domenica 24 settembre 2023

pc 24 settembre - Un "dibattito" tra un operaio e un rappresentante del Pci

Nella distribuzione del settimanale ORE 12 Controinformazione rossoperaia a Taranto, oltre che innanzitutto ad Acciaierie d'Italia e appalto, anche a sedi di realtà di movimento, politiche, di compagni, è stato portato anche ad una sede di provincia del Pci, da un nostro compagno operaio dell'ex Ilva. Quello che segue è un resoconto del dibattito/lotta di posizione che vi è stata. Lo facciamo conoscere perchè, evidentemente, riguardano posizioni presenti in altre città e realtà che vanno pubblicamente criticate/attaccate, soprattutto quando influenzano negativamente settori di lavoratori e di masse popolari.

*****

"L’incontro che ho tenuto col rappresentate della sede locale del PCI non ha fatto altro che ribadire l’ovvio, e cioè che questo partito non è altro che l’ombra sbiadita di un grande passato, un partito che dalla lotta rivoluzionaria è mano mano caduto nel profondo baratro del più dannoso riformismo elettorale, rinnegando i metodi rivoluzionari, rifuggendo dal suo compito storico per ripararsi nella comoda propaganda piccolo borghese di stampo democristiano, e questo dimostra quanti danni abbia fatto alla classe operaia un personaggio come Berlinguer.

Tornando al colloquio, ci sono stato per chiedere un prossimo incontro per invitarli a partecipare e prendere posizione riguardo lo sciopero del 20 ottobre e la successiva manifestazione del 21 ottobre, da questo ne è scaturito un confronto.

Quello che ne è uscito fuori non farà di certo piacere alle realtà che combattono per rovesciare l’attuale società a favore di una nuova dove lo sfruttamento diverrà solo un lontano ricordo.

Quello che è stato subito chiaro è il completo diniego della lotta e della protesta come mezzo di rivendicazione dei diritti a favore del lassismo. La chiacchierata ha subito preso la piega della critica

verso il nostro modo di porci nei confronti della questione elettorale, a dirla tutta pareva di stare a parlare con alcune persone del mio paese che affermano che bisogna andare a votare a prescindere perché altrimenti non abbiamo alcun diritto a chiedere alcunché; posso capirlo da una persona qualsiasi, ma non da chi è da una vita che milita in un partito che dice di rappresentare la classe operaia.

Ed è proprio questo il punto sul quale mi sono impuntato, gli ho fatto notare come da parte nostra la decisione di non andare a votare non è dettata da uno stupido principio fine a se stesso, quanto piuttosto dal fatto che l’attuale PCI non rappresenta affatto la classe operaia, e che questa involuzione è causata dall’aver reciso ormai da anni i rapporti con le fabbriche ed essersi rifugiati nel loro piccolo mondo antico in attesa che il fato riporti i lavoratori tra le loro fil; una vana speranza visto che senza la propaganda militante i lavoratori non sanno neanche l’esistenza della terza via che è quella della lotta contro le altre due consistenti nell’accettazione passiva delle decisioni borghesi oppure quella della speranza delle riforme.

Un’altra questione toccata ha riguardato proprio quella del motivo della mia visita nella loro sede, e cioè quella delle iniziative del 20 e 21 ottobre. Si è discusso della legittimità di manifestare secondo i dettami della legalità. Quello che non accettano sono le proteste violente, e che secondo loro il dissenso va espresso in maniera educata, non infrangendo la legge; ma io gli ho fatto notare come le leggi sono scritte proprio dalla classe che vuole soggiogare i lavoratori in modo da tenerli ingabbiati nella loro disperazione, rispettare le regole dunque significa restare all’interno dei limiti dell’impotenza ed è proprio il gioco che più gode a giocare l’attuale governo fascista che con la forza delle leggi ha dimostrato di poter compiere ogni tipo di crimine, pur dichiarando di restare nei confini della legalità.

Ho consigliato loro di leggere e commentare collettivamente in sede, "tra una scopa ed una briscola", le opere di Marx e di Lenin perché mi pareva che i concetti fondamentali del comunismo non fossero ben delineati... La risposta ricevuta mi ha sorpreso, ma non in positivo. Data la lunga militanza del mio interlocutore mi aspettavo quantomeno un breve accenno agli insegnamenti di coloro i quali hanno edificato l’ideologia comunista e l’hanno resa internazionale ed internazionalista, ma in questo caso lui non aveva mai letto nessuno dei due capi del proletariato da me citati! Mi sono chiesto come può un partito storico come questo mantenersi ad oggi vivo senza avere le basi fondamentali sia teoriche che pratiche?

Questo piccolo dibattito non ha fatto altro che ribadire quanto in realtà il PCI sia esattamente un Partito Democratico di dimensioni infinitamente più contenute, quanto loro abbiano le mani legate verso la critica alle posizioni della maggioranza perché sono all’interno della coalizione, ulteriore dimostrazione di quanto nulla incidano ormai nella coscienza delle masse ma siano accomodanti per il quieto vivere".

Nessun commento:

Posta un commento