giovedì 28 settembre 2023

pc 28 settembre - Presidio Milano: Cpr e provvedimenti anti-immigrati sono parte della politica di guerra del governo fascista Meloni contro proletari e lavoratori

Contro tutto questo non bastano i lamenti, ma serve passare dall'indignazione alla rabbia e organizzazione per lottare contro il governo e lo stato imperialista italiano che per la difesa dei profitti dei padroni alimenta guerra, razzismo, repressione 

Circa 200 partecipanti alla protesta organizzata a Milano per dire no al decreto immigrazione e chiedere la chiusura dei Cpr, una iniziativa che parte da una giusta esigenza di non restare in silenzio di fronte a questi fatti, come testimoniato anche dalla presenza di numerosi giovani, tra cui anche un gruppo di studenti del movimento di lotta delle tende, che sono scesi in piazza, non perchè direttamente legati o d'accordo con la linea istituzionale della rete No-cpr, ma spinti dalla necessità di dare una risposta, come emerso chiaramente dalla buona diffusione, accolta con interesse, della controinformazione rossoperaia in cui era contenuto un'articolo su Lampedusa sintetizzato dallo striscione molto fotografato, anche se oscurato nei report sui media degli organizzatori



E' proprio dalla risposta necessaria che serve mettere in campo che bisogna ripartire per rafforzarla e andare oltre la linea autoreferenziale e belante degli organizzatori che non solo non ha permesso interventi esterni, ma riducendo le varie denunce sulla condizione dei migranti nei Cpr e le modifiche alla legge del governo, non è andata oltre alla consegna di una lettera al Prefetto dopo aver simbolicamente imbrattato con mani rosse di vernice lavabile i loro stessi striscioni!!


Anche la proposta della rete NoCpr di una assemblea cittadina che unisca tutti gli antirazzisti e antifascisti il 21 ottobre a Milano, dimostra una politica inadeguata piccolo borghese fuori dalla realtà e quindi sbagliata che non vede questa battaglia parte della lotta contro la guerra imperialista, il nostro governo imperialista, le condizioni di sfruttamento dei lavoratori, in primis gli immigrati e quindi la necessità di costruire la forza legandola alle mobilitazioni nazionali che si stanno costruendo nello sciopero del 20 ottobre e nella mobilitazioni alle basi di guerra del giorno successivo.

Quindi non solo in perfetta continuità con il passato di vedere le istituzioni borghesi come parte della soluzione e non del problema, ma che oggi con la discontinuità introdotta dal governo fascista Meloni significa non combattere ma accompagnare l'avanzata del regime moderno fascista in cui le stesse istituzioni si stanno trasformando.
Ma tutto questo è un problema che riguarda l'intero movimento di classe, anticapitalista, antifascista e proletario impegnato nelle lotte quotidiane che non partecipando all'iniziativa in varia misura e a seconda delle proprie forze, lascia il campo libero a queste posizioni dannose, rischiando di diventare anch'esso parte del problema e non della soluzione.

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