Tante donne, compagne di tutte le età, giovanissime come anziane, stavano alla manifestazione di Fasano contro il G7, e tante altre donne, ragazze residenti di Fasano durante il corteo dai balconi ai marciapiedi, come all'assemblea del mattino nella piazza centrale, hanno solidarizzato, ringraziato i manifestanti di esserci, per le loro parole, i loro slogan, si sono commosse, hanno finalmente "respirato" dopo tre giorni in cui si sono sentite sequestrate nel loro stesso paese; si respirava un'aria di liberazione dagli "occupanti"; così compagne femministe attive negli anni passati si sono sentite rinascere, incoraggiate che la lotta delle donne in ogni zona grande o piccola può riprendere. E siamo state noi incoraggiate!
Le compagne del Movimento femminista proletario rivoluzionario hanno reso visibile, hanno dato forte voce a questa partecipazione.
Hanno denunciato l'intero schifo del G7, il lusso, l'abbuffata dei padroni del mondo che come "occupanti" hanno buttato in faccia a una intera popolazione, a donne che non ce la fanno a comprare neanche il necessario, lo spreco, i loro miseri e orrendi affari, la loro sete di guerra per arraffare profitti.
Ma le compagne del Mfpr hanno nello stesso mostrato come costoro sembrano "potenti" ma sono dei mostri, che non hanno niente di umano, che possono e devono essere cancellati da tutti e tutte, con in prima fila le donne proletarie, doppiamente sfruttate e oppresse, in lotta, che sono dalla "parte giusta della storia".
I volti della Meloni, dei "grandi" grondanti di sangue, come la foto della "Meloni a testa in giù" - che hanno fatto gridare allo scandalo vari giornali - sono stati in realtà un simbolo di cosa sono questi capi di governo, di Stati imperialisti, che anche in queste ore si sono macchiati del sangue di bambini annegati nel Mediterraneo, che sono complici del genocidio di un intero popolo palestinese, di cui la maggioranza sono donne e bambini; ma quei volti sono anche un simbolo della loro debolezza strategica nei confronti della lotta rivoluzionaria dei popoli, dei proletari, delle donne che hanno tante ragioni in più per rompere le loro catene.
E le compagne del Mfpr hanno portato nella manifestazione a Fasano, cogliendo nei tanti interventi, negli slogan, nei cartelli, nelle discussioni con le donne, il nodo centrale di attacco alle donne posto in particolare dalla Meloni anche in questo G7: l'attacco al diritto d'aborto, il significato generale di questo attacco; unito alla reazionaria campagna di fare figli su figli per il capitale e per la guerra.
Questo tentativo di mettere le mani sul diritto d'aborto, per rafforzare l'onda nera che va dagli Usa, all'Ungheria, all'Italia, ecc., non poteva passare in silenzio nella manifestazione. Le donne lo dovevano gridare forte con la loro presenza e combattività. E le compagne del Mfpr le hanno rappresentate, assumendosi con entusiasmo, determinazione questo necessario e importante compito. E siamo contente.
Senza questa azione del Mfpr l'attacco al diritto d'aborto sarebbe stato solo oggetto di titoli sulla stampa.
Dovevamo e potevamo essere molte di più a gridare "L'attacco all'aborto non passerà, la lotta delle donne lo fermerà!" - "Non siamo macchine per la riproduzione ma donne in lotta per la rivoluzione!" - parole d'ordini verso cui tante donne di Fasano esprimevano in vari modi il loro accordo.
L'Mfpr nei giorni precedenti il G7 aveva fatto un chiaro appello al movimento delle donne, alle compagne dovunque fossero organizzate, alle donne nei sindacati soprattutto quelli di base e di classe ad esserci; un appello particolare lo avevamo rivolto a Nudm. Avevamo detto perchè era importante cogliere l'occasione di avere a poche decine di kilometri tutti insieme i capi di Stato, di governo che ogni giorno attaccano, sfruttano, opprimono, violentano, uccidono le donne, le fanno morire nelle carceri, dopo averle stuprate, torturate sessualmente, attuano un moderno più feroce patriarcalismo sia ideologico che politico e pratico; cogliere questa opportunità per manifestare tutta la ribellione, la furia, la forza rivoluzionaria delle donne.
Immaginatevi se a Fasano ci fosse stato il mezzo milione di donne che c'è stato a Roma il 25 novembre, che grande cosa sarebbe stata. Questi governanti che hanno mobilitato tutta la loro polizia, carabinieri, fino ai servizi segreti per un manifesto appeso a Savelletri contro la Meloni nei giorni precedenti il Vertice, immaginatevi la preoccupazione che avrebbero avuto se si fossero trovati centinaia di migliaia di donne in piazza.
Invece non è stato fatto. Perchè? Perchè le compagne di Nudm non ci sono state e non hanno dato indicazione di esserci? E' frutto di una logica auto rappresentativa? Perchè le compagne del movimento No Tav hanno organizzato nella stessa giornata del 15 una mobilitazione nella loro zona, invece di venire a manifestare contro i capi in testa delle distruzioni di territori e ambiente? La stessa mobilitazione grande che c'è stata a Roma il 15 del gay pride non poteva essere spostata ad altra data e invece venire a disturbare i sonni dei mostri del G7 che anche nel Vertice sono tornati nei loro biechi discorsi a metter in discussione i diritti dei Lgbtqia+?
Perchè alcune compagne, lavoratrici, precarie, disoccupate, che pur lottano ogni giorno hanno pensato, sbagliando, che questo G7, la manifestazione anti G7 era altra cosa dai loro problemi di vita, di salario, di lavoro, dalle loro lotte quotidiane, lasciando che i padroni del mondo decidano tranquilli della nostra vita, del lavoro, del salario, della salute, ecc.?
Non esserci è stato un peccato per chi non c'è stata.
Ma ora noi compagne del Mfpr riporteremo la forza potenziale delle mobilitazioni contro il G7 in ogni posto di lavoro, città, lotte.
Anche i grandi fattori positivi della mobilitazione contro il G7, il lungo lavoro fatto prima, ma anche la non partecipazione di movimenti delle donne, del movimento femminista, dimostrano quanto sia importante e decisiva l’organizzazione del movimento femminista proletario rivoluzionario dovunque, perchè la lotta, la ribellione delle donne diventi una forza poderosa e continua.
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