...e il governo moderno fascista Meloni vuole la riforma della “separazione delle carriere” per controllare la magistratura.
Uno dei cavalli di battaglia della fascista Meloni, si sa, è la riforma della magistratura, quella che viene definita in generale “separazione delle carriere”, “vecchio pallino di Silvio Berlusconi e prima ancora di Licio Gelli, capo della loggia segreta P2.” scrive un articolo del quotidiano Domani (11/9).
Una
riforma, andando alla sostanza, che modificando un’altra parte della
Costituzione serve di fatto al governo ad avere il controllo dei magistrati per
impedirgli di indagare contro i potenti.
E
nelle mani di chi è la preparazione di questa riforma? “… in mano a tre indagati” continua ancora Domani,
“Si tratta nell’ordine del sottosegretario, Andrea Delmastro Delle Vedove, del
ministro, Carlo Nordio e della capo di gabinetto, Giusi Bartolozzi.”
“Il primo – Delmastro - è stato condannato perché spifferava segreti all’amichetto di stanza e, in
passato, aveva avuto un problema con una guida in stato d’ebbrezza, il secondo brigava con protocolli e documenti per liberare un torturatore – il libico Almasri - e riportarlo in patria, la terza è andata dai magistrati a raccontare quello che sapeva omettendo e mischiando il falso con il vero.” La versione fornita «dalla dottoressa Bartolozzi è da ritenere sotto diversi profili inattendibile e, anzi, mendace».Ricordiamo
che insieme a Nordio, indagato per omissione di atti di ufficio e concorso in
favoreggiamento, sul caso Almasri sono indagati anche l’attuale ministro degli
interni Piantedosi per concorso in favoreggiamento e il sottosegretario Alfredo
Mantovano per concorso in peculato.
Al
“ministero della vergogna”, come lo definisce Domani, insomma, c’è un bel
gruppo di delinquenti, non c’è dubbio, ma nonostante questa “vergogna” nessuno di
loro ha intenzione di dimettersi. Ciò che ne viene fuori è l’arrogante
disprezzo delle loro stesse istituzioni portato ai massimi livelli; sono infatti
ancora tutti lì, aggrappati alle poltrone, (vedi la Santanché), che insistono sulle
loro posizioni sicuri di godere dell’immunità, ma soprattutto dell’impunità
garantita da questo governo che non nessuna intenzione, a sua volta, di
cacciarli.
Anzi,
dal ministero “Negli ultimi mesi sono andati via funzionari e dirigenti storici”,
perché, racconta Domani, chi ha “contribuito alla ricostruzione del caso
Almasri paga il prezzo dell’isolamento e un’estate sotto pressione”, così
adesso “Nei posti chiave ci vanno fedelissimi o imputati, come è successo alla
direzione generale della formazione del Dap.”
Insomma,
posto dopo posto, questo governo approfitta dell’assenza di una vera
opposizione per occupare tutte le caselle del potere.
Provare
ad ostacolare questo processo che avanza verso la formazione di un regime moderno
fascista, cacciare questi servi arroganti dei padroni si può e si deve, ma è
necessaria una lotta organizzata di massa e dal basso.
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