giovedì 18 settembre 2025

pc 18 settembre - Con la resistenza palestinese ora più che mai!

 da Ore12/Controinformazione rossoperaia

Va avanti la “soluzione finale” nei confronti del popolo palestinese da parte di Israele, va avanti con il sostegno dei paesi imperialisti che hanno permesso che la Striscia di Gaza Israele la potesse trasformare in un enorme campo di sterminio.

400 mila palestinesi in fuga dalla Striscia, ogni giorno le bombe arrivano più vicine, i droni volano in continuazione e su Gaza City assediata dai carrarmati, Israele rovescia bombe su bombe, ha colpito scuole gestite dall’Unrwa, l’agenzia Onu che soccorre la popolazione nei campi profughi, ha colpito le cisterne d’acqua, continua a bombardare, a radere al suolo edifici residenziali e grattaceli commerciali, continua a colpire le tende degli sfollati e ha preso di mira anche l’Università, lascia morire di fame il popolo palestinese, lo sta deportando forzatamente.

Chi è il vero terrorista? Israele è il vero terrorista.

Nelle ultime 24 ore i morti accertati sarebbero 68, tra cui 10 che stavano cercando aiuti e sono stati uccisi dai mercenari della Ghf, la società americana privata che gestisce gli aiuti, ci sono stati 346 i feriti. Il bilancio complessivo delle vittime fornito dal ministero di Gaza è dunque salito a oltre 64.800 morti e circa 165.000 feriti dall’inizio della guerra.

Intanto i coloni, supportati dai militari, attaccano i villaggi della Cisgiordania.

Trump ha inviato il segretario di Stato Rubio per trasmettere a Netanyahu tutto l’appoggio della sua amministrazione al genocidio in corso, tutto il suo sostegno alla deportazione di massa e all’annessione di parte della Cisgiordania.

L 'Assemblea generale dell'Onu, a cui Trump ha negato i visti alla delegazione palestinese, ha votato a favore di uno Stato palestinese «ma senza Hamas». Ma che bella lezione di democrazia! Sanno bene gli ipocriti cantori della democrazia imperialista che Hamas aveva vinto le elezioni a Gaza e si arrogano il diritto di eliminare questa formazione politica e militare sostenuta dal popolo, una componente fondamentale della Resistenza palestinese assieme ad altre forze politiche combattenti. Su Hamas le

Nazioni unite imperialiste riportano le stesse parole che usa Israele anche se parlano di “riconoscimento di uno Stato palestinese”.

E’ la resistenza palestinese che Netanyahu e gli imperialisti che lo sostengono vogliono annientare.

Infatti Netanyahu risponde che «non ci sarà mai uno Stato palestinese» perché il Grande Israele è il suo vero obiettivo, l’occupazione coloniale dal Nilo all’Eufrate, che, cancellando la Palestina e cacciando il popolo palestinese con la pulizia etnica ed il genocidio, mira ad includere parti di Siria, Libano, Egitto, Giordania, e su questo i paesi imperialisti, in primo luogo gli USA, e gli altri, con l’Italia di Meloni, non gli fanno mancare il proprio sostegno a tutti i livelli, militare, politico, economico, Israele è il “cane pazzo” a difesa dei loro interessi imperialisti, scatenato contro le masse arabe.

Israele ha ucciso la delegazione di Hamas in Qatar, ha attaccato 4 paesi arabi sovrani in violazione a qualunque diritto internazionale, ora vuole annettere parti della Cisgiordania, e le borghesie arabe rimaste in silenzio fino ad oggi, cominciano, forse, a svegliarsi.

C’è stato l’incontro a Doha. In Qatar si sono riuniti i leader dei Paesi arabi e islamici e da qui è partita la proposta del presidente egiziano Al Sisi per la costituzione di una specie di Nato araba, con 20 mila soldati da mettere sul campo ogni volta che venga colpita la capitale di uno degli Stati membri.

Sta crescendo tra i regimi di questi paesi l’opposizione agli accordi di Abramo, da loro stessi firmati, voluti dall’imperialismo USA - le masse arabe fin dal primo momento non li avevano sostenuti mentre invece sono stati i regimi reazionari a firmarli per entrare nel gruppo dei potenti della finanza, dei padroni e delle banche. Ma ora, di fronte al terrore genocida sionista che colpisce anche loro stessi, cosa aspettano a colpirlo almeno con l’embargo, con le sanzioni? Sarebbe veramente cambiato il corso di questo orrore nazisionista se fossero intervenuti militarmente contro Israele, ma ora anche attuare un boicottaggio sarebbe stato un passo avanti nell’ostacolare i piani genocidi ti Israele.

Sul sangue versato dai palestinesi il fascio-imperialista Trump si è lanciato come uno sciacallo riproponendo l’osceno piano che poteva venire in mente solo a un miliardario fascista che non vede l’ora di mettere le sue luride mani sulle rovine di Gaza con i profitti della ricostruzione di Gaza Riviera per i ricchi una, volta cacciati tutti i palestinesi dalla loro legittima terra.

