venerdì 2 agosto 2024

Carcere. Solidarietà con le proteste, rivolte nelle carceri - Sosteniamo ogni iniziativa contro l'approvazione del Ddl Sicurezza

Mentre le carceri stanno esplodendo e sono diventate la sintesi della repressione di Stato che fa diventare normale, quotidiana la "tortura" verso gran parte dei detenuti - perchè non si può chiamare diversamente la terribile condizione di tante persone nelle carceri, tra sovraffollamento, aggravato ora dal caldo soffocante, condizioni igieniche a rischio continuo per la salute, negazione dei diritti civili, umani, fino a persecuzioni e violenze fisiche; mentre stanno diventando quasi giornalieri i suicidi, il governo, la maggioranza parlamentare, per risposta, sta accelerando il varo del nuovo Ddl Sicurezza, che porterà ad un aumento dei reati, con nuove figure di reati, e quindi ad un aumento delle condanne e carcerazioni, e con articoli che hanno lo scopo di punire proprio le proteste nelle carceri, sempre più inevitabili - su questo sembra a tutti gli effetti una risposta di "vendetta", che indica chiaramente come il governo per la gravissima situazione nelle carceri non solo non vuole dare alcuna soluzione reale, ma cinicamente ha l'obiettivo di peggiorarla. Il provvedimento del Min. Nordio è da un lato un insieme di vaghe promesse (vedi riduzione di giorni della detenzione, più telefonate), che comunque sono una presa in giro rispetto alle durissime condizioni di detenzione; dall'altra appaiono una minaccia (trasferire i detenuti stranieri nelle carceri dei paesi da dove sono fuggiti), e un ricatto (vai in una comunità se ti comporti bene in carcere); mentre niente di niente su amnistia, indulto.    

Proletari comunisti solidarizza e chiama alla solidarietà verso le proteste che in queste settimane, giorni stanno giustamente avvenendo in varie carceri (ultima al carcere giovanile di Torino); dove è possibile vanno sostenute;

Proletari comunisti sostiene ogni iniziativa volta a frenare, porre dei seri ostacoli a questa azione criminale del governo Meloni.

Certo, noi non ci illudiamo, è lo Stato di polizia in atto, tante volte denunciato e che col governo fascista Meloni sta avendo una rapida accelerazione, senza più mascheramenti. Stato di polizia per la borghesia necessario nella fase di guerre per la guerra interna. Ma sarebbe sbagliato, inutilmente impotente, limitarsi a dire "io l'avevo detto". Ora occorre la mobilitazione e ogni voce che da una mano a questa battaglia è utile.

Su questo pubblichiamo uno stralcio dell'intervista fatta da proletari comunisti ad Alessandra Algostino (apparsa in audio agli inizi di luglio su questa stesso blog), in cui parlando della autonomia differenziata e del premierato accennava al Ddl Sicurezza, e in cui si dimostra che "tutto si tiene", come un unico disegno reazionario. 

E a seguire la nota di proletari comunisti sui vari punti del Ddl

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Questi temi saranno affrontati da proletari comunisti in una riunione nazionale

 aperta, ad inviti, il 31 agosto a Taranto.

Compagni/compagne e realtà che vogliono partecipare possono scrivere

 all’email pcro.red@gmail.com o WA 3519575628


DALL'INTERVISTA AD ALESSANDRA ALGOSTINO

"...Proletari comunisti - Questo ridurre la partecipazione di cittadini solo al momento elettorale, che tra l'altro come stiamo vedendo produce una quasi inevitabile forma di forte astensionismo, come forma elementare di protesta, è poi legata strettamente a un aumento della repressione di quella che è la partecipazione in termini di manifestazioni, in termini di lotte, in termini di critica, anche di semplice dissenso…

