domenica 22 settembre 2024

pc 22 settembre - Dall'India la solidarietà e il sostegno al movimento di lotta in Bangladesh - PARTITO COMUNISTA DELL’INDIA (MAOISTA) Comitato Centrale


comunicato stampa

31 agosto, 2024

Saluto rosso ai martiri che hanno dato la vita in Bangladesh per conquistare le loro rivendicazioni

salutiamo il movimento militante degli studenti in Bangladesh

che ha rovesciato il regime fascista della Awami di Hasina

L’unica soluzione non è un cambio di governo ma il rovesciamento del sistema di sfruttamento

Fermiamo la confessionalizzazione del movimento da parte del RSS-BJP brahmanico hindutva indiano

Il Comitato Centrale del PCI (maoista), il PLGA e i Comitati Popolari Rivoluzionari rendono omaggio rivoluzionario agli oltre 560 coraggiosi studenti e militanti e a tutti gli altri attivisti che in Bangladesh hanno dato la vita per le rivendicazioni democratiche e progressiste dei nove punti e lottando per rovesciare il governo della Lega fascista Awami di Hasina. Il popolo del Bangladesh, in particolare studenti e i giovani, hanno mandato un chiaro messaggio a tutte le classi dominanti oppressore e sfruttatrici del mondo, dicendo che ogni repressione delle classi dominanti troverà risposta in un movimento di massa democratico unito e forte. Il movimento studentesco, iniziato come movimento per la riforma delle quote, si è trasformato rapidamente in un movimento di rivendicazione politica: "Hasina deve dimettersi e deve essere punita".

Nel mese di luglio, l'Alta Corte del Bangladesh aveva emesso una sentenza che ripristinava nei posti di lavoro statali la riserva del 30% per i discendenti dei combattenti per la libertà. Il 16 luglio gli studenti di diverse università hanno denunciato la sentenza come ingiusta e contraria perfino alla costituzione del Bangladesh. così, in tutte le università del Bangladesh, gli studenti hanno iniziato a

organizzarsi e mobilitarsi contro la quota del 30% per gli eredi dei Mukti-Bandho (combattenti per la libertà). La leader della Awami League e primo ministro del Bangladesh, Sheik Hasina, ha definito gli studenti che protestavano contro il sistema delle quote “figli dei Razakar”. La macchina della repressione di Stato del Bangladesh, la polizia, la Bangladesh Chatra League, braccio studentesco della fascista Awami League -principale partito della classe dirigente- hanno iniziato a colpire, attaccare e uccidere gli studenti che protestavano, di giorno come di notte.

Per soffocare immediatamente il movimento, il governo di Hasina ha schierato massicciamente la BGB (Guardia di frontiera del Bangladesh), forza paramilitare. In soli quattro giorni, i paramilitari fascisti dello Stato, la polizia e i loro scagnozzi hanno ucciso oltre 100 studenti e hanno bagnato la terra del Bangladesh del sangue dei giovani. Infine, la Corte Suprema del Bangladesh si è pronunciata a sostegno del movimento studentesco. Questa vittoria lo ha spinto a fare un passo avanti e il movimento ha adottato la giusta parla d’ordine che il Primo Ministro doveva essere punita per i suoi innumerevoli crimini contro il popolo e la nazione.

Secondo le ultime informazioni, il regime e le forze repressive del Bangladesh hanno ucciso più di 400 studenti. Il bilancio delle vittime è sicuramente maggiore dato che l’informazione sui massacri è sotto lo stretto controllo delle classi dominanti e dei loro agenti, media compresi. Nonostante la brutale repressione e i gravi sacrifici, il popolo del Bangladesh, soprattutto i giovani e gli studenti, hanno portato avanti il movimento per ottenere le loro giuste richieste.

