sul lavoro con lo sciopero, rinunciando al proprio salario ma restituendo valore alla vita di chi lavora".

8 di sciopero e corteo sono stati organizzati dall’Usb e da Sgb che ha organizzato un presidio davanti alla Prefettura di Bologna.

2 ore a fine turno invece sono stati indetti dai confederali nelle aziende metalmeccaniche a livello regionale. In provincia di Ravenna, i sindacati hanno organizzato un presidio a Faenza davanti ai cancelli della Cisa.

Noi dello Slai Cobas per il sindacato di classe in questa giornata del 25 siamo andati davanti le fabbriche metalmeccaniche a livello nazionale dove siamo presenti, dall’ex Ilva di Taranto, alla Fincantieri di Palermo, alla Dalmine di Bergamo, con presidi, comizi, volantinaggi.

A Ravenna siamo stati davanti ai cancelli della Marcegaglia con un volantinaggio con l'appello agli operai a dare una risposta di lotta che non si limiti alle sole 2 ore dei confederali, un appello rivolto agli operai delle ditte esterne in particolare che in questa azienda hanno già avuto i propri colleghi morti sul lavoro, morti annunciate che non avevano trovato alcuna risposta da parte dei confederali, e questo va detto chiaramente!

Non è possibile cavarsela solo con 2 ore di sciopero. Anche alla Toyota di Borgo Panigale l'esposizione al rischio-sicurezza degli operai era già molto grave!

I confederali parlavano di questa azienda come un "modello". Ma in che consiste il modello Toyota?

La Toyota “progetta e realizza – si legge nel suo sito – una gamma completa di carrelli controbilanciati elettrici, con una capacità da 1 a 8,5 tonnellate. I prodotti Toyota Material Handling, dal design inconfondibile, sono ideati e costruiti per garantire la massima funzionalità, con una costante attenzione alla tutela dell’operatore e dell’ambiente… La Toyota Material Handling fa parte di Toyota Industries Corporation (Tico), multinazionale attiva in 5 regioni. Già Cesab Spa, storica azienda italiana produttrice di carrelli elevatori, quello in cui è avvenuta la terribile esplosione è lo stabilimento produttivo del gruppo Toyota Material Handling, leader mondiale nella realizzazione di soluzioni logistiche”. 

Parlare di Toyota significa il Toyota Production System, quello che i padroni chiamano metodo Tps “per snellire l’organizzazione logistica e produttiva sfruttando in maniera produttiva le risorse già disponibili.. Il Just in time, inteso come logica di coordinamento tra due fasi del ciclo logistico-produttivo, in particolare tra cliente e fornitore, consiste nel far arrivare all’attività lavorativa solo i componenti richiesti, nel tempo richiesto e nella quantità richiesta. In questo modo si riducono al minimo le scorte inventariali, si sincronizzano le attività tra fornitore cliente e si riduce il rischio di produrre componenti che non verranno rapidamente utilizzati. Il secondo pilastro del TPS è l’autonomazione crasi di “autonomia” e “automazione”. L’obiettivo è quello di dotare la macchina di sistemi di prevenzione dei difetti e a prova di errore. Tale sistema si fonda su due espedienti: uno che si basa sulla rilevazione degli errori, l’altro che consenta di fermare la produzione quando questi si verificano, in modo tale da risolvere il problema con urgenza, limitando la ripetizione delle anomalie. I macchinari non necessitano più di una continua supervisione, in questo modo i dipendenti possono generare un surplus di valore limitando gli sprechi.

Era forse segnalato nel DVR il macchinario esploso? E come avrebbe potuto esserlo visto che la redazione del documento valutazione dei rischi lo prepara lo stesso padrone? La manutenzione nelle fabbriche è un costo per i padroni che così creano le condizioni perchè gli operai subiscono infortuni o rischiano la propria vita lavorando nelle loro aziende!

Il modello Toyota è l’organizzazione dello sfruttamento operaio da cui i padroni puntano ad ottenere il massimo profitto a scapito della sicurezza e della salute degli operai! E lo dimostrano le denunce dell’operaia interinale che abbiamo riportato e lo sciopero già in programma proprio il giorno dopo la strage!

C’è una profonda verità nelle parole di Marx : “al padrone non interessa nulla della vita e della salute dell’operaio, se non ci sono le leggi che glielo impongono”. E queste leggi non possono essere imposte da governi o dal Parlamento ma devono essere gli obiettivi di una piattaforma di lotta operaia. Dopo ogni morte sul lavoro c’è al solito lo stracciarsi le vesti dei confederali, con le richieste a governo e parlamento di intervenire, perché loro in fabbrica non hanno la funzione di rappresentare gli interessi degli operai che, come sempre, denunciano i rischi che corrono e non trovano però i sindacalisti pronti ad intervenire.

Ma dov’era il governo nel giorno del lutto e della rabbia? La ministra Calderone era a Bologna ma non certo con i lavoratori, infatti è intervenuta a una convention dei consulenti del lavoro assieme a  Galeazzo Bignami, vice ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti. Per la sicurezza sul lavoro "abbiamo fatto una serie di azioni e interventi, non ultima quella di scegliere di inserire in un settore così strategico come l'edilizia la patente a crediti"

La ministra, occorre sempre ricordarlo per capire la natura di questo governo spudoratamente al servizio dei padroni, è una consulente dei padroni e la patente a punti è la trovata infame di chi vuole l’impunità per i padroni di cui è nel loro libro paga, perché basta una certificazione, un adempimento di ore di formazione, per riacquistare il punteggio perduto! 15 punti in meno e 20 punti decurtati in caso di incidente mortale è il prezzo della vita di un operaio per questo governo! E’ il governo del preavviso di 10 giorni prima del sopralluogo ispettivo, delle risorse negate per l’assunzione di personale ispettivo, è il governo degli degli appalti a cascata che ha portato alla strage al cantiere Esselunga di Firenze, alle stragi degli operai delle manutenzioni nelle ferrovie!

Basta appelli al governo, non prendiamoci in giro e non seppelliamo una seconda volta gli operai morti sul lavoro per i profitti dei padroni!

E' una guerra contro i lavoratori e i lavoratori devono considerarla come tale per dare risposte di lotta adeguate a questa situazione.

La difesa della vita degli operai nei luoghi di lavoro ha bisogno di un'altra prassi che non sia solo in ambito aziendale e territoriale. Per portare avanti la loro logica criminale dei profitti, i padroni agiscono all'interno di un sistema che porta avanti i loro interessi, con i governi, con le istituzioni, con i sindacati complici che lavorano per loro.

E' ora che gli operai prendano in mano la lotta contro tutto questo sistema criminale basato sul profitto e uniscano attorno ad essi tutti coloro che si impegnano concretamente su questo terreno su di un piano nazionale. 

Slai Cobas per il sindacato di classe-Ravenna

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