Alessandra Algostino - Sì, assolutamente sì. Questo è proprio l'altro ramo di questa deriva autoritaria. Anche qui parliamo di un processo, perché la chiusura degli spazi democratici e la repressione del dissenso è in corso da molti anni e viene perseguita attraverso provvedimenti che possiamo definire multipartisan, perché vengono adottati da governi di vario colore, penso, ad esempio, ai provvedimenti del cosiddetto pacchetto sicurezza Minniti, poi ci sono stati i provvedimenti di Salvini. Adesso abbiamo tutta una pletora di provvedimenti adottati dal governo Meloni. Ma questo processo, come dicevo, è un processo in corso nei vari anni e mira proprio a criminalizzare quella che è l'espressione del dissenso, l'espressione anche delle visioni alternative attraverso un utilizzo di molteplici strumenti; tra questi, uno dei principali è lo strumento penale, per cui noi insistiamo ad una ripenalizzazione o l'utilizzo, diciamo l'abuso, dello strumento penale indirizzato verso quello che viene considerato un vero e proprio nemico. Il nemico privilegiato, diciamo dei decreti sicurezza è il dissenso, ma insieme anche il disagio sociale e i migranti. Questo possiamo definirlo quasi un trittico della repressione. Vi faccio solo qualche esempio: il governo Meloni ha introdotto, e non parlo del nuovo disegno di legge, già 22 nuove fattispecie di reato. Nel nuovo disegno di legge si prevede una nuova stretta repressiva su quelle che sono le occupazioni di immobili. Anche qui con un abbandono di quell'orizzonte di cui ragionavamo prima: cioè la democrazia anche come sociale. Perché il problema, ad esempio, della casa, non viene affrontato in chiave emancipativa, cioè prevedendo delle misure di sostegno per il raggiungimento del diritto all'abitazione, che la Corte costituzionale inserisce tra i diritti inviolabili, legato alla dignità, ma viene affrontato semplicemente con strumenti repressivi nei confronti di chi occupa, e nel disegno di legge, anche nei confronti di chi dà sostegno a chi occupa, cioè nei confronti chiaramente dei movimenti per la casa. Questo è solo un esempio. Ma sono tanti gli elementi su cui si appunta questo disegno repressivo, tant'è che possiamo ragionare di un vero e proprio, in questo senso, populismo penale. Faccio un altro esempio sul disagio sociale: il decreto Caivano, il decreto che affronta questa situazione di forte disagio sociale anche qui in chiave repressiva, prevedendo nuove fattispecie di reato, delle aggravanti, eccetera. Penso anche alla precettazione in occasione dell'indizione dello sciopero o penso, anche qui, all'insistenza, per non usare termini più forti giudiziari, nei confronti dei lavoratori della logistica di Piacenza, cioè senza dubbio stiamo assistendo in questo senso ad una repressione di tutta quella che è la partecipazione dissenziente...".

DALLA NOTA DI PROLETARI COMUNISTI DI FINE MAGGIO

,,,Il d.d.l. sicurezza del governo prevede:

- più poteri alla polizia con la possibilità di possedere un’arma più leggera fuori dal servizio e l’estensione dell’esclusione della pena per gli agenti che ”facciano uso di armi, della forma o di altri sistemi di coercizione fisica”. 

Questo vuol dire ampio uso anche personale delle armi da parte della polizia; legalizzazione amplificata della violenza, delle torture, fino all'assassinio; estesa impunibilità degli agenti che così si sentiranno in diritto di fare tutto.

- Istituzione di nuovi reati: rivolta in carcere e nei C.p.r. con la fattispecie estesa anche a chi istiga la rivolta da fuori; il blocco stradale, se commesso da più persone, da illecito amministrativo diventa reato penale con pena aumentata da 6 mesi e 2 anni ed esteso anche al blocco ferroviario. 

- Altri aumenti di pena e misure speciali: le occupazioni abusive sono sanzionate da 2 a 7 anni; chi scrive sui muri prenderà un anno, 3 se recidivo; 

- i giudici non potranno più sospendere la pena alle donne incinte o con minori a carico fino a 3 anni. 

Sulle carceri, questo ddl sembra la reazione/vendetta isterica del governo alle giuste, ma ancora poche, denunce, processi e condanne in corso da parte di alcune magistrature verso gravissimi fatti di violenza fisica e psicologica, vere e proprie torture da parte di agenti penitenziari, in varie carceri dal nord al sud. Ora, da un lato con questo ddl vengono aumentate, estese le pene ai detenuti che non possono che ribellarsi alle dure condizioni nelle carceri, alla repressione, torture che devono subire (pensiamo le terribili violenza che sono state perpetrate ai minori nel carcere 'Beccaria') dall'altra è un gravissimo segnale a agenti, polizia di piena libertà di agire per reprimere le "rivolte".

Questo ddl sulle manifestazioni, poi, torna indietro di decenni: i blocchi stradali passano da illecito amministrativo a penale con aumento delle pene; vengono colpiti, addirittura fino a 3 anni, anche chi scrive sui muri. E' chiaro che si vogliono colpire le lotte dei lavoratori, degli studenti, dei giovani, di settori popolari, ambientalisti, lotte che naturalmente non potranno che crescere di fronte ai pesanti peggioramenti delle condizioni di lavoro, di vita, all'attacco ai salari, ai disastri ambientali (mentre, i blocchi stradali prolungati dei settori di piccoli e medi padroni agricoltori non hanno ricevuto neanche mezza denuncia, nè un piccolo colpo di manganello...). La mannaia sui blocchi stradali è anche un "avviso" a quei giudici che hanno considerato i blocchi stradali non punibili per lo stato di necessità dei lavoratori, lavoratrici che li facevano.

Altri aspetti che gridano alla reazione fascista, alla disumanità sono le pene per gli occupanti di case, che vengono chiaramente fatte da chi non ha alternative, non ha gli altissimi redditi di ministri. 

Così è di inaccettabile ingiustizia la non sospensione della pena per le donne incinta o con bambini fino a tre anni, che ora dovrebbero essere costrette a restare in carceri sovraffollate, invivibili per un adulto, figurarsi per bambini.."

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