giovedì 15 giugno 2023

pc 15 giugno - Funerali di Stato per Berlusconi, un osceno spettacolo.... - Testo da ORE 12 Controinformazione Rossoperaia del 14 giugno Speciale Berlusconi

 

Questo speciale di oggi è una prima parte sintetica che riteniamo necessario che i proletari, i lavoratori, le masse popolari ascoltino e si facciano un loro punto di vista.

Altra cosa è una analisi più profonda del fenomeno Berlusconi, inserita nel sistema capitalista italiano e il suo significato storico su tutti i piani, e altra cosa ancora è il rapporto tra il berlusconismo, fino all’epigono attuale rappresentato dal governo Meloni, e il moderno fascismo nel suo complesso, e in che maniera questo moderno fascismo è parzialmente penetrato nelle file dei proletari e delle masse popolari e ha contribuito allo stato di cose - negativo - della lotta dei lavoratori e delle masse oggi contro il sistema capitalista e imperialista che li opprime.

Oggi però partiamo innanzitutto da “un'operazione” che potremmo chiamare “verità”.

Oggi non è una giornata di lutto nazionale ma sarebbe piuttosto giusto chiamarla “una giornata di indignazione nazionale” a fronte del fatto che un governo come questo che abbiamo si assume il diritto di proclamare un lutto nazionale.

Un lutto nazionale che evidentemente non hanno mai meritato, neanche lontanamente, i tanti lavoratori morti sul lavoro: ieri sono morti altri sei operai e sono morti in tutte le maniere e fanno parte di quell'esercito di 561 operai morti dall'inizio di quest'anno. Per non parlare dei ragazzi, dei giovani: sono 74 i morti negli ultimi tempi, di cui in particolare hanno colpito la coscienza degli studenti, i giovani morti in “formazione” scuola-lavoro, mandati al macello nelle aziende.

Quindi il lutto di che?

Invece il potere politico del nostro paese, la classe dominante, si assumono la responsabilità di

dichiarare lutto nazionale la morte di Berlusconi, cioè di mettere la figura di Berlusconi al di sopra di tutto e di cancellare con un tratto di pena tutto quello che realmente è stato Berlusconi e imporcelo, attraverso partiti, Parlamento, Stato, la grande campagna dei mass media, come grande figura nazionale nel nostro paese, rappresentante dell'Italia.

Questo è ciò che ci indigna di più.

Il Parlamento sospeso, i ministri a riposo, la presidenza della Repubblica che va lì ad omaggiare Berlusconi.

Il Presidente della Repubblica è Mattarella, il cui fratello è stato ucciso dalla mafia e buona parte della fortuna politica e sociale dello stesso Presidente della Repubblica è dovuta ad essere rappresentante di questa figura storica connessa ai grandi delitti di mafia. Con che coraggio, con che faccia, va ad omaggiare Berlusconi, visto che è ben notorio il suo legame storico e pratico con la mafia, rappresentata in forma esemplare del suo sodale di sempre, uno dei fondatori del suo partito e uno dei puntelli della sua storia economica come imprenditore, rappresentato da Dell'Utri?

Nessuno, neanche il più sprovveduto nel nostro paese, il più disinformato può negare il legame organico e storico che Berlusconi e il suo impero economico hanno avuto nella sua genesi con la mafia e negli anni successivi, per il supporto che costantemente ha avuto da questa fazione del capitalismo illegale in questa storia.

Tutti oggi, i parlamentari, i governanti, parte dell'imprenditoria, il sistema in generale, il gigantesco apparato dei mass media, delle televisioni, dei giornali, celebrano il loro benefattore, chi li ha creati: sono sui libri paga, devono a Berlusconi le loro fortune economiche, la loro popolarità e anche la loro collocazione nel sistema in questo paese. Ed è evidente che è un omaggio al loro padre-padrone e utilizzatore iniziale e finale.

Quindi è il loro lutto e il loro lutto vuole essere trasformato nel lutto di tutti, nel lutto dei proletari, dei disoccupati, di precari, delle donne, dei giovani, che nel nostro paese evidentemente non hanno nulla da piangere né dal rimpiangere nella figura di Berlusconi.

Tutta la genia che oggi celebra Berlusconi è all'insegna di “chiagni e fotti”, come si dice in un detto popolare. E’ fin troppo rappresentativo chi sono.

Pensiamo al sistema politico che si blocca per Berlusconi. Il PD ha sospeso la riunione del suo organo dirigente - e questo dovrebbe essere un partito di opposizione! - per rispetto alla figura di Berlusconi.

