mercoledì 30 giugno 2021

pc 30 giugno - Sulla giornata di ieri a Roma, comunicato del Si Cobas: ALLA FINE SIAMO RIUSCITI A SALIRE AL MINISTERO. MA NON FINISCE QUI.

 Si è conclusa da poco l'interminabile giornata di lotta a Roma. L'incontro che dovevamo avere alle 16 del pomeriggio si è svolto alle 21 inoltrate, ma senza la presenza di Orlando. Al suo posto il viceministro e capogabinetto Elisabetta Cesqui, il responsabile di segreteria Matteo Bianchi, il direttore generale De Camillis. I rappresentanti del ministero si sono giustificati sostenendo che lo slittamento era causato dal prolungamento del Consiglio dei ministri convocato sullo sblocco dei licenziamenti. Un alibi che a prima vista potrebbe apparire fondato, se non fosse che nessuno del Ministero del lavoro (per non parlare del MISE) si sia minimamente degnato di avvisare i manifestanti (circa 400 giunti da ogni parte d'Italia) del "contrattempo", tenendoli per oltre 5 ore a "bagnomaria" sotto l'afa asfissiante e per di più assediati da ogni lato dalle forze dell'ordine, al punto che persino per recarsi a prendere una bottiglia d'acqua al bar bisognava attendere minuti e minuti al checkpoint messo in piedi dalla Questura di Roma prima di ottenere il lasciapassare delle forze dell'ordine.

A questo vero e proprio sequestro di persona collettivo abbiamo risposto prima con un fronteggiamento con le forze dell'ordine all'altezza di Barberino, poi con l'occupazione delle impalcature esterne al Mise, fin quando la delegazione del SI Cobas composta da una rappresentanza di lavoratori FedEx e della Manutenzione stradale è finalmente riuscita a salire al Ministero. Anche durante l'incontro, di fronte alla reticenza degli uomini di Orlando a stendere un verbale contenente impegni per una data chiara di riconvocazione sulla vertenza FedEx che entri nel merito della chiusura del sito di Piacenza, la convocazione del tavolo interistituzionale per i lavoratori della manutenzione stradale e la garanzia

della continuità delle trattative per i disoccupati di lunga durata del Movimento di Lotta - Disoccupati "7 Novembre" di Napoli e Messina, la delegazione è stata costretta a dichiarare l'occupazione della sala del ministero fino alla stesura del suddetto verbale. 


 Solo verso le 22,00 siamo riusciti ad ottenere il verbale, col quale si confermano gli impegni di cui sopra e si convoca un nuovo incontro col ministro Orlando per il 6 luglio. Questo risultato parziale, frutto unicamente della lotta ad oltranza portata avanti in questa lunga e surreale giornata, non cancella minimamente il dato politico emerso con chiarezza in queste ore: il ministero del lavoro, analogamente al MISE, sono allo stato attuale sordi alle tematiche e alle emergenze che abbiamo portato in piazza; lo Stato, che ha manifestato nei giorni scorsi un'ipocrita cordoglio per l'assassinio di Adil, nella pratica prosegue in maniera incessante la sua condotta tesa all criminalizzazione delle lotte del SI Cobas, e quindi legittima col proprio operato quel clima di violenze che ha determinato la morte del nostro compagno. Nelle prossime ore valuteremo il da farsi, in base alla coerenza con gli impegni assunti nel verbale. Di sicuro terremo alta la guardia e rilanceremo la lotta, perché mai come oggi è apparso chiaro che ogni conquista sarà solo frutto del sudore e del sacrificio dei proletari. Lorsignori faranno bene a mettere nel conto che senza la riapertura del sito FedEx di Piacenza e senza la risoluzione delle vertenze di disoccupati e precari, dovranno fare i conti con la mobilitazione di questi ultimi anche durante le loro imminenti passerelle elettorali. Ciò tanto più a fronte dell'esito farsesco dell'accordo che proprio in queste ore è stato siglato da governo e Cgil-Cisl-Uil sullo sblocco dei licenziamenti, in cui si baratta qualche mese in più di cassa integrazione con il beneplacito ai licenziamenti di massa da parte dei vertici confederali.
Contro questi Foschi scenari il SI Cobas chiama fin da ora alla più larga unità delle forze del sindacalismo di classe e dei lavoratori e dei proletari combattivi, al fine di costruire in tempi brevi un vero sciopero generale.

SI Cobas nazionale

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