Lo stato sionista di tipo nazista di Israele approfitta della crisi per bombardare attaccare per l'ennesima volta un paese sovrano in spregio alle leggi internazionali con il beneplacito di fatto di tutti - ndr
Quello che sta succedendo in Siria è come un incendio che si
diffonde perché trova il terreno fertile, dal genocidio palestinese all'attacco
al Libano e alla guerra in Libano che minaccia anche un nuovo attacco all'Iran
che incendi tutta l'area, a servizio dell'imperialismo e degli interessi dello
Stato sionista di Israele, gendarme del mondo in quell'area per conto delle
multinazionali dei paesi imperialisti, per mantenere il tallone di ferro e il
controllo delle fonti di energia e dell'assetto geostrategico, delle vie
commerciali in questa area decisiva del sistema-mondo.
Il contagio si diffonde e la Siria entra ora nell'occhio del
ciclone.
Partiamo da un dato: la Siria di Assad è un regime della
borghesia al servizio dell'imperialismo e dei suoi padroni, un regime di
capitalismo burocratico che conserva un sistema feudale che ha oppresso e
opprime il popolo siriano tutto e che il popolo siriano in tutte le sue forme ha ragione di ribellarsi e la caduta di Assad è giusta e sacrosanta perché
questi regimi sono dittature antipopolari che devono essere rovesciate.
La facilità con cui è stato rovesciato senza reali ostacoli, comprese le feroci forze armate siriane usate da Assad per reprimere in tutte le forme il suo popolo tanto che questo regime è la causa essenziale della gigantesca fuga dalla Siria che abbiamo visto in questi ultimi anni e che continuerà anche in queste ore, sta a dimostrare quanto il regime fosse odiato da tutto il popolo, quanto il regime si reggesse quasi prevalentemente sul sostegno della Russia. Ma la Russia imperialista, impegnata a sua volta in una guerra in Ucraina nel contesto delle contraddizioni imperialiste, non ha voluto, né potuto probabilmente, intervenire a sostegno di Assad in questa congiuntura. Meno che mai lo ha fatto il can che abbaia e non morde, l'Iran, che sempre più si dimostra un paese che a parole è la bandiera di tutti coloro che si oppongono nell'area - intesa in senso lato - all'interesse dell'imperialismo americano e delle potenze occidentali, ma che in realtà, a fronte dell'azione degli attacchi dell'imperialismo e delle potenze occidentali, nulla ha fatto per il popolo palestinese, per sostenere il movimento degli Hezbollah a fronte all'invasione, all'attacco criminale dello Stato di Israele, a difesa della Siria, che pur fa parte del suo campo. Nessuna fiducia si può avere nei regimi arabi che invece di fare la guerra all'imperialismo e allo Stato sionista la fanno al loro popolo e quando vengono attaccati non trovano nel loro popolo la forza materiale per respingere gli attacchi.
In Siria chi avanza certamente non lo fa solo con mezzi propri ma perché è sostenuto dall'imperialismo e dalla potenza regionale il regime fascista turco di Erdogan che nel territorio vuol divenire il punto di forza non solo in nome dei suoi interessi.
Senza l'appoggio di Erdogan e il sottinteso appoggio dell'imperialismo, l'avanzata dei cosiddetti "ribelli" dell'ISIS non avrebbe potuto vincere.
Quindi il nuovo regime che si tinge oggi di moderatismo e che dice che ristabilirà la democrazia, che darà a tutte le forze dell'opposizione
reale esistente, diffusa, del popolo siriano potere, è un regime di cui non
ci si può fidare. Il loro orizzonte è quello dell'integralismo islamico, di
proporsi come nuovi oppressori, e si è visto quando l’ISIS ha scatenato le sue
forze - e poi ne è stato militarmente battuto – quello che ha fatto nell'area
e nella zona. Contro di esso si sono levate parti rilevanti della popolazione
nell'area e contro di esso aveva combattuto in prima linea il movimento di
liberazione turco attraverso le forze che lo hanno rappresentato nella sua
faccia migliore, a Kobane. Le combattenti di Kobane, i combattenti del Fronte
unito anti-ISIS e anti-turco, sono stati una diga nei confronti dell'avanzata
dell'ISIS, ma nello stesso tempo sono stati oggetto sia delle pallottole zuccherate
della loro normalizzazione sia degli attacchi frontali da parte del regime
turco. Oggi il popolo siriano si trova di fronte a nuovi padroni con
l'appoggio dell'imperialismo - tacito o diretto - e con il sostegno innanzitutto
della Turchia, di fronte a un nuovo governo dello stesso stampo di quello che l'ha
preceduto.