Sul colpo ancora caldo del morto, gli uomini di Berlusconi, il suo “cerchio magico”, la sua banda più ristretta, invece, si è riunita tranquillamente subito per ripartirsi le poltrone, per stabilire chi comanda e chi non comanda, ora che Berlusconi è morto. Ecco di che genia è fatta oggi chi sta celebrando Berlusconi.

Per non parlare del funerale di Stato, costruito come una grande rappresentazione, mobilitando l'insieme dell’apparato dello Stato.

Ma tutta all'insegna della menzogna! Non è vero che milioni di persone non vedono l'ora di partecipare al funerale di Berlusconi. Il conteggio dei numeri che viene dato che, per un evento di questo tipo sarebbe quasi normale, vuole mandarci il messaggio che ci sarebbero milioni di persone che avrebbero partecipato al funerale di Berlusconi.

Così la farsa messa in piedi in occasione dell'andata ad Arcore. Ad Arcore ci sono andati quattro gatti e per riempire un po' il parquet fuori della sua villa sono stati mobilitati i tifosi del Milan e del Monza e la televisione ha cercato continuamente di rappresentarli come chissà quanti fossero. Ma anche qui le immagini tradiscono la cosa: l’evento della morte di Berlusconi non ha avuto alcuna partecipazione reale popolare.

Oggi i giornali registrano che l'audience delle sue televisioni è calata di brutto in questi giorni, la maggior parte anche di coloro abituati, male abituati, a vedere le sue televisioni ha cambiato canale, così come sono stati un flop la maggior parte delle trasmissioni a lui dedicate.

E’ una grande menzogna quella che viene messo in moto, per non dire del fatto che venga celebrato a livello internazionale e che ci sia chissà chi al suo funerale: vengono l’emiro del Qatar e uno squalificatissimo minuscolo capo reazionario di stampo meloniano dell'Ungheria e dell’Albania. Per il resto burocrati e rappresentanti ultra secondari della politica internazionale, del sistema internazionale.

Quindi, in realtà, non c'è nessuno omaggio internazionale.

Berlusconi ha rappresentato la faccia peggiore dell'Italia nel mondo e questo si può toccare con mano per chiunque abbia modo di “frequentare il mondo”, non solo il mondo politico/economico e sociale, ma anche il mondo “normale”.

Siamo diventati una barzelletta: il presidente del “bunga bunga”, il presidente del controllo monopolistico delle televisioni, il presidente del legame con la mafia e con la grande criminalità, il presidente del parassitismo, del nepotismo, di un sistema politico fondato su di sé, in cui gli unici interessi prevalenti erano i suoi.

Giustamente qualcuno ha detto: si ricordi una sola riforma, un solo provvedimento di questa lunga epopea di governi di Berlusconi, o sostenuti da Berlusconi, che abbia migliorato la condizione salariale, normativa, della sanità, della salute e così via?

Ha migliorato il San Raffaele, trasformato in un ospedale personale ma la Sanità è degradata come non mai e tutti i suoi uomini hanno messo mano alla sanità privata che è stata una delle concause fondamentali della trasformazione della pandemia in strage.

Un osceno spettacolo, l'ultimo osceno spettacolo messo in moto per celebrare un uomo il cui curriculum è ben lungo: dalla P2 alla mafia.

E’ il sistema berlusconiano centrato su un sistema di “valori” che ha trasformato in negativo la natura del nostro paese, influenzando anche la natura del nostro popolo.

E’ la concausa - anche se non va trasformato in un gigante - del degrado politico e sociale umano, morale e culturale che oggi avvelena il nostro paese, le nostre vite.

Lo vogliono fare passare per un lutto nazionale, peraltro ostentato da tutti i suoi cortigiani che si stringono intorno a Berlusconi, intorno a sé stessi, con l'idea di conservare il potere in eterno e di riprodurlo.

Questo tipo di sistema, questo tipo di politica, questo tipo di rappresentazione, è quello che più ci deve indignare perché mostra la faccia più putrescente del sistema capitalistico e dello Stato nel nostro paese, uno Stato che celebra un funerale di Stato a un uomo che ha avuto in questi anni numerosi processi e tutti i processi andati parzialmente in fumo perché non si potevano portare a termine in un sistema controllato dallo stesso imputato. Inutile raccontare che i giornali sono pieni di che cosa siano stati questi processi, di quale farsa sia stata messa in atto nei Tribunali per impedire le condanne di Berlusconi, e quindi oggi qualcuno può dire: ma Berlusconi è stato condannato una sola volta!