Un altro degno compare del boia Netanyahu si fa avanti in maniera esplicita ed è l’India con un altro fascista al potere, Modi, il massacratore del suo popolo, che all'inizio di questa settimana, ha firmato un accordo storico sugli investimenti con Israele. L'accordo, noto come Accordo Bilaterale sugli Investimenti (BIA), è un patto che lega le economie di India e Israele a lungo termine, firmato dal ministro delle finanze israeliano, Smotrich, così Nuova Delhi non ha solo segnalato il suo sostegno a Israele, ma ha promesso di legare il proprio destino economico e politico a quello di Israele.

Oltre al sangue quotidiano di bambini, donne, civili, c’è la fame come strumento della sua guerra genocida, c’è la deportazione, i figli separati dai genitori, le carceri dove sono rinchiusi 6 mila detenuti palestinesi, e, tra di essi, persino più di un centinaio sono gli operatori sanitari (e questa notizia viene dalla fonte di una Ong israeliana, che denuncia abusi e torture nelle galere, migliaia di “sparizioni forzate”, anche anziani e donne dentro le carceri, arrestati come combattenti illegali, (“Una donna ha avuto un aborto spontaneo e sanguinava abbondantemente. Ad un’altra è stato tolto il bimbo che allattava”).

La relatrice speciale delle Nazioni Unite sulla Palestina occupata, Francesca Albanese – tra l’altro colpita dalle sanzioni di Trump che gli hanno revocato il visto e congelato i suoi beni in banca perché accusata di “cooperare con la Corte penale internazionale” e addirittura di costituire “una minaccia per l’economia globale”- ha usato queste parole: “La Palestina ci sta rivelando, con un immenso sacrificio esistenziale, il mondo di idioti in cui viviamo. Se non saremo in grado di fermarlo e se non saremo in grado di garantire che sia l’ultimo genocidio della storia, che sia l’ultimo crimine che Israele possa commettere contro i palestinesi, allora avremo davvero perso ciò che resta della nostra umanità”.

E i popoli del mondo, di fronte al genocidio, stanno dimostrando che la nostra umanità, l’umanità del popolo, dei giovani, dei lavoratori, non è affatto perduta e cresce sempre di più la solidarietà verso il popolo palestinese. Dove c’è la presenza di rappresentanti di Israele partono le proteste a tutti i livelli.

A Madrid la tappa della Vuelta, il “giro di Spagna”, è stata definitivamente sospesa con una enorme manifestazione di solidarietà con Gaza, si parla di 100 mila scesi nelle strade a bloccare il giro, una protesta a cui il Primo Ministro spagnolo Sanchez ha espresso il suo sostegno.

La Global Sumud Flotilla è salpata da Italia, Tunisia e Grecia per unirsi in acque internazionali per portare gli aiuti alimentari che Israele, gli USA e la complicità dei governi europei negano ai palestinesi della Striscia, e  –continuiamo a sottolinearlo - dove spicca per servilismo quello italiano di Meloni. La Freedom Flotilla partirà a fine settembre dalla Puglia e dalla Sicilia

I governi di ogni paese avrebbero dovuto fare a gara nel consegnare alimenti, sostegno sanitario e tutto quello di cui ha bisogno il popolo palestinese per sopravvivere al genocidio, invece tutti zitti e complici quando Netanyahu ha il coraggio di definire “terroristi” gli attivisti solidali che si stanno dirigendo su Gaza per rompere l’assedio. I popoli si stringono con la Flotilla e fioriscono 10-100-1000 manifestazioni di sostegno di questa iniziativa per dire ad Israele, all’unico, vero, terrorista: “giù le mani dalla Flottilla”.

E cresce l’opposizione a Israele anche nel nostro paese.

La mobilitazione per la libertà di Anan e degli altri prigionieri palestinesi che lo stato italiano sta processando in nome e per conto di Israele non trova spazio nei giornali ma è attiva questa mobilitazione e si esprime davanti ai Tribunali come quello de l’Aquila che lo sta processando alle manifestazioni in solidarietà alla Palestina.

C’è stata la protesta ad Olbia per la presenza dei soldati israeliani che si riposano in resort di lusso nelle Marche e in Sardegna dopo avere ammazzato quanti palestinesi possibile, bestie sioniste accolte da accordi tenuti nascosti da Meloni e Piantedosi.

Mentre il capo del governo in Spagna è solidale con le proteste per la Palestina, in Italia abbiamo i “migliori amici di Israele”, Meloni e Salvini. 

Anche i lavoratori cominciano a schierarsi. Lo Slai Cobas per il sindacato di classe ha raccolto l’appello che viene dai sindacati palestinesi per lo sciopero e dove siamo presenti lo abbiamo diffuso nelle fabbriche, nei luoghi di lavoro, nelle manifestazioni.

Timidi segnali stanno arrivando dalla Cgil e Fiom, rimasti in silenzio contro il genocidio fino adesso e che ora parlano di coinvolgimento dei lavoratori ma senza mettere in campo assemblee, fermate, blocchi, scioperi innanzi tutto. Dobbiamo continuare a incalzarli su questo per un effettivo sciopero che blocchi la produzione in solidarietà con la Palestina (la Fiom il 16 ha indetto uno sciopero di 4 ore - ndr).

