sabato 10 febbraio 2024

pc 10 febbraio - Le foibe tra menzogne e immonda speculazione fascista e di Stato - commenti

Amnesie di Stato …
 
Con il “giorno del ricordo”, scordamoce ‘o passato
 
Elementi tratti da “Il Manifesto” dell’11 febbraio 2022 di Davide Conti
 
Infatti, si dimentica: - che il Tribunale di Trieste dello Stato liberale condannò a 120 anni di carcere 50 ferrovieri (italiani e jugoslavi) per lo sciopero del 1919 con l’accusa di anti-italianità e filo-slavismo; - quando a Pola nel gennaio 1920 furono condannati a 25 anni i metalmeccanici (italiani e jugoslavi) con l’accusa di cospirazione contro lo Stato e istigazione alla guerra civile; quando il 13 luglio 1920 i fascisti bruciarono la Narodni Dom (Casa del Popolo) della minoranza slovana a Trieste; quando Mussolini certificò la nascita del fascismo in quelle terre di confine su “Il Popolo d’Italia”: “… Nella Venezia Giulia i fasci di combattimento sono l’elemento preponderante e dominante”.
 
Si dimentica l’italianizzazione forzata con le leggi degli anni 1922-31, i 544 imputati del Tribunale speciale fascista e le 35 condanne a morte comminate a sloveni e croati. Dal programma del fascismo per bocca del suo capo: “Di fronte a una razza come la slava, inferiore e barbara, non si deve seguire la politica dello zuccherino, ma del bastone”.
 
Si dimentica: - l’invasione italiana di Jugoslavia e Balcani (Albania e Grecia) e con essa i crimini di guerra compiuti da regio esercito e camicie nere; - i 36.000 morti di Lubiana a causa dell’occupazione; la c.d. ‘cintura’ di filo spinato che, nel febbraio ‘42, chiuse la città e preparò le razzie dei militari italiani; - le centinaia di migliaia di donne, uomini, bambini e anziani, rastrellati e deportati nei campi d’internamento costruiti dal governo italiano a Rab, Renicci di Anghiari, Gonars, e in altre decine di località italiane.
 
Si dimentica: - le fucilazioni, le rappresaglie contro civili e partigiani; la guerra totale filtrata nelle case, nelle strade e sui monti dalle truppe dei Savoia e del duce che costò al popolo jugoslavo oltre un milione di morti; le repressioni in Montenegro comandate dal generale Alesandro Pirzio Biroli e la spietata ‘circolare 3C’ del generale Mario Roatta, capo del SIM fascista accusato dell’omicidio dei fratelli Rosselli, fuggito da Roma durante il processo e definitivamente assolto nel 1948.
 
Si dimentica: - come ci chiamavano: italiani bruciatetti, perché soliti incendiare con i lanciafiamme i tetti delle case per farli sfollare; - le migliaia di partigiani italiani che combatterono nei balcani con le formazioni di Tito per liberare la Jugoslavia e le migliaia di jugoslavi che si unirono alla Resistenza italiana e liberarono il nostro paese dai nazifascisti; - che nessuno dei 750 criminali di guerra italiani iscritti nelle liste delle Nazioni Unite alla fine della guerra fu mai processato da un tribunale internazionale o nazionale. E che la gran parte di loro venne promossa ai vertici degli apparati di forza della Repubblica in funzione anticomunista

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