Migranti, la strage dei bambini. Ce n’erano almeno 26 sulla barca naufragata nello Ionio. L’Onu: “Inaccettabile, i nostri appelli all’Europa inascoltati”
Ottocento morti sulla rotta del Mediterraneo centrale dall’inizio dell’anno, cinque vittime al giorno.
“Quella barca era piena di famiglie in fuga dall’Afghanistan, donne, bambini. I superstiti li cercano disperati, ne mancano all’appello 26, alcuni di pochi mesi. Dicono che molte barche sono passate senza aiutarli». Inghiottiti dal Mediterraneo nella notte tra domenica e lunedì, quando a bordo della barca a vela con cui erano partiti otto giorni prima dalla Turchia il motore ha preso fuoco e lo scafo ha
cominciato ad affondare. Sessantacinque dispersi, la strage più grave dopo Cutro, sulla stessa rotta, la strage dei bambini.I soccorsi, dopo il mayday partito nella notte da una barca di diportisti francesi, la prima a soccorrere chi ha potuto nella notte, sono arrivati, ma c’è stato poco da fare: prima due mercantili di passaggio, un aereo a sorvolare la zona, mentre due motovedette della Guardia costiera arrivavano a trasbordare i pochi sopravvissuti, dodici.
Poche ore dopo, alcune centinaia di miglia più in giù, a sud di Lampedusa, nella stiva di una barca di legno, altri dieci migranti soffocano tra i fumi del motore dell’imbarcazione soccorsa dalla Nadir della ong Resqpeople che salva 54 persone. Per portare alla luce i corpi ammonticchiati i volontari sono costretti a spaccare le assi di legno del barcone con un’accetta.
Ottocento morti dall’inizio dell’anno, una media di cinque al giorno, contano le agenzie dell’Onu, Unhcr, Oim e Unicef che questa volta alzano la voce contro l’inerzia dell’Europa che lascia cadere nel vuoto l’invito a garantire un dispositivo di soccorso in mare. «Incidenti inaccettabili, che generano un senso di profonda frustrazione per i ripetuti appelli inascoltati a potenziare risorse e capacità per le operazioni di ricerca e soccorso in mare a supporto della guardia costiera Italiana». Una presa di posizione molto dura all’indomani delle trionfali dichiarazioni della premier Meloni sulla linea italiana in tema di immigrazione condivisa dall’Europa. A suon di morti in mare.
A Roccella Ionica, gli undici sopravvissuti (e tra loro due donne e due bambini di 12 anni) hanno politraumi, ustioni gravi, sono disidratati... I superstiti hanno parlato di 66 persone disperse. Sono partiti dalla Turchia 8 giorni fa e da 3 o 4 giorni imbarcavano acqua. Ci hanno detto che viaggiavano senza salvagente e che alcune imbarcazioni non si sono fermate per aiutarli».
«Siamo arrabbiati e tristi. La Fortezza Europa uccide», il commento della Ong che ha trainato a Lampedusa la barca con i dieci corpi.
Non una parola dal governo sulla nuova strage di migranti all’indomani delle conclusioni del G7 in cui la Meloni ha rivendicato il ruolo dell’Italia nell’affermazione della linea sui migranti in Europa.
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