In questi giorni dai porti marittimi cresce il movimento di solidarietà.

I portuali di Genova hanno caricato una nave con gli aiuti umanitari e un loro rappresentante è salito a bordo di una nave della Flottilla. “Blocchiamo tutto se toccano la Gaza Sumud Flotilla” e questo viene detto in tante manifestazioni.

Ora si sta preparando la giornata nazionale di lotta per il 22 settembre che noi sosteniamo come tappa per un vero sciopero generale.

Anche a Ravenna si è costituito un comitato di portuali che si rifiuta di caricare armi dirette ad Israele. E sempre a Ravenna oggi pomeriggio si prepara la manifestazione con la parola d’ordine “Fuor Israele dal porto di Ravenna”, una manifestazione contro i carichi di armi verso Israele che transitano o vengono caricati o scaricati al porto come è già successo il 30 giugno, una manifestazione per la rottura dei rapporti tra l’Autorità portuale e Israele, per l’uscita dal progetto Undersec, il progetto europeo finanziato con migliaia di euro, che vede coinvolto il ministero della Difesa israeliano, l’Università di Tel Aviv, l’azienda di Stato israeliana Rafael per consegnare la “sicurezza” dei porti a Israele, che garantirà i traffici di materiale bellico o anche commerciale verso Israele con la complicità e la copertura del governo italiano che continua a violare la legge 185 del 90. Un progetto a cui ha aderito l’Autorità portuale di Ravenna. La manifestazione di oggi pomeriggio si dirigerà proprio davanti l’Autorità portuale.

Su questo è stato preparato anche un esposto che noi dello Slai Cobas abbiamo sottoscritto e che sosteniamo.

Ravenna non vuole essere complice del genocidio e daremo notizie su questa manifestazione.

Le organizzazioni palestinesi in Italia hanno lanciato la manifestazione nazionale a Roma del 4 ottobre e dicono nell’appello di cui riporto ampi stralci:

“Come organizzazioni palestinesi in Italia, e come palestinesi in diaspora, vogliamo costruire un corteo unico, determinato e senza ambiguità, sotto la bandiera palestinese, accanto alla legittima resistenza del popolo palestinese e solidale con le iniziative di rottura dell'assedio, come la freedom flottilla, la global sumud flottilla e tutte le altre.

Dall'Italia affermiamo con decisione che bloccheremo tutto, non solo se verrà colpita la global sumud flottilla, ma se non si ferma il genocidio in Palestina e se non finisce l'occupazione della Palestina.

E' venuto il momento di costruire un anno intero di mobilitazione unitaria contro il governo italiano, non solo complice, ma partecipe di questo genocidio, contro il sionismo che agisce dentro le nostre istituzioni

Le nostre richieste sono chiare e non sono negoziabili, vogliamo subito:

- lo stop immediato del genocidio e dell'aggressione al Libano, Siria, Yemen, Iran

- ingresso immediato e senza condizioni degli aiuti umanitari

- sostegno incondizionato alla resistenza palestinese sempre

- liberazione di tutti i prigionieri e di tutte le prigioniere palestinesi, incluso Anan Yaeesh, partigiano palestinese detenuto in Italia, e tutte le persone colpite dalla repressione in Italia per la solidarietà alla Palestina, come Tarek, arrestato dopo la manifestazione del 5 ottobre scorso

- il riconoscimento e l'applicazione del diritto al ritorno dei rifugiati palestinesi

- pieno riconoscimento del diritto all'autodeterminazione del popolo palestinese

- cessazione immediata della vendita e dell'esportazione di armi verso Israele e dell'importazione

- embargo militare immediato

- sanzioni economiche, diplomatiche e militari

- boicottaggio accademico, culturale, politico, sportivo, istituzionale

- ritiro immediato dei cittadini italiani che stanno prendendo parte del genocidio a Gaza

- contro la Nato, alleanza imperialista aggressiva e guerrafondaia e tutti i complici del genocidio e dell'occupazione israeliana

- interruzione immediata di ogni rapporto istituzionale e di gemellaggio con Israele da parte di regioni, provincie, comuni e municipi

- a fianco di tutte le iniziative volte a rompere l'assedio di Gaza, come la Freedom Flottilla e tutte le altre

- contro la criminalizzazione della solidarietà con la Palestina, contro il ddl 1004 che equipara l'antisionismo all'antisemitismo e mira a reprimere chi si oppone al genocidio e all'occupazione

Il 4 ottobre non è un punto di arrivo, ma l'inizio di una nuova stagione di lotta per un anno di mobilitazioni, scioperi, blocchi e azioni concrete. Un anno di mobilitazioni unitarie, perché solo uniti possiamo fermare il genocidio, l'occupazione della Palestina e la complicità.”

Ora più che mai con la Palestina libera dal fiume al mare, con la resistenza palestinese espressione del coraggio di questo popolo che non si lascerà schiacciare dal sionismo e dall’imperialismo.

Nessun commento:

Posta un commento