giovedì 18 settembre 2025

pc 18 settembre - Ravenna: oggi carico di esplosivi per Israele è stato bloccato al Porto dopo la segnalazione dei portuali, importante risultato della manifestazione del 16

Dallo Slai Cobas sc di Ravenna:

Ora anche gli altri porti devono seguire questo esempio

Il 16 la manifestazione aveva costretto l'azienda di Stato sionista Rafael a rinunciare all'incontro con l'Autorità portuale. L’Autorità portuale di Ravenna è nel comitato di controllo del progetto finanziato nell’ambito del programma europeo Horizon insieme al ministero della Difesa di Israele, ed è inoltre “addestrata” dall’Università di Tel Aviv (Francesca Albanese lo aveva denunciato sul suo rapporto ripreso dall'inchiesta/denuncia della giornalista Linda Maggiori in un art. https://altreconomia.it/undersec-la-sicurezza-portuale-in-mano-a-israele-il-ruolo-di-ravenna-e-dei-partner/)

I portuali hanno denunciato l'arrivo di container di materiale bellico pronti ad essere caricati per Israele (Haifa) e hanno informato il sindaco, che è anche azionista Sapir, proprietaria dei terminal e delle infrastrutture al Porto, che ha bloccato il carico.

I traffici di armi coperti da governo e dogane, la legge 185/90, l'art. 11 della Costituzione violata proprio da loro.

Domani manifestazione CGIL  al Porto a cui partecipiamo come Slai Cobas sc

Prepariamo quello che serve: lo sciopero necessario, vero e lo ribadiremo domani a Ravenna e nella giornata nazionale di lotta del 22 settembre.

Il 26 a Ravenna ci sarà l'incontro con Francesca Albanese che già si annuncia molto partecipato

La prima mobilitazione per la rottura di qualunque legame con Israele al Porto di Ravenna è stata organizzata dallo Slai Cobas di Ravenna il 9 agosto ed è proseguita
con la manifestazione del 16
la manifestazione del 16 settembre 

I camion portacontainer (classificati 1.4 – esplosivi) lasciano il Porto. Il nuovo carico di esplosivi per

Israele sarebbe dovuto poi salpare su "una nave cargo della compagnia israeliana Zim, la Contship Era", nave che batte bandiera liberiana, giunta proprio questa notte nel porto ravennate. Non si sa attualmente quale sarà a questo punto la destinazione dei due camion portacontainer.

Lo ha annunciato il sindaco Barattoni, che ha manifestato a Sapir la propria contrarietà insieme a Provincia e Regione

18 Settembre 2025

Due container di armi e componenti bellici diretti in Israele (classificati come “esplosivi”) non saranno imbarcati al porto di Ravenna.

Sul tema, è in corso una conferenza stampa indetta «d’urgenza» dal sindaco Alessandro Barattoni, che ha rivelato di essere stato informato dell’arrivo dei container da alcuni lavoratori del porto. La segnalazione, arrivata nella serata di ieri (17 settembre), riguardava l’arrivo di due camion dal confine austriaco contenenti materiale esplosivo di classe 1.4, attesi nella mattinata di oggi al terminal cittadino per essere imbarcati in direzione Haifa. 

Dopo la verifica della segnalazione, Comune, Provincia e Regione, in quanto azionisti, hanno quindi inviato una Pec alla Sapir per manifestare la propria contrarietà. L’azienda ha conseguentemente fatto sapere che non imbarcherà i container: «Siamo a chiedervi di valutare tutte le possibili azioni giuridiche per evitare che armi destinate a paesi in conflitto armato possano transitare nei terminal in concessione – si legge nella nota – come atto generale vi proponiamo inoltre di inserire formalmente nel codice etico di Sapir un articolo relativo al valore della Pace e della protezione internazionale dei diritti dell’uomo».

La lettera è stata inviata questa mattina, e poche ore dopo Sapir ha comunicato allo spedizioniere e alla compagnia di navigazione l’indisponibilità di scarico nel terminal ravennate. Secondo quanto annunciato dal sindaco sui social, i due camion portacontainer avrebbero lasciato il porto di Ravenna nel pomeriggio. 

Da parte del sindaco di Ravenna arriva anche l’appello al ministero: «Abbiamo contattato il ministro Salvini in data 2 settembre perchè riteniamo necessaria un’azione da parte del governo italiano che fa finta di non vedere e non sapere che dai porti delle città italiane stanno partendo armamenti diretti in Israele».

Il governo, nella persona dei min. Tajani e di Salvini continuano a coprire i traffici di armi diretti ad Israele, a violare la L. 185/90: 

Nei container bloccati al porto di Ravenna e diretti ad Haifa "non ci sono armi e munizioni italiane, non abbiamo mandato armi italiane": lo ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani, rispondendo a un question time in Senato. "Non serve autorizzazione per nulla che parta dai porti, quindi io non so nulla di cosa è successo perché non sono armi italiane e munizioni italiane, mi dispiace, non abbiamo parlato armi italiane".

Il ministro Salvini aveva passato la palla all'Autorità Portuale, a cui competerebbe nelle sue parole “la gestione e il controllo delle attività portuali”. Aveva aggiunto anche "I porti si governano con regole non con polemiche". A sua volta l'Autorità Portuale aveva risposto: "La specifica attività di controllo sulla natura della merce che transita nel porto è demandata ad altri soggetti che la esercitano nel rispetto di quanto previsto dalla normativa vigente". In merito alla legge 185/1990 relativamente alle spedizioni di armi dall’Italia o destinate all’Italia, che ha tra i suoi obiettivi prevenire il sostegno a conflitti e a violazioni dei diritti umani, aveva detto di non riceve alcuna informazione né preventiva né successiva. A far discutere è anche la partecipazione dell'Autorità portuale di Ravenna al progetto UnderSec, che vede come partner l'azienda israeliana Rafael, il ministero della Difesa israeliano e l'università di Tel Aviv.

Anche le dogane (dipendenti dal ministero Economia e Finanze) sono parte del muro di gomma a copertura dei traffici di armi diretti ad Israele: avevano ammesso il transito di armi verso Israele ma si celano dietro “correttezze procedurali” . Ancora una volta la "banalità del male".

Nell'ambito della mobilitazione nazionale CGIL, il 19 a Ravenna ci sarà sciopero e manifestazione diretta al Porto.

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