lunedì 12 giugno 2023

pc 12 giugno - Altri profitti di guerra per la Fincantieri per un nuovo sottomarino alla Marina militare, per un sempre maggiore protagonismo dell'Italia imperialista

E il Parlamento approva.

Il nemico è a casa nostra: si chiama governo Meloni/Crosetto, in continuità sul potenziamento militare - e con il suo valore aggiunto fascionazionalista- con gli altri governi dei padroni e con gli uomini del PD alla Difesa, si chiama complesso militare-industriale.

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L’Italia amplia le sue politiche per il potenziamento militare. Saliranno da due a tre i sottomarini che Fincantieri costruirà col sostegno del programma europeo per la Difesa comune Occar, l’Organizzazione congiunta per la cooperazione in materia di armamenti, per rinforzare l’arma marittima di Roma.

Le Commissioni Difesa di Camera e Senato non hanno avuto infatti nulla da eccepire e hanno dunque dato, come richiesto, semaforo verde ex post al contratto che a inizio 2023 Fincantieri e Occar avevano concluso per cantierare il terzo battello fondato sulla classe tedesca U-212 che

entrerà in servizio da qui ai prossimi dieci anni.

Inizialmente la Marina aveva commissionato a Fincantieri due battelli, più due in opzione. Essi sono destinati, secondo i piani del 2021 finanziati già dal 2019 con apposite voci di spesa, a entrare in linea rispettivamente nel 2027 e nel 2029 come battelli lanciamissili destinati a sostituire, gradualmente, quelli ben più convenzionali della classe Sauro prossimi ad essere radiati.

Il programma Near Future Submarine, cinque anni dopo l’iniziale concezione ad opera del governo Conte I e dell’allora Ministro della Difesa Elisabetta Trenta, è stato consolidato ed espanso da Lorenzo Guerini prima e Guido Crosetto poi in un contesto di revival dell’interesse industriale italiano per la Difesa e di grande dinamismo di Fincantieri. Presidio delle grandi filiere europee della Difesa da un lato e “conquistatrice” di mercati che vanno dal Marocco agli Stati Uniti in cui la cantieristica italiana è sempre stata sottorappresentata dall’altro.

Secondo le Linee di indirizzo strategico 2019-2034 della Marina Militare l’obiettivo sarà avere in linea alla fine del processo quattro U-212 della versione Near Future Submarine (Nfs) da aggiungere ai quattro già in linea di impronta tradizionale, facenti riferimento alla classe Todaro ed entrati in servizio tra il 2003 e il 2015: parliamo dei sottomarini Salvatore Todaro (S 526), Scirè (S 527), Pietro Venuti (S 528) e Romeo Romei (S 529). L’Osservatorio Mil€x, attento studioso delle spese militari nazionali, ricorda che sul piatto per il programma ci sono oltre due miliardi di euro. 1,35 miliardi serviranno a costruire, testare e mettere in linea i primi U-212 Nfs italiani, 659 milioni per il terzo a cui se ne aggiungeranno più o meno altrettanti l’eventuale quarto battello non ancora opzionato. La spesa totale può superare in fin dei conti i 2,6 miliardi di euro.

L’U-212 di nuova concezione, aggiunge il portale, “sarà armato non solo di siluri ma anche di missili da crociera guidati (cruise) per sferrare attacchi in profondità contro bersagli terrestri”. Una capacità multiruolo che renderà i nuovi battelli adatti a missioni di supporto a unità navali italiane e delle flotte alleate in un contesto plurimo di missioni: dall’appoggio ravvicinato a eventuali forze terrestri all’interdizione navale, passando per il contrasto alla pirateria e la difesa delle infrastrutture critiche presenti sul fondo del mare e degli oceani.

Un nuovo salto di qualità, dunque, quello promosso dalla Marina Militare che sta ampliando la sua struttura per costituirsi a flotta capace di solcare le acque del Mediterraneo Allargato proteggendo il sistema-Paese da tutte le minacce alla sicurezza nazionale. I nuovi U-212 Nfs permetteranno, complementari al varo della nave multiruolo Trieste, alla progettata trasformazione di Nave Garibaldi in piattaforma di lancio e all’aumento della capacità di gestione di missioni in ogni angolo del pianeta dimostrato di recente dalla Marina, a amplificare il sistematico potenziale di proiezione di Roma a tutela degli interessi del Paese, in un contesto ove la sicurezza del Mediterraneo si salda a quella dei maggiori oceani. E in cui, per l’Italia, la deterrenza contro ogni minaccia è fondamentale. E vale la spesa in difesa e sviluppo di nuovi sistemi d’arma capaci di rendere credibili le sue potenzialità.

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