I massacri sono stati commessi dal Partito che svolse un ruolo decisivo nel movimento di liberazione del Bangladesh negli anni '60. Ma, col tempo, la Lega Awami è diventato il Partito delle classi dominanti, i proprietari terrieri e la borghesia burocratica compradora sostenute dalle diverse potenze imperialiste, e la figlia del capo di quel movimento Shaik Hasina governava il paese da Primo Ministro come un dittatore. Da quando in India è salito al potere il governo fascista brahmanico hindutva del RSS-BJP, la Awami League del Bangladesh ha applicato con ogni sforzo le politiche espansionistiche filo-India e le politiche di liberalizzazione, privatizzazione e globalizzazione filo-imperialiste. Sotto la supervisione del governo indiano, Hasina e le sue forze armate hanno spietatamente eliminato i dirigenti e quadri delle lotte di liberazione delle nazionalità del Nord-Est, che difendevano quel territorio dall’espansionismo indiano.

Il nostro Partito ritiene che le gravi condizioni socioeconomiche prevalenti in Bangladesh sono causate alle politiche di sfruttamento e di oppressione delle classi dirigenti compradore. La subordinazione agli interessi dell'imperialismo e dell'espansionismo indiano, alle classi borghese-burocratico-compradora e dei grandi proprietari terrieri del Bangladesh e il governo fascista del governo di Hasina sono le principali ragioni dell'esplosione del movimento studentesco militante che ha preso forma di lotta per la riforma del sistema delle quote. Il 40% della popolazione del Bangladesh è impiegata nel settore agricolo, ma l'agricoltura contribuisce al PIL per appena l'11%. Secondo gli economisti borghesi, nei 15 anni di governo della "lady di ferro" Hasina, il Bangladesh ha visto una crescita economica "impressionante" e milioni di persone sono state strappate alla povertà. Ma la realtà è che e una crescita è senza posti di lavoro la narrazione dei milioni di persone uscite dalla povertà è ben lontana dai fatti. Ancor oggi il Bangladesh è attanagliato da disoccupazione, povertà, analfabetismo, malnutrizione e molti altri problemi. Il movimento attuale è l’esempio vivo della crisi che esiste in quel paese.

Ciò mostra la crisi che ha ostacolato la crescita dell'agricoltura, come tutti i paesi semicoloniali e semifeudali. È noto che il Bangladesh è il più grande esportatore di abbigliamento al mondo. Ma le condizioni di lavoro dei lavoratori del tessile in Bangladesh sono molto peggiori che in ogni altra fabbrica di sfruttamento. I salari reali della classe operaia riescono a malapena a mantenerla in vita per riprodurre la propria forza lavoro. La disoccupazione è salita al 3,5%, secondo i dati dalla stessa agenzia governativa Bangladesh Bureau of Statistics (BBS). Secondo la BBS, nel 2022 nel settore informale erano impiegate complessivamente 59,80 milioni di persone. Il Bangladesh paga salari tra i più bassi al mondo ed è tra i primi 10 Stati in termini di leggi repressive sul lavoro. L'inflazione ha raggiunto il 10% e negli ultimi anni i prezzi dei beni di prima necessità sono quasi raddoppiati. La valuta del Bangladesh, il "Taka", si è svalutata del 30%.

Così come in India, sono anche aumentate disuguaglianza e concentrazione della ricchezza, soprattutto dopo la “crisi pandemica”. Un 10% di milionari controllano il 41% della ricchezza. In Bangladesh il rapporto tasse/PIL cala continuamente e ai proprietari terrieri e alla borghesia burocratico-compradora sono concesse enormi agevolazioni fiscali. Gli studenti e i giovani provenienti dalla classe operaia e dalla classe media, che aspirano a posti di lavoro nel settore pubblico, stentano a trovare lavoro. La maggior parte dei posti di lavoro statali sono accaparrati dal blocco di potere delle classi dominanti della Awami League, in nome della riserva del 30% per gli eredi dei combattenti per la libertà. Per coprire il suo fallimento e delegittimare il movimento studentesco, che si è trasformato in un ampio movimento popolare, in Bangladesh e in India le classi dirigenti stanno bollando il movimento come comunitarista. Certo, possono esserci forze che cercano di cavalcare il movimento per sete di potere, ma ciò non cambia in alcun modo l’essenza del movimento, che è democratico e antifascista. Pertanto il PCI (maoista) si oppone risolutamente a questo logica di divisione e confessionale delle classi dominanti di India e Bangladesh che nasconde e distorcere lo scenario reale dei problemi reali di quel paese.

