mercoledì 28 febbraio 2024

pc 28 febbraio - La benzina sul fuoco di Macron alimenta l'incendio mondiale (da Controinformazione rossoperaia del 28/02)



Vogliamo prendere in considerazione ciò che sta avvenendo sul fronte della guerra.

Il premier francese, Macron, ha detto che è pronto a fare di più e a mandare truppe dirette e spinge gli alleati NATO/USA a mandare direttamente le loro truppe in Ucraina a combattere i russi se l'Ucraina perde nello scontro con la Russia -  come di fatto sta avvenendo - perché la sciagura rappresentata dal regime di Zelensky si riflette anche in quella che è la guerra condotta dall'Ucraina, con generali cambiati come capricci, con masse, soprattutto giovani e popolo stanchi della guerra e stanchi della politica di Zelensky che vuole armi, armi, armi, come se il contrasto tra le masse popolari e proletarie dell'Ucraina e la Russia avesse la sua chiave nelle armi e non essere invece l'armamento che proviene dai paesi occidentali, dagli Stati Uniti e dai paesi NATO. E questo è uno degli elementi che dimostrano che questa guerra non è la guerra dei proletari e delle masse ucraine, ma è la guerra per interposta persona delle potenze imperialiste: la Russia che ha invaso e, ancor più, gli Stati Uniti, la NATO, i paesi europei che stanno già partecipando a questa guerra in tutte le maniere. E questo, lungi dall'essere un fattore di pace è diventato una marcia inarrestabile verso un conflitto generale.

Questa dichiarazione di Macron oltre che svelare che questa guerra loro - gli imperialisti -  la vogliono ancor più che gli ucraini, è una miccia pesante nel quadro dell'alimento di questa guerra che effettivamente

può diventare in forma ufficiale quello che già è in forma nascosta, con tutto quello che è connesso alla guerra con lo svolgimento di essa come grande carneficina dei popoli, dei soldati, di tutti gli eserciti impegnati, ma anche grande fattore di profitti per i veri padroni dei governi che sono le grandi multinazionali, l'industria bellica.

Appena Macron ha detto questo, la NATO, la Germania e perfino gli Stati Uniti hanno subito detto che no, non prevediamo questo. Ma non è così. Le loro parole sono ipocrite. Non si fanno questi passi annunciandoli sui giornali, evidentemente.

La NATO, l'imperialismo americano, i diversi governi europei, non sono pronti per fare questi passi di partecipazione diretta con soldati sul territorio dell'Ucraina. Anche perché non hanno il consenso interno su questo, sia quello dei sondaggi che ci dice come la maggior parte delle “opinioni pubbliche” all'interno di questi paesi, pur certamente non essendo d'accordo sull'invasione russa dell'Ucraina, certamente non sono per la guerra, non sono per lo strepitoso aumento delle spese militari che vengono rovesciate sulle masse popolari.

Macron non doveva dire questo perché ancora non sono pronti tutti i paesi a farlo e né sono uniti negli interessi reali da difendere per poterlo fare. Questo però mette in luce che cosa vogliono realmente fare.

Macron lo ha detto anche nel quadro di cercare di riprendere il consenso nel paese e caratterizzarsi come l'unico governo possibile che permette di realizzare gli interessi imperialisti della Francia all'interno e all'esterno contro la minaccia rappresentata - minaccia per modo di dire - dalla avanzata di Le Pen. Quindi per mantenere il potere, per presentarsi come servo principale degli interessi dell'imperialismo, Macron non esita a voler trascinare la Francia in guerra e a rendere chiaro ciò che già stanno facendo altri paesi, vedi l'Italia strettamente allineata sull'Ucraina e che intende fare molto di più sull'Ucraina anche nel quadro della figura attuale del governo italiano e della Meloni come Presidente di turno del G7 che si terrà in Italia a metà giugno.

Tutti questi vogliono la guerra, tutti questi vogliono portare più avanti la guerra. Tutti questi vogliono trasformare i loro paesi in paesi militarizzati e di economia di guerra e tutti questi lo fanno per i profitti e per gli interessi dei padroni. E tutto questo lo fanno in tutti scacchieri del mondo, dall'Ucraina alla Palestina, al Medio Oriente, all'Asia, dove stanno per scoppiare incendi mondiali di dimensioni ancora più ampie di quelli già in corso.

Questo ci porta a valorizzare l'importanza di manifestare contro la guerra e contro i governi. La solidarietà al popolo palestinese, fermare il genocidio, il cessate il fuoco, va unita al rilancio in ogni paese della lotta contro la guerra imperialista, contro la partecipazione dei propri governi e dei propri soldati alle guerre, contro l'aumento strepitoso dell'economia di guerra e contro gli effetti interni di tutto questo che si chiamano più dittatura, più repressione, meno democrazia. 

Gli operai, i lavoratori, gli oppressi, devono ben capire che c'è un legame tra la loro condizione materiale e quello che succede nel mondo: che mondo preparano per i proletari, per le masse popolari, per i loro figli, ecc?

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