La Turchia utilizza questo stato di guerra per una sorta
di resa dei conti, anch'essa di stampo genocida, nei confronti del
popolo curdo e nei confronti delle sue espressioni più progressiste e avanzate.
All'ombra di questo rovesciamento di Assad si consuma una guerra contro tutto
ciò che è di ostacolo, non solo all'imperialismo, ma al potere delle potenze
nel territorio che vogliono assurgere a fattore decisivo nell'area, sempre nel
quadro dell'imperialismo.
Ma le vicende in Siria sono parte del sistema mondiale che
marcia verso la guerra, che rende quasi impossibile che le varie frazioni che
si combattano non siano al servizio di una o dell'altra potenza imperialista e che quindi ogni guerra, che ha ragioni interne nel conflitto tra popolo e classi
dominanti, diventa parte delle guerre interimperialiste, delle guerre per
procura che si vanno sviluppando, di cui l'Ucraina è l'espressione in questo
momento più eclatante.
I proletari non possono che essere dalla parte delle masse
popolari che, qualunque sia il regime, ricevono miseria, sfruttamento,
oppressione dei loro diritti, regimi fondati non certo sulla liberazione, ma
sull'intensificazione dell'oppressione.
Trasformare i popoli in sudditi schiacciati dalle dittature
borghesi ma di stampo neo-medievale, trasformare i popoli in un'enorme esercito
che fugge, che emigra dal proprio paese, è una delle caratteristiche
fondamentali dello stato attuale, della contraddizione tra imperialismo e
popoli oppressi.
Serve quindi in Siria che le forze progressiste si ribellino ai vecchi come ai nuovi padroni, combattano e si uniscano e ottengano
il sostegno internazionale, così come avviene oggi, giustamente e necessariamente, con la solidarietà al popolo palestinese.
Noi siamo per l'unità di tutte le forze rivoluzionarie e popolari,
antimperialiste, democratiche e progressiste che combattono gli imperialismi -
tutti gli imperialismi - l'imperialismo occidentale a guida americana di cui
l'Italia è parte integrante, gli altri imperialisti che cercano nell'area di
conquistare e difendere il loro spazio. Noi siamo per i movimenti di
liberazione nazionale e sociale che possono e sono costretti obiettivamente a
percorrere la via della loro liberazione attraverso la ribellione e attraverso
la costruzione di guerre di popolo che possano realmente portarli alla vittoria.
In quell'area esistono forze sostenitrici della lotta di
liberazione ed esistono forze sostenitrici della guerra di popolo e ad esse che
va il nostro appoggio. Mentre all'interno dei paesi imperialisti è necessario
con forza colpire le responsabilità dei nostri governi, del nostro sistema, delle condizioni che producono guerre reazionarie, oppressione dei popoli; e oggi soprattutto respingere la posizione attuale che tutti i governi imperialisti
assumono anche all'interno della Siria, pronti a sposare i nuovi padroni
purché gli garantiscano i loro interessi, pronti ad respingere l'ondata di migranti che le loro guerre e il loro sistema provocano.
E’ questa la posizione che dobbiamo assumere, ma lo possiamo
fare attraverso una chiarezza per cui è necessario sviluppare
controinformazione e far conoscere realmente sia ciò che sta succedendo ai
proletari e alle masse, qualunque sia la loro religione o etnia, sia le ragioni
per cui questo succede e gli interessi in campo.
Solidarietà nelle masse siriane che si sono ribellate al
regime di Assad, che si ribellino anche al nuovo regime!
Solidarietà a tutti coloro che non si pongono al servizio dell'uno o dell'altra potenza, Turchia, Iran, Israele stessa, e di ogni imperialismo, quello americano così come quello russo!
Unità tra i proletari dei paesi imperialisti e lotte di liberazione dei popoli!
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