domenica 8 settembre 2024

pc 8 settembre - Libertà per Luigi Spera! da ORE12/Controinformazione rossoperaia del 6/09

“Libertà per Luigi Spera” è stato gridato in questi sei mesi dai compagni, dai militanti che stanno manifestando nelle piazze, per le strade, contro la guerra, contro la repressione, in solidarietà con il compagno che si trova da circa 6 mesi nel carcere di alta sorveglianza di Alessandria con l'accusa pesantissima di terrorismo e di istigazione a delinquere mentre gli altri militanti individuati dalla magistratura sono accusati di reati minori.

I fatti oramai sono noti tra i compagni, tra chi partecipa alle manifestazioni e tra chi sta esprimendo solidarietà a Luigi.

A novembre del 2022 è stato lanciato un fumogeno all'interno della sede della Leonardo SPA di Palermo, l'azienda che si occupa di armamenti ad alta tecnologia venduti in tutto il mondo a regimi di ogni tipo, regimi reazionari che li usano poi per la guerra in corso e per la repressione dei loro popoli all'interno. Dopo un paio di giorni Antudo pubblica un video in cui si vede questo lancio di un fumogeno con cui si rivendica il motivo di fondo di questa protesta contro l'azienda che era in particolare, in quel momento, coinvolta per la vendita di armi al regime turco che il fascista Erdogan aveva usato per bombardare i curdi in Siria e in Iraq nella sua guerra interna di repressione in Kurdistan, causando morti e distruzione di infrastrutture.

Da questo video parte la polizia e la magistratura, fanno delle indagini degne di grandi operazioni speciali e alla fine vengono indagati 6 compagni, sei militanti. Luigi Spera viene accusato addirittura di terrorismo.

La repressione entra in ballo alla grande e non basta il fatto che il primo magistrato non riconosce

l'accusa di terrorismo e cerca di dire soltanto che è stato un incendio, comunque un crimine secondo la borghesia, che prevede pene alte tra i 3 e i 7 anni, ma il tribunale del riesame invece conferma l'atto e aggiunge l'ipotesi degli altri reati, cioè di istigazione a delinquere.

La repressione nei confronti di Luigi si estende perché Luigi è un militante di lungo corso contro la guerra, contro l'utilizzo delle armi e contro le popolazioni oppresse e nelle attività sociali in generale, è un istruttore della palestra che è all'interno del centro in cui è impegnato.

Quindi si tratta di una accusa di tipo politico, mirata a intimidire chi si impegna - e non soltanto a chiacchiere - con le manifestazioni, con la denuncia contro ciò che invece è importante per il governo, cioè di avere mano libera nel campo militare, nella repressione e nelle guerre in corso. 

Questa repressione naturalmente si è abbastanza estesa.

In questo caso l'accanimento contro Luigi – perché di accanimento dobbiamo parlare - vorrebbe essere di intimidazione nei confronti di tutte le altre manifestazioni, di tutti gli altri militanti che sono impegnati nello stesso campo.

Il 6/09 c'è stata un'udienza e Luigi è stato rinviato a giudizio dinanzi alla seconda sezione della Corte d'assise il 6 novembre prossimo, mentre la Cassazione deciderà il prossimo 12 settembre sulla qualificazione del reato che è stato contestato naturalmente dalla difesa, cioè quella di terrorismo. L'accanimento si vede nell' ultima iniziativa presa dalla magistratura sulla censura della posta, perché Luigi in questi mesi ha scritto diverse lettere mandate al movimento in generale e a compagni e ha ricevuto tanta posta di solidarietà. Questa censura della posta dimostra come quanto sia sia scoperto il nervo del governo che non tollera chi si oppone davvero alle sue iniziative guerrafondaie, contro le spese assurde per le armi.

Luigi in questi giorni ha ricevuto una visita anche di Ilaria Salis che ha fatto un resoconto di questa visita denunciando l'aspetto penale e l'aspetto politico dell'accusa che gli viene fatta e di tutto l'impianto accusatorio della magistratura e della polizia nei confronti di Luigi.

Ma la Salis ha detto anche di averlo trovato in buona forma e con il morale alto, nonostante le condizioni assurde.

Ai militanti non è stato possibile incontrarlo ma ci si sta impegnando per trovare delle forme per mettersi in contatto nonostante la repressione subita anche attraverso la censura della posta.

Il morale alto dimostrato, la forza dimostrata da Luigi , come ha riferito la Salis, ci conferma ancora una volta quella parola d'ordine che usiamo contro la borghesia, cioè che la loro repressione non ferma ma alimenta la ribellione! Una ribellione che continuerà naturalmente con la parola d'ordine “libertà per Luigi Spera”!

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