venerdì 10 ottobre 2025

pc 10 ottobre - Operai indiani in Italia: sfruttamento e morte: «Questo è morto, dove lo butto?»

Quarta udienza alla Corte d’Assise di Latina per il processo ad Antonello Lovato, accusato di omicidio colposo con dolo eventuale e omissione di soccorso per la morte il 19 giugno 2024 del bracciante indiano Satnam Singh, abbandonato davanti casa con un braccio amputato.

Ecco due testimonianze ascoltate in tribunale: un bracciante chiamato quel 17 giugno a fare da interprete e il medico legale Cristina Setacci.

Il bracciante: «Aiutami questo è morto, è finito, dove lo butto? Questa frase mi è stata detta al telefono da Antonello Lovato poco dopo l’incidente. Me lo ha passato al telefono un mio connazionale che non parlava italiano ed era con lui. Io dicevo di chiamare una ambulanza. “Siamo con te non ti preoccupare

siamo con te se chiami l’ambulanza si salva, non ti preoccupare”, gli dicevo. Lui era impaurito». Ho sempre fatto presente che dovevano chiamare l’ambulanza, ho pensato che l’avessero portato in ospedale e io dicevo al telefono “Non ti preoccupare, non muore, chiamate l’ambulanza”, ricordo questo».

Il medico legale: «La morte è stata causata da uno choc emorragico e con cure tempestive si sarebbe salvato. Un intervento di soccorso immediato poteva produrre un successo terapeutico e salvare la vita a Satnam. Si è perso tempo, se in trenta minuti si arrivava al Pronto Soccorso di Latina si poteva bloccare l’emorragia e sarebbe stato l’ideale.

La condizione di Satnam all’arrivo dell’eliambulanza era peggiorata perché era trascorso del tempo. Anche il trasporto su un mezzo come il furgone non è stato utile, non è stata una modalità adeguata. La genesi dello choc emorragico è stata provocata dall’amputazione del braccio destro».

Il processo riprenderà il 2 novembre.

* Facebook.com/Mortidilavoro

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