ANSA - L'Avvocato Gianluca Vitale, in una dichiarazione immediata all'Ansa ha espresso preoccupazione, sottolineando come il trasferimento del processo a Potenza potrebbe diventare “un pericolosissimo precedente”. Vitale teme che, accogliendo le eccezioni sollevate dai difensori, la decisione rischi di bloccare il più grande processo per disastro ambientale mai celebrato in Italia, aprendo la strada ad altri casi in cui, se tra le vittime figurano giudici, i processi potrebbero essere annullati.
Da Sky Tg24 - Corriere del Mezzogiorno - La Stampa -
Il trasferimento del processo Ilva a Potenza "un'arma in mano agli
inquinatori". E' quanto afferma da Torino l'avvocato Gian Luca Vitale,
patrono di parte civile per Slai Cobas e Medicina Democratica.
"Naturalmente leggeremo le motivazioni - spiega il legale - ma ora come
ora siamo del parere che accogliendo le eccezioni dei difensori degli
imputati la Corte di Taranto rischia non solo di mettere una pietra
tombale sul più grande processo per disastro ambientale celebrato in
Italia. Il rischio è che si crei un pericolosissimo precedente, un'arma
in mano agli inquinatori: più ampio e grave è l'inquinamento, più sarà
possibile dire che tra le potenziali vittime ci sono dei giudici e,
quindi, più facile sarà annullare il processo". Secondo Vitale "una
norma posta a tutela dell'indipendenza della magistratura, e quindi a
difesa della giustizia, diviene norma di ostacolo alla giustizia e di
tutela della logica del profitto a tutti i costi".
Avv. Enzo Pellegrin Torino, che rappresenta alcune parti civili organizzate dallo Slai cobas:
"Occorre prima di tutto leggere la motivazione, purtuttavia, come fu
nel caso del petrolchimico di Marghera, il processo penale é di per sé
un'arma spuntata per la tutela degli interessi delle classi popolari
inquinate e della salute dei lavoratori. L'approntamento di organi e
agenzie amministrative che possano agire in modo immediato ed esecutivo,
nel contempo avendo poteri istruttori pari alla magistratura e
possibilità di sospendere, limitare o revocare i diritti di proprietà
privata, possono dare miglior prova nel regolare in modo immediato ed
equo i diritti di chi per primo ci lascia la pelle. L'accertamento
processuale può venire dopo e se del caso modificare i provvedimenti
presi. Ma una Commissione esecutiva cautelare amministrativa, magari
partecipata da elementi eletti da e direttamente responsabili verso la
comunità, avrebbe maggiore efficacia".
Margherita Calderazzi (Slai COBAS sc), Alessandro Marescotti
(Peacelink
Nessun commento:
Posta un commento