domenica 28 luglio 2024

I No Tav si riprendono i luoghi della lotta. In 10.000 contro devastazione, guerra e sfruttamento - info solidale

da notav.info

Questa mattina 27 luglio 10.000 persone sono partite da Venaus per raggiungere i cantieri della devastazione.
Diecimila giovani e giovanissimi ma anche anziani. Come tradizione del Movimento No Tav le grandi occasioni sono attraversate da tutti e tutte coloro che hanno a cuore la difesa della propria terra e vogliono opporsi alla militarizzazione e all’occupazione da parte di chi legittima la realizzazione di opere mortifere ed ecocide.

Moltissimi e moltissime giovani che hanno preso parte al Movimento in solidarietà alla Palestina, hanno partecipato oggi alla marcia per lottare anche qui per la liberazione dei popoli e dei territori.
Il popolo no tav oggi ha dimostrato dignità e determinazione riprendendosi i luoghi simbolo della resistenza in Valsusa.
Un parte del corteo partito da Venaus ha raggiunto il cantiere di San Didero superando i jersey posti sulla statale e arrivati al fortino uno striscione in solidarietà alla Palestina è stato srotolato sul cancello

del cantiere accompagnato da una sonora battitura.

Dopodiché, sotto il getto dell’idrante metri di concertina sono stati divelti e il cantiere è stato circondato da più punti.
La marcia che si è diretta verso il presidio dei Mulini è riuscita a raggiungerlo da diversi lati:
molti e molte No Tav hanno proseguito sul sentiero gallo romano arrivando al primo sbarramento posto dalle forze dell’ordine sulla strada, riuscendo ad abbatterlo e ad oltrepassarlo, occupando una parte di carreggiata dell’A32 all’altezza dello svincolo danneggiando alcuni mezzi di lavoro dell’autostrada.
Chi invece ha intrapreso i sentieri della Val Clarea, è riuscito a raggiungere e riprendersi il Presidio dei Mulini circondando il cantiere di Chiomonte da più lati. Qui, a ritmo dei fuochi d’artificio, nonostante un fitto lancio di lacrimogeni, i jersey sono stati abbattuti e le reti tagliate, invadendo così il cantiere dove sono stati messi fuori uso diversi mezzi e macchinari utili alla devastazione. Da qui sventolavano la bandiera palestinese e No Tav.

Si parte e si torna insieme per il Movimento No Tav non è solo uno slogan e infatti la marcia ha ripreso i sentieri lasciando dietro di sé un importante segnale contro la devastazione del territorio e chi la mette in atto.
La forza del movimento scandisce il passo, continua ad essere sorprendente in barba ai continui attacchi della questura e prefettura scrivendo la parte giusta della storia!

Avanti No Tav!

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