Il genocidio quotidiano in corso in Palestina in particolare nella Striscia Gaza continua a veder morire intere famiglie, uomini donne e bambini, un centinaio solo ieri, un orrore senza fine che viene raccontato con difficoltà dai giornalisti rimasti, uccisi anche loro a centinaia, spesso palestinesi che devono dare la notizia dell’uccisione della loro stessa famiglia…
Da un anno la cosiddetta Striscia di Gaza, da nord, al
confine con il Libano, al sud, al confine con l’Egitto, viene bombardata; da un
anno con una ferocia e una forte intensità continuano gli attacchi stile
Vietnam, uno dei tanti orrori scatenati dalle guerre della borghesia, in quel
caso dagli Stati Uniti… bombardano anche le ambulanze e ieri hanno attaccato i
centri della finanza in Libano.
Ma sono passati anche ben 10 mesi da quando la Corte
internazionale di giustizia ha accusato Israele per il genocidio in corso! 10
mesi e non è successo niente!
La cosiddetta diplomazia internazionale al massimo fa chiacchiere e giri inutili, come l’ennesimo giro
del segretario Usa Blinken che avrà un altro “faccia a faccia” con Netanyahu! O quelli dell’improbabile ministro degli Esteri italiano, Tajani, a cui non intessano certo le migliaia di morti causate dai nazisionisti, ma solo l’“incolumità” dei soldati italiani della missione Unifil, mentre Israele ha aggiunto un altro pezzo alla sua strategia dichiarata di conquista dei territori dei paesi vicini con il suo attacco al Libano, e spostandosi sempre più verso l’Iran, con una guerra non dichiarata e le affermazioni esplicite dei coloni terroristi armati dal regime nazisionista con a capo Netanyahu, che non solo continuano a martoriare la Cisgiordania cacciando con la forza le famiglie palestinesi e impadronendosi delle terre e delle loro case, ma adesso dichiarano di volersi prendere tutta Gaza, spinti, incoraggiati e sostenuti attivamente dai membri del governo israeliano.Alla conferenza «Prepariamoci al reinsediamento Gaza», che
hanno tenuto ieri, infatti, erano presenti tre ministri tra cui il nazista Ben
Gvir e parlamentari del Likud, il partito di Netanyahu: queste sono le parole
chiare di una israeliana: «in questi anni abbiamo ottenuto risultati
importanti in Cisgiordania che molti ritenevano impossibili. Altrettanto
avverrà in Gaza, nonostante le voci contrarie. Ricordate queste mie parole: tra
un anno, vi dico tra un anno, il nostro obiettivo (a Gaza) sarà raggiunto».
Questa posizione, che è quella del governo israeliano, prevede la cacciata dei due
milioni di palestinesi da Gaza ad ogni costo e per questo si impedisce adesso
anche l’accesso agli aiuti alimentari così da affamare la popolazione.
Dettagli delle mappe diffuse dai coloni israeliani durante l’incontro
Dalla Cisgiordania a Gaza e oltre: è questo l’obiettivo del Grande Israele, il cui perseguimento non ammette ostacoli né testimoni come dimostra l’attacco ripetuto dell’esercito israeliano alla missione dell’Onu chiamata Unifil.
Gli avvenimenti di questo anno (ma due e mezzo dalla guerra
per procura in Ucraina) in Palestina (e citiamo solo di passaggio in questa
occasione le terribili guerre in corso in Africa!) mostrano la corsa senza fine
sull’orlo del precipizio di una guerra che si allarga ogni giorno di più.
Questo genocidio in corso che la stampa borghese continua a
chiamare guerra è anche la dimostrazione più aperta della sfacciata violazione
dei più semplici principi di leggi e accordi internazionali o di articoli delle
Costituzioni, come l’art. 11 di quella italiana. E nonostante le affermazioni
di facciata, come la richiesta del “cessate il fuoco” come dicevamo, questa “guerra”
non la vuole fermare nessuno, anzi! Gli Stati Uniti, vero sostegno
imprescindibile del nazisionismo di Israele, i paesi imperialisti come l’Italia,
la Francia, la Germania, la Gran Bretagna… l’Unione Europea, i paesi arabi…
tutti ragionano secondo i propri interessi di classe (controllo delle materie prime,
tra cui il petrolio, posizionamento strategico nell’area, ricostruzione…
insomma, profitti!).
I cosiddetti partiti di opposizione dei paesi imperialisti aggiungono
al massimo parole di “disapprovazione” contro Israele ma difendono anch’essi
gli interessi dei rispettivi imperialismi.
E in tanti, come scusa, lasciano ad intendere di aspettare
le elezioni americane del 4 novembre per una possibile svolta, come se queste
potessero incidere davvero sull’esito del genocidio, come se fossero una “garanzia”:
mentre tutti sanno che sia che vinca Trump, sia che vinca Harris, per l’imperialismo
statunitense Israele non si tocca! Per cui il genocidio può continuare.
Un anno di genocidio, dunque, ma anche un anno di gloriosa resistenza
del popolo palestinese.
E un anno di sostegno di un movimento in tutto il mondo che
deve diventare sempre più grande e incisivo nell’attesa che la resistenza del
popolo palestinese, si trasformi in guerra di popolo contro il nazisionismo
israeliano sostenuto dall’imperialismo.
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