Ecco la giustizia nelle mani dei potenti, nelle mani del sistema capitalistico, è una giustizia in grado di colpire pesantemente i poveri, il piccolo cittadino, l’immigrato, invece è totalmente impotente - anche quando ci si mette - per colpire i potenti.

I potenti mostrano in questa ostentata riconoscenza a Berlusconi la loro arroganza, il loro considerare le istituzioni come cosa propria, il loro considerare il paese come cosa propria.

I potenti di questo paese, i grandi esponenti politici del Grande Capitale come della politica, hanno vissuto una sola stagione in cui hanno avuto paura: la stagione della rivolta operaia studentesca del '68-70, la stagione delle Brigate Rosse. Durante questo periodo i potenti hanno avuto realmente paura che il popolo li chiamasse a un rendiconto e potesse rovesciare il loro sistema, le loro ricchezze e potesse cambiare realmente questo paese - al di là della strategia e della tattica degli anni settanta, le stesse Brigate Rosse hanno mostrato chiaramente la loro inefficacia nel trasformare la lotta di classe, la lotta delle masse, l'odio di classe in forza di popolo in grado di rovesciare l'intero sistema.

Però in quel periodo avevano paura, mentre oggi fanno paura.

Si considerano inattaccabili e si possono permettere di celebrare uno dei suoi esponenti più degradati come un grande italiano, un grande esempio, un grande uomo del nostro paese.

Noi possiamo denunciare, e in questi giorni tanti anche nelle nostre file, anche nel movimento popolare stanno denunciando ciò che è stato Berlusconi. Ma oggi il nostro problema non è solo di denunciare solo ciò che è stato Berlusconi - anche se non ci si deve mai stancare di farlo - ma ciò che è diventato l'intero sistema, l'intero Stato, l'intero modo di produzione capitalistico, e di ciò che è diventata invece la condizione operaia, la condizione delle masse popolari, la condizione generale di civiltà in generale in questo paese, di democrazia, di dignità.

Noi siamo la voce di questo altro mondo e cogliamo anche l'occasione di questo funerale, di questa morte, per dire a noi stessi, ai proletari, alle masse: davvero vogliamo un mondo come quello di Berlusconi? La morte di Berlusconi non può essere invece il segnale che questo mondo è morente?

Berlusconi era una patetica figura, “rifatto” negli ultimi anni, un'immagine di mummia tenuta in vita per poter raccontare sempre la stessa storia. Ebbene, questo mondo deve essere rovesciato, il mondo di Berlusconi, il mondo del grande capitalismo, il mondo dei grandi sfruttatori, il mondo dei grandi parassiti, il mondo delle televisioni berlusconiane, della mercificazione come sistema, del sessismo, del patriarcalismo nella sua faccia peggiore che ci ha reso anche uno dei paesi dove è più arretrata, più oppressa, la condizione della vita delle donne e delle donne lavoratrici in generale.

Noi, i proletari, le masse popolari, non abbiamo nulla da rimpiangere nella morte di Berlusconi.

La sua parte più cosciente, più combattiva, lo sa bene ma la parte più cosciente e più combattiva deve fare un'operazione di controinformazione, di educazione, legata all'organizzazione della lotta dei lavoratori e delle masse.

Perchè se si è affermato il sistema politico berlusconiano, se oggi ci ha portato fino all'ultima vicenda di un governo in mano fascisti ed ex fascisti, evidentemente oltre che merito degli avversari di classe, dei padroni del vapore, della grande borghesia che li ha tenuti come comitati d'affari di cui essi stessi facevano parte, è sicuramente il segno dell'assenza di una sinistra, di un partito comunista, dei rappresentanti politici e sociali dei proletari e delle masse popolari.

La morte di Berlusconi ha rilevato la miseria politica e morale della sinistra parlamentare, presente dentro fuori al parlamento, che si è subito accodata al coro del rispetto, e non si è sentita nessuna voce, di nessun genere, che ne segnasse il suo carattere di opposizione.

E questo ci dimostra che in questo paese l'opposizione proletaria e sociale ha bisogno della riorganizzazione della classe operaia, dei proletari, sia sul piano politico/sindacale, sia sul piano ideologico/culturale, perché abbiamo bisogno di ricostruire dalle fondamenta il potere alternativo e una visione sociale e politica alternativa a quello che il mondo morente di Berlusconi che ci presenta in questi giorni.

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