giovedì 30 novembre 2023

pc 30 novembre - Governo Meloni: repressione per tutti e su tutto... Dalla Controinformazione rossoperaia del 29/11


Non passa giorno che le questioni economiche e sociali, portate avanti con le lotte dai lavoratori, dai movimenti, non trovino questo governo impegnato nel tentativo di schiacciarle e rivendicarle pure attraverso stampa e tv facendo passare la sua di propaganda.

In una Controinformazione rossoperaia precedente, quella del 20 novembre, dicevamo che bisogna evitare un doppio errore: da un lato la sottovalutazione dei provvedimenti repressivi, dall’altro bisogna evitare l’effetto contrario, la loro sopravvalutazione, che può portare a una rassegnazione, a un senso di impotenza.

Però i fatti ci sono ed è comunque necessario che i lavoratori abbiano un quadro che li porti a comprendere la vera natura di questo governo che è sì dei padroni ma che ne rappresenta il volto più reazionario, fascista, del loro comitato d’affari che sta occupando lo Stato per renderlo più forte al servizio dei padroni, per farli uscire dalla loro crisi di sistema. E la Controinformazione rossoperaia numero 8 in forma di settimanale stampato che stiamo diffondendo in questi giorni dedica l’intero numero su queste questioni, dal pacchetto-sicurezza, al premierato, all’accordo antimmigrati con l’Albania, un disegno lineare della politica fascista di questo governo.

Ma vediamo i fatti.

Sul fronte delle lotte dei lavoratori, contro i lavoratori dei trasporti in sciopero proclamato dai sindacati di base il 27 novembre, questo governo con Salvini e Meloni ha attaccato il diritto di sciopero, ed è la terza volta in 2 mesi. Le condizioni salariali, la sicurezza sul lavoro, il carovita,

peggiorano sempre più e questo peggioramento è aggravato dalla politica economica del governo. E invece dal governo sentiamo sempre le solite menzogne, “che sta facendo tanto per i lavoratori”, mentre la realtà è ben diversa: sta facendo davvero tanto per i padroni e quando i lavoratori scendono in sciopero mette in campo l’attacco fascista.

"Non è il momento in cui tutti i venerdì o tutti i lunedì l’Italia sia in preda allo sciopero" ha detto Salvini.

Giorgia Meloni, presidente del Consiglio, nel question time al Senato ha detto che le proteste stanno crescendo contro un governo che «garantisce ai lavoratori più soldi in busta paga» e presta una «rinnovata attenzione sui rinnovi contrattuali». Prima, secondo Meloni, c’era «uno sciopero ogni due anni, ora se ne fanno due all’anno».

Landini e i confederali rispondono solo con le parole. I sindacati di base denunciano questa che chiamano giustamente “emergenza democratica” e, visto che così è, bisogna rifiutare, scioperando, i divieti, estendere la partecipazione dei lavoratori e mettere in campo forme di lotta all’altezza di questa guerra di padroni e governo.

Contro le donne che manifestavano sabato 25 novembre alla grande manifestazione contro i femminicidi e i diritti la polizia ha manganellato e fermato le donne che stavano manifestando davanti alla sede dei reazionari integralisti ProVita.

Non basta. Riguardo alla solidarietà al popolo palestinese che è scesa in campo al suo fianco e contro i crimini, il genocidio che l’occupante sionista, lo Stato terrorista di Israele, sta commettendo a Gaza e anche in Cisgiordania, a Firenze sono stati caricati studenti e studentesse dell’università che chiedevano all’ateneo di recidere i rapporti con Israele.

Segnaliamo anche l’attacco repressivo contro il Movimento Notav. Per lo Stato bisogna andare dritti e spediti nella devastazione del territorio con la TAV e per questo la settimana scorsa c'è stato un nuovo attacco nei confronti del movimento No Tav dove la polizia ha messo sotto sequestro i presidi di San Didero e dei Mulini per allargare il cantiere. Inoltre la montatura della magistratura che ha portato ad arresti, sequestri e sgomberi sta andando avanti con il processo per associazione a delinquere nei confronti del Movimento No Tav, i centri sociali Askatasuna e Murazzi, lo Spazio Popolare Neruda, prosegue e nell’udienza di ieri, il 28 novembre, il collegio giudicante ha rinviato il processo al 19 settembre 2024. Ma la repressione non ferma ma alimenta il Movimento Notav. Per l’8 dicembre il Movimento No Tav, nell'anniversario della grande giornata di lotta e resistenza del 2005, sta preparando la manifestazione per continuare la battaglia contro il progetto del treno ad alta velocità Torino-Lione.

Le denunce che vengono dalle carceri ci danno un quadro della violenza poliziesca, della disumanità di questo governo, di questo Stato

L’Unità del 24 novembre scrive: "Ha partorito 2 giorni fa. Domani la dimetteranno e il piccolo andrà in cella con lei". Medioevo? Nel medioevo non mettevano in prigione i neonati.

E a rendere sistematico questo orrore ci saranno le norme del pacchetto sicurezza che prevedono proprio il carcere per le donne incinte e i loro figli.

Un aspetto di questo è il razzismo anti-rom preparato dalle schifose campagne mediatiche di criminalizzazione delle reti televisive Mediaset. Prima preparano il terreno con stampa e tv, dopo spalancano le porte del carcere con la legge alle madri rom e ai loro figli.

