venerdì 12 luglio 2024

Report del presidio a Roma per la libertà di Anan, Ali e Mansour - LA RESISTENZA NON SI ARRESTA! LA RESISTENZA NON SI PROCESSA!

Giovedì 11 luglio, davanti alla Corte di Cassazione si è svolto un partecipato presidio per la liberazione di Anan Yaeesh, Ali Irar e Mansour Doghmosh, i tre palestinesi arrestati dalle autorità italiane con l’accusa di sostegno alla resistenza palestinese.


Durante la manifestazione, che ha visto la partecipazione di circa 200 persone, è stato ribadito il diritto del popolo palestinese a lottare per la propria autodeterminazione anche con le armi ed è stata criticata la decisione di processare dei palestinesi per conto dell’occupazione militare israeliana nel tentativo di criminalizzare il diritto alla Resistenza del popolo palestinese, condannando la complicità dell’Italia e del governo fascista Meloni con il genocidio perpetrato da Israele.

Proprio su quest’ultimo punto però, sono sorte schermaglie con la polizia. Lo striscione portato dallo Slai Cobas sc dall’Aquila, che denunciava nero su verde “Meloni complice di genocidio e repressione”, è stato fatto spostare una prima

volta con la scusa che stava davanti alla polizia e che gli sbirri non potevano farsi immortalare dietro a questo. Dopo averlo spostato è arrivato il tentativo di sequestro. Lo striscione alla fine è stato rimosso per essere riaperto per terra, grazie anche al sostegno dei giovani palestinesi. In questo contesto la compagna dello Slai Cobas sc dell’Aquila ha fatto il suo intervento, un’intervento concitato che si temeva neanche si facesse fare, dato il clima che si era venuto a creare.

La compagna ha inoltre rilanciato la campagna di solidarietà con Sebastiano Lamera e con tutti i lavoratori colpiti dalla repressione di questo governo fascio-sionista corresponsabile del genocidio.

Al presidio era presente anche la moglie di Mansour con i suoi bambini, che in un'intervista a La Presse ha preferito rimanere anonima, denunciando di aver già subito aggressioni dall’inizio dell'arresto di suo marito.

Qui il video dell'intervista di ieri all'avvocato Flavio Rossi Albertini:

https://www.alanews.it/cronaca/palestinesi-fermati-a-laquila-il-legale-in-cassazione-resistenza-palestinese-non-e-terrorismo/

Dopo l'udienza, il presidio si è sciolto e questa mattina, venerdì 12 luglio, è stato comunicato l'esito dell'udienza:

La Corte di Cassazione ha annullato con rinvio per Ali e Mansour, che dovranno, presumibilmente subito dopo l'estate, tornare davanti al Tribunale del Riesame dell'Aquila, che dovrà rivedere la propria decisione di tenerli in carcere.

Questo è da ritenersi, per la difesa, un primo passo in avanti che potrebbe significare la scarcerazione in tempi brevi per Ali e Mansour.

Per Anan Yaeesh, la Corte di Cassazione ha invece confermato le misure cautelari: pertanto dovrà rimanere in carcere almeno per la durata del processo. Questo vuol dire che si andrà avanti nella costruzione di un’ampia mobilitazione a suo sostegno e favore, per la sua liberazione e per il diritto del popolo palestinese a resistere, denunciando la complicità dell’Italia e del governo Meloni che, nel pieno di un genocidio, oltre a fornire appoggio politico e militare a Israele, concede a oltre mille cittadini italiani di combattere nelle fila dell’esercito israeliano; che - nonostante avesse dichiarato il contrario -  ha continuato a fornire armi all’esercito d’occupazione israeliano per tutta la durata della guerra; che decide di arrestare tre palestinesi con l’accusa di sostenere una resistenza riconosciuta legittima dallo stesso diritto internazionale, prostrandosi alla volontà di USA e Israele, alla faccia della tanto decantata “sovranità”.

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