lunedì 25 settembre 2023

pc 25 settembre - Tunisia: migranti deportati da Sfax e i milioni europei in arrivo

corrispondenza da tunisie resistant


Tra la delegazione parlamentare europea respinta il 14 settembre (di cui ci siamo già occupati) ed infine la conferma dello sblocco della prima
tranche di finanziamenti europei al regime tunisino arrivata il 21 settembre, passa la deportazione delle autorità tunisine di centinaia di migranti da Sfax in piena campagna del 17 settembre proprio mentre Meloni e Von der Leyen mettevano in scena lo "spot pubblicitario" a Lampedusa.

Dopo le inumane e criminali deportazioni nel deserto dello scorso luglio e dopo un'ondata di sdegno sfociata nella manifestazione antirazzista ma anche antimperialista e di protesta contro l'asse Saied-Meloni-UE a Tunisi il 14 luglio (leggi report su questo blog), le deportazioni si erano arrestate ed i migranti che a Sfax erano stati cacciati dalle proprie case e dal lavoro, stazionavano nella centrale piazza di Bab Jedli.

In maggioranza sudanesi in fuga dalla guerra civile, considerati teoricamente un "popolo arabo-musulmano fratello", per circa un mese e mezzo si sono arrangiati con tende e stuoie ricevendo un po' d'acqua e cibo dalla Mezzaluna Rossa (l'equivalente della Croce Rossa italiana) a singhiozzo a piacimento delle forze di polizia.

A inizio settembre la polizia non ha permesso alle associazioni umanitarie di continuare ad aiutare i migranti, il 17 settembre la polizia coadiuvata ancora una volta da giovani sottoproletari e utili idioti vari, ha sgomberato completamente i migranti riuscendo a bloccarne 500, a caricarli su dei pullman per abbandonarli negli uliveti delle vicine località di Jebiniana e Al Amrna a 30 km dalla città, in piena

campagna, senza un riparo nè assistenza e alla mercè delle aggressioni dei "bravi giovani" locali di cui sopra che si sentono con le spalle coperte dalle autorità.

Al Amrna ha un piccolo porto da cui partono molti migranti, migliaia erano già in attesa, a cui si sono aggiunti questi altri 500, tale operazione avvenuta 3 giorni dopo il rifiuto d'ingresso della delegazione parlamentare europea, sembra rientrare in una strategia del presidente tunisino, per far aumentare la pressione perché vengano sbloccati i fondi europei di cui il regime ha bisogno senza troppi vincoli o pretese da parte europea.

Secondo il Forum Tunisino dei Diritti Economici e Sociali (FTDES) ci sono 3.000 migranti che vagano attualmente in quelle campagne, alcuni di essi sperando di imbarcarsi e partire verso l'Italia, altri di rientrare in città per riprendere le proprie attività e ricominciare da capo a raccogliere i soldi per la traversata.

Dopo la deportazione nelle campagne e lo "spot Lampedusa" sotto regia italiana, effettivamente il 22 settembre la Commissione Europea, ha infine annunciato di voler sganciare i soldi "nei prossimi giorni" con una prima tranche incondizionata di 127 milioni di euro, formalmente ripartita in due parti: 60 milioni in aiuto al bilancio del paese e 67 milioni per contrastare l'emigrazione che dovrebbero essere usati in armonia con i "10 punti" annunciati dalla Von der Leyen a Lampedusa.

In seguito all'annuncio, Saied ha ringraziato la Meloni per gli sforzi profusi in sede UE e per essersi assunta la responsabilità di organizzare una conferenza internazionale sulle migrazioni a Roma in autunno, la cui idea originaria era proprio di Kais Saied.

La luna di miele Saied-Meloni non sembra essere ancora finita e tutto ciò a spese dei migranti sempre più vessati in entrambe le sponde: derubati e aggrediti in Tunisia, un paese che sta diventando sempre più una specie di limbo dell'orrore per i migranti, e una volta arrivati in Italia, incarcerati nei cosiddetti "centri d'accoglienza" e adesso pure "sotto cauzione" di 5.000 € in attesa che vengano espletate le pratiche di valutazione per le richieste d'asilo", dopo l'infame decreto di stampo mafioso del governo Meloni.

Infame perché è un diritto del migrante di richiedere l'asilo sotto l'egida del diritto internazionale garantito dagli Stati e non dovrebbe esserci una richiesta di pizzo per avere garanzia di "protezione" dalle condizioni indecenti di tali centri sovraffollati per poi in ogni caso vedersi, molto probabilmente, rifiutata la domanda ed essere reimpatriato. Oltre al danno la beffa...

Solo un governo moderno fascista infame poteva immaginare un tale meccanismo di truffa a danni dei migranti dietro la retorica della "guerra ai trafficanti di esseri umani": un vero e proprio salto di qualità nelle politiche razziste e anti migranti degli ultimi 20 anni, e dopo aver visto la Bossi-Fini e Minniti, è quanto dire... 

Nessun commento:

Posta un commento