mercoledì 10 luglio 2024

Cisgiordania. Israele ha approvato il più grande esproprio di terra palestinese dal 1993

Un nuovo esproprio di 12,7 chilometri quadrati. Il 2024 sarà un anno record di sottrazione di terra.

Il piano è stato approvato il mese scorso, ma è venuto alla luce solo ora grazie al movimento non-governativo israeliano Peace Now.

In precedenza Israele aveva approvato altri due espropri di 8 chilometri quadrati e di 2,6 chilometri quadrati.

Stephane Dujarric, portavoce dell’Onu, ha parlato di “un passo nella direzione sbagliata”.

Israele ha approvato un piano di esproprio di terra ai palestinesi di 12,7 chilometri quadrati. L’area interessata si trova in Cisgiordania, al confine con la Giordania, si tratta del più grande esproprio di terra degli ultimi tre decenni e porterà alla costruzione di nuove colonie illegali.

L’Onu ha criticato la mossa del governo israeliano, che già nei mesi scorsi era stato criticato e sanzionato dalla comunità internazionale per altri espropri. Con questa nuova sottrazione di terra al

popolo palestinese, il 2024 sarà l’anno record degli espropri in Cisgiordania.

Il colonialismo israeliano

Il piano è stato approvato il mese scorso, ma è venuto alla luce solo ora grazie al movimento non-governativo israeliano Peace Now, che è venuto in possesso dei documenti e li ha diffusi.

L’esproprio di terra ai palestinesi riguarderà un’area di 12.7 chilometri quadrati della Cisgiordania e si tratta del singolo esproprio più ampio degli ultimi tre decenni. L’area verrà tolta alle comunità locali, che di fatto saranno espulse nei villaggi palestinesi che resistono e nei campi profughi, mentre Israele darà il via alla costruzione di nuovi insediamenti illegali. Nei mesi scorsi il governo israeliano aveva approvato altri due importanti espropri di terra ai palestinesi: uno di 8 chilometri quadrati e uno di 2,6 chilometri quadrati. Sommando tutti questi espropri si può già dire che nel 2024 Israele segnerà il record di terra sottratta ai palestinesi.

L’ultimo esproprio non è casuale. L’area interessata si trova vicina ad altre colonie israeliane e l’obiettivo è unirle creando una sorta di corridoio occupato israeliano al confine con la Giordania. 

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