De l'Eco di Bergamo:
In oltre 300 hanno sfilato dal presidio in Porta Nuova fino al Comune di Bergamo, dove hanno sfondato il cordone di sicurezza per entrare nella corte interna di Palazzo Frizzoni: «Siamo qui civilmente e chiediamo una presa di posizione seria, applicare sanzioni e riconoscere lo Stato di Palestina»
da BergamoNews
Sono entrati nel cortile sfondando il cordone di sicurezza che gli impediva di entrare. Alcune decine di manifestanti si sono introdotti a Palazzo Frizzoni durante la manifestazione a contro il genocidio a Gaza di mercoledì 8 ottobre.
Il corteo, organizzato dalla Rete Bergamo per la Palestina, è partito verso le 19 da Porta Nuova diretto prima in piazza Pontida e poi in Comune per chiedere di applicare sanzioni a Israele e di riconoscere lo Stato di Palestina. Almeno 300 persone hanno partecipato alla manifestazione.
Nonostante l’opposizione delle forze dell’ordine alcuni dimostranti sono entrati nella corte interna di Palazzo Frizzoni, mentre altri hanno scelto di non entrare. Dopo mezz’ora di contestazione il gruppo è uscito dal Comune e si è diretto verso Porta Nuova.
“L’accesso non autorizzato a Palazzo Frizzoni rappresenta un atto grave e intollerabile, un insulto a un luogo che, come casa comunale, appartiene a tutti i cittadini e le cittadine di Bergamo e merita rispetto – il commento della sindaca Elena Carnevali -. Avviene, peraltro, per ragioni incomprensibili e totalmente strumentali, per il mero desiderio di individuare un nemico che non esiste e creare l’appiglio per azioni di protesta del tutto pretestuose”.
“È importante sottolineare come abbiamo più volte espresso pubblicamente la nostra condanna della feroce repressione della popolazione civile a Gaza – dichiara la prima cittadina -. Prendere di mira il Comune, in questo contesto, appare come un pretesto ideologico inaccettabile che rischia di minare il percorso di collaborazione costruito in queste settimane con le associazioni pacifiste. Queste organizzazioni infatti, da oltre 35 giorni, stanno promuovendo un presidio pacifico e rispettoso, finalizzato a promuovere il dialogo e la pace, e meritano di essere considerate per il loro impegno civile. Riteniamo che siano fondamentali l’osservanza delle regole, la tutela dei principi democratici e il rispetto delle iniziative volte alla pace”.
La replica
“Nella serata del 8 ottobre 2025 al termine di un presidio e un corteo a cui abbiamo aderito i dimostranti hanno occupato, pacificamente e senza arrecare danni, il cortile di Palazzo Frizzoni, il municipio di Bergamo.
È stata un’azione simbolica tesa a richiamare l’attenzione sull’ulteriore azione illegittima di stamani con cui sono state fermate dall’esercito di Israele i natanti con cui un gruppo di medici si recava a Gaza con un ospedale da campo, macchine mediche e medicinali. È il secondo episodio di questo tipo dopo quello della scorsa settimana Israele infatti usa la fame e la crisi sanitaria come armi contro la popolazione civile, rinverdendo le barbarie degli assedi medievali.
E questo mentre si tratta una pace, ma si continua il genocidio del popolo palestinese e a occupare illegalmente territori.
Nelle scorse manifestazioni era stato chiesto alla sindaca di esporre la bandiera palestinese, e lei ha provveduto provocatoriamente ad esporre la bandiera della pace associata a quella palestinese e dell’Ucraina. Bandiera Ucraina, cioè di una nazione belligerante, che illegittimamente è rimasta esposta sul comune per due anni e mezzo e che solo recentemente era stata rimossa. La sindaca parla di legalità, ma l’amministrazione è la prima che non la rispetta.
D’altro canto in due anni di mobilitazione della comunità palestinese e della Rete Bergamo per la Palestina in favore della popolazione palestinese, mai un assessore o un consigliere comunale di maggioranza o di minoranza ha praticamente partecipato. E dopo varie prese di posizione a favore di Israele, solo recentemente la maggioranza ha preso posizione, come dice la sindaca, contro la ‘feroce repressione della popolazione civile a Gaza’. la sindaca Carnevali anche nel suo odierno comunicato non riesce proprio ad ammettere la realtà che è evidente a tutti, cioè che li si sta perpetrando un genocidio e non una “repressione”.
Inoltre a Bergamo per anni è stato dato ampio spazio, anche da parte dell’amministrazione comunale, alle associazioni sioniste. Sino all’episodio dell’altra notte in cui la bandiera Israeliana è stata proiettata, senza chiedere alcun permesso (o no?), sulla porta di San Giacomo delle mura di città alta. Non ci sembra che il comune abbia emesso un comunicato di condanna dell’episodio.
Ora la sindaca Carnevali nel suo comunicato, in questo caso solertemente redatto, ha definito l’occupazione del municipio ‘un atto grave e intollerabile, un insulto a un luogo che appartiene a tutti i cittadini e le cittadine di Bergamo’. Noi riteniamo invece che sia stato un insulto alla volontà pacifista dei Bergamaschi esporre illegittimamente sul comune di Bergamo per anni la bandiera di un paese in guerra e che l’Italia, con il consenso del centrosinistra e del centrodestra, arma e finanzia. E un insulto ora rimettertela affiancandola alla bandiera Palestinese e della pace. Chiediamo che, proprio in nome degli ideali pacifisti professati, questo abominio venga dall’amministrazione rimosso al più presto”.

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