sabato 13 luglio 2024

Dal presidio di Bergamo: CON ANAN, ALÌ E MANSOUR e tutti i compagni colpiti dalla repressione

Nella  giornata di mobilitazione di giovedi 11 luglio, anche a Bergamo la Rete per la Palestina ha tenuto un presidio per denunciare la repressione del governo Meloni, la criminalizzazione della solidarietà al popolo palestinese ed esprimere la propria solidarietà ai compagni colpiti, dal carcere ai fogli di via, avvisi orali, denunce e dire chiaro e forte che:

LA RESISTENZA NON E’ REATO, NO LA COMPLICITA’ TRA ITALIA E ISRAELE, LIBERTA' DI ANAN, ALÌ E MANSOUR

Questo è l'intervento di Sebastiano Lamera, colpito da un "Foglio di via" da Milano, a cui la Rete Bergamo per la Palestina ha espresso la propria solidarietà, è uno degli interventi, tra quelli che ci sono stati sulla situazione a Gaza, contro repressione, industrie militari...

Dal  volantino della Rete Bergamo per la Palestina diffuso in piazza:

Gli arresti di Anan, e poi di Alì e Mansour, sono emblematici della complicità con Israele e
della repressione verso la lotta di liberazione palestinese, che il governo Meloni ha portato in
primo piano e sperimenta nel quadro di questa alleanza, anche provando a sdoganare
l’estradizione dei palestinesi.

Ma il ministro degli interni Piantedosi spinge in avanti il piano con le sue dichiarazioni di
questi giorni, quando copre i giovani dell’organizzazione giovanile di FdI antisemiti, razzisti efascisti, mentre lancia a tutto campo accuse di antisemitismo alle manifestazioni di solidarietà
con la Palestina. Chiama antisemita bruciare le bandiere di uno stato coloniale e genocida, le
contestazioni in eventi pubblici a giornalisti che difendono il massacro in corso in Palestina,
minaccia repressione contro le manifestazioni del 25 Aprile per le attive contestazioni
antisioniste. Piantedosi evoca il ‘comitato analisi strategica antiterrorismo’ che collega di fatto
l’attività di solidarietà per la Palestina al terrorismo, per colpirla in generale e nei sui attivisti
più impegnati.
La repressione, la riduzione degli spazi democratici, galera e manganelli diventano il fronte
interno alle politiche di guerra -dove svetta il forte protagonismo di Leonardo- che il governo
Meloni, fascista e imperialista, ha confermato anche al G7 di Puglia, con l’invio di 50MLD di
nuovi armamenti all’Ucraina e dell’estensione del conflitto globale, Medioriente compreso.

Un filo nero che collega la polizia in pianta stabile nelle Università contro gli studenti del boicottaggio accademico e dell’Intifada studentesca, come troppe volte dal 7 ottobre si è visto anche a Bergamo, le denunce per le mobilitazioni di massa nelle piazze e nelle stazioni, ai Fogli di Via per le contestazioni del 25 aprile, divieti grandi o piccoli a manifestare, leggi razziste e Cpr, fino alla revisione del DDL 1660 Sicurezza in corso alle Camere con l’obiettivo di colpire le tradizionali forme di lotta sindacali politiche e sociali, trasformandole in reati o introducendone di nuovi, pesantemente sanzionati, dai blocchi stradali all’occupazione delle case.

Invitiamo alla mobilitazione in tutte le forme possibili, alla solidarietà, perché quando la repressione “tocca uno tocca tutti”.

Sta a noi alzare forte e chiaro la richiesta di mettere fine alla repressione nei confronti delle lotte degli studenti, dei lavoratori, delle lotte sociali, di tutti coloro che si oppongono, e vogliono rovesciare questo governo, alla guerra, all'imperialismo, al fascismo, all’occupazione e al genocidio in Palestina.

La repressione non spegne ma alimenta la ribellione

Con la resistenza palestinese fino alla vittoria

11 luglio - la resistenza non si arresta, la resistenza non si processa

campagna nazionale - PRESIDIO a BERGAMO in Largo Rezzara alle 18.30

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