Il pacchetto sicurezza prevede norme a tutela della violenza e delle torture degli aguzzini fascisti e razzisti in divisa nelle carceri, a fronte delle diverse denunce che riescono ad essere portate avanti comunque. Il governo è apertamente con loro, facendo leggi e aumentandogli gli stipendi. “Dunque, complessivamente un miliardo e mezzo di euro interamente destinato al comparto che voi rappresentate”, ha detto la Meloni intervenendo ad un incontro con le organizzazioni di categoria di polizia, polizia penitenziaria, carabinieri e militari.

Di fronte a questo qual’è la realtà?

"Torture in carcere a Bari. Un agente chiede scusa. Per le presunte torture nel carcere di Bari sono imputati 11 agenti penitenziari. Un detenuto è stato picchiato nel 2022. Nel corso dell’udienza l’assistente capo della Polizia Penitenziaria ha chiesto scusa, Giacomo Delia, uno degli agenti a processo con l’accusa di tortura nei confronti di un detenuto 41enne che – secondo quanto emerso dalle indagini – sarebbe stato picchiato dopo aver appiccato fuoco per protesta nella sua cella nel carcere di Bari il 27 aprile 2022".

Milano 27 novembre: "8 agenti di polizia accusati del pestaggio di un ventenne tunisino. Ventenne picchiato in questura a Milano: indagati 8 poliziotti. Il quotidiano “Il Giorno” ha pubblicato un video che mostrerebbe parte della scena".

Torniamo a dire che è necessario opporsi in tutti i modi al "pacchetto sicurezza" perché è parte di una politica organica di questo governo.

Come ha spiegato direttamente Giorgia Meloni ai vertici del personale di polizia: “Non è una formula di rito ringraziare chi quotidianamente presta il suo servizio per difendere la nostra sicurezza e la nostra libertà. È qualcosa di molto di più. È qualcosa che tocca il nostro stare insieme, il nostro essere comunità. Perché senza sicurezza non c’è libertà, non c’è protezione sociale, non c’è crescita economica“.

Questa è la sostanza e l’obiettivo del lavoro repressivo di questo governo. Sicurezza... libertà…. Ma di chi?

Questo sistema capitalistico crea le disuguaglianze, estende la miseria, mette ai margini coloro che non sono utili al processo produttivo, crea povertà, fame, disoccupazione, esplodono le emergenza abitative che stanno sempre più aumentando; e poi arrivano i fascisti a erigere fortezze intorno al sistema a comando padronale, a trattare i problemi sociali con la repressione, con il carcere, potenziando la forza di uno Stato che prima riusciva a mascherare la sua vera natura, e cioè che è una dittatura di classe, e ora con i fascisti verrà trasformato in una dittatura aperta. Ma sempre il mantenimento e il funzionamento di questo sistema deve garantire.

Per fare questo uno degli strumenti che i fascisti di oggi al governo, questi servi reazionari, usano è l’inasprimento della legislazione penale: in un solo anno questo governo ha presentato il secondo decreto sicurezza, il decreto Caivano, il decreto anti-rave, il decreto Cutro antimmigrati e contro le Ong, l’accordo con l’Albania per la deportazione degli immigrati. E questi sono solo alcuni provvedimenti repressivi.

Crea persino nuovi reati (“delitto di rivolta in istituto penitenziario”, gli “occupanti di immobili destinati a domicilio altrui” ) e aumenta le pene per quelli esistenti, trasforma illeciti amministrativi in reati penali come l’“impedimento della libera circolazione su strada ordinaria” .

Evidentemente è alle lotte che si stanno facendo che tutto questo è rivolto.

Il governo Meloni non è che non sappia come risolvere i problemi sociali: rafforzando l’apparato repressivo, dando più forza al monopolio della violenza che detiene lo Stato e le sue forze di polizia; reprime proprio perché è nel suo DNA, è quello che caratterizza meglio la sua identità.

Purtroppo la sua natura non è compresa dalla maggioranza dei movimenti, dai compagni che comunque sono in prima fila nelle lotte.

Un esempio di questo è l’editoriale del giornale Contropiano del 22 Novembre 2023: “Che cosa è oggi l’Italia governata da Giorgia Meloni e, prima di lei, da Mario Draghi? Le premesse viste in un anno di governo ci dicono che l’aspirazione è quella di diventare una “democratura” a tutti gli effetti. Un po’ come sta accadendo in tutti i paesi occidentali, che però – come se la cosa non li riguardasse – “stigmatizzano” o “sanzionano” le autocrazie negli altri paesi. Un gioco vecchio, schifoso, ma soprattutto ormai scoperto. E che rischia di diventare socialmente molto pericoloso…”

Democratura” è qualcosa di diverso del “moderno fascismo”, la “democratura” i comitati d’affari dei padroni – i governi – l’hanno sempre messa in campo dal dopoguerra ad oggi nel nostro paese. Ma questo di oggi si chiama “fascismo” che rende attuale quello che è stato quello storico. E contro il fascismo c’è solo una strada da percorrere, quella di una Nuova Resistenza che renda attuali nelle forme, nella politica, quella lotta che ci ha effettivamente liberato da questa feccia al servizio dei padroni.

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