lunedì 16 ottobre 2023

pc 15 ottobre - Nella settimana di sostegno alla Palestina la grande manifestazione di Milano mette in piazza la forza e la determinazione di un popolo in lotta con ogni mezzo necessario

Con la Palestina nel cuore e l’odio di classe per il terrorismo sionista israeliano
in migliaia a Milano affermano sul campo il diritto a sostenere la resistenza palestinese che il governo e l’oscena stampa di regime, stanno attaccando visceralmente

in contemporanea con le manifestazioni di Torino Firenze Brescia Parma Catania Messina Bolzano Bari Cagliari Bergamo 

un fiume in piena a sostegno del popolo palestinese - da un video della stampa

A fianco del popolo palestinese significa mettere al centro e inquadrare questa battaglia come parte della lotta di classe nel nostro paese e schierarsi senza esitazione a fianco  degli oppressi contro gli oppressori. Come tutti i giorni lottiamo per non farci schiacciare dai padroni e dagli attacchi dei loro governi amici, oggi la fascista Meloni, come lavoratori per il sindacato di classe siamo stati venerdì alle fabbriche come Tenaris e nei magazzini logistici per invitare i lavoratori alla importante manifestazione a Milano di sabato, a fianco dei popoli in rivolta nello spirito internazionalista e antimperialista, con la resistenza armata palestinese, in collegamento naturale con la lotta che facciamo tutti i giorni contro l'attacco alle condizioni dei lavoratori per ridurli a schiavi.


VENERDI' PRESIDIO A BERGAMO MENTRE A MILANO SI SCHIERA LA PIAZZA DEGLI EQUIDISTANTI CON LA RESISTENZA PALESTINESE 



SABATO MANIFESTAZIONE A MILANO

Un grande corteo quello di sabato pomeriggio a Milano, che dalla stazione è arrivato a prendersi alcune vie popolari della città, salutato calorosamente dalle finestre, dai marciapiedi di via Padova, un corteo unitario, per valorizzare un termine il più delle volte abusato, unito in piazza dalla rabbia, dal dolore, dalla commozione, dal sostegno schierato alla resistenza palestinese fino alla vittoria, con tantissimi giovani, in maggioranza ragazze, combattive come le donne, protagoniste e voci instancabili di tutto il corteo, dei lavoratori, delle forze sociali e politiche solidali con il popolo palestinese.


Per tutto il corteo si è alzata forte e chiara la denuncia che terrorista è uno, lo stato sionista di Israele, che da oltre 70 anni occupa le terre palestinesi, imponendo ogni tipo di privazione e sopruso, con violenza genocida, che per questo non ci potrà essere mai pace senza la giustizia della fine dell’occupazione, ‘Free Palestine, Intifada fino alla vittoria’.


Significative le parole di una giovane studentessa ‘sono sorpresa che ci fossero anche italiani, oltre arabi e di religione mussulmana. Un bel momento in cui abbiamo protestato e mostrato tutto il nostro appoggio alla comunità palestinese. Abbiamo fatto capire che non sono soli. Ma soprattutto abbiamo fatto capire allo stato italiano e alle testate giornalistiche che saremo liberi d esporre la nostra opinione nonostante la loro volontà di mostrare solo quello che conviene a loro’.

Parole non isolate, contro i tentativi di criminalizzare e di reprimere anche nel nostro paese chi sostiene la causa palestinese, di pari passo con l’oscena campagna della stragrande maggioranza dei media, denunciati con rabbia per tutto il corteo, per aver azzerato la storia cominciando a raccontarla dal 7 di ottobre, rovesciando il ruolo storico tra aggrediti e aggressori, a difesa dello stato fascista, sionista di Israele, dei suoi massacri, dell’occupazione con ogni mezzo, della sua esistenza a difesa degli interessi imperialisti occidentali, degli Usa, nell’area.

Poco presente in generale la denuncia del governo Meloni e del suo ruolo, già tra i principali fornitori di armi, e oggi attivamente schierato a sostegno di Israele e della sua guerra al popolo Palestinese.

Spieghiamo poi che non è un problema di nazionalità, ma della coscienza di classe, di essere e sentirsi parte del proletariato internazionale e quindi solidali con i popoli che lottano e si ribellano e di sostenerli attivamente e coerentemente, un lavoro politico che deve essere rivolto anche verso i lavoratori, oggi difficile, ma che può trovare alimento nella causa palestinese e in questa nuova ondata della sua resistenza armata.










 


Necessità di fare chiarezza sempre tra le posizioni e di isolare quelle forze filo israeliane che parlano di pace sotto le bombe, il che equivale sostenere l’imperialismo israeliano. E che con il trasformismo mettono i piedi da tutte le parti. Ma non hanno diritto di cittadinanza qui, sono da smascherare, perchè vanno a minare la causa palestinese.
Fanno da sponda, invece di contrastarla, alla propaganda che cerca di diversificare la resistenza e Hamas rimuovendo le cause della giusta lotta di liberazione di un popolo con tutti i mezzi necessari

Come può trovare posto in una manifestazione per la Palestina chi firma il comunicato ‘Orapace’ che esprime una presa di posizione equidistante tra Israele, la Palestina e Hamas oggi organizzazione che guida la resistenza?

Chi manifesta con loro, non fa un servizio alla causa palestinese. Sono da isolare, tenere lontani, sono il ricorrente cancro di un movimento che invece ha bisogno di crescere in coscienza e in forza, anche portando in campo il 21 nelle giornate di lotta contro le basi e la guerra imperialista, il sostegno alla lotta di liberazione del popolo palestinese.


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