Il PCI (maoista) condanna la ambigua posizione dello Stato indiano. Il governo indiano ha pubblicamente affermato che questa è questione interna di quel paese, ma segretamente ha sottratto e poi dato rifugio alla principale responsabile, Sheik Hasina. Il nostro Partito esige che la dittatrice sia restituita al Bangladesh. Molti paesi vicini all’India hanno sviluppato rapporti tesi con il governo indiano a causa delle sue politiche espansionistiche, imperialiste filo-americane. Le contraddizioni inter-imperialiste per il dominio della regione si stanno intensificando.

Nel movimento di liberazione del Bangladesh degli anni ’60 fu chiarissimo il ruolo del governo indiano e dei social-imperialisti sovietici. Con quel movimento il popolo fece molti sacrifici ma non riuscì a conquistare una vera libertà e democrazia. Il movimento attuale riflette le aspirazioni delle grandi masse non solo a una vera libertà e democrazia, ma anche contro la rapina e saccheggio del regime sfruttatore e la volontà di uscire dalla morsa dei tanti problemi socio-economici-politici. La dittatrice primo ministro in preda al panico a fronte dell'unità del popolo, allo spirito militante e al coraggio di tutti gli attivisti del movimento, si è dimessa dall’incarico consegnando il potere ai militari ed è fuggita in India. Allora i militari, che hanno permesso la fuga della dittatrice, si sono fatti avanti e hanno preso il potere del paese. Ma il movimento non ha accettato un governo militare e rivendicato con forza un governo civile.

Il movimento ha raggiunto un livello di militanza tale che 450 su un totale di 600 stazioni di polizia in Bangladesh sono state bruciate da masse di manifestanti che hanno ne sequestrato le armi al grido “Vikalpo Aami” (Noi siamo l'alternativa). Ma il cambio di regime non è la soluzione definitiva per le rivendicazioni popolari. Awami League, Bangladesh Nationalist Party, o Jamiat, sono tutti agenti delle classi dominanti. Le indicazioni del governo ad interim del premio Nobel portato al potere dai militari, Mohammad Yunus, nota sanguisuga del popolo, dimostrano che esso vuole fermare il movimento e attuare la stessa politica imperialista in nuove forme.

Il popolo del Bangladesh, può rialzarsi, vivere una vita di dignità e rispetto di sé e liberarsi dalla rapina e saccheggio dei nemici interni ed esteri solo attraverso movimenti rivoluzionari, distruggendo la vecchia macchina statale e creando un nuovo Stato popolare. Il nostro Partito e le masse rivoluzionarie dell’India e del mondo credono fermamente che il popolo del Bangladesh non lascerà che il sangue dei suoi compagni sia versato invano.

Ricordiamolo questi versi: “Cos’è la vita se non marciare insieme fianco a fianco, sventolando la nostra bandiera; cos’è la vita se non un pugno alzato per la giusta Resistenza”. Allo stesso tempo, il nostro Partito ha piena fiducia che la vera avanguardia proletaria del Bangladesh sarà in prima linea in questo eroico movimento per unire le grandi masse verso la costruzione del nuovo potere popolare.

Pertanto, il nostro Partito fa appello a tutti i partiti d’avanguardia della classe operaia affinché si uniscano contro tutte le forze imperialiste, la borghesia burocratico-compradora indiana e il suo espansionismo, specie nel Sud Asia. In Sud Asia è urgente unire i popoli, le organizzazioni e le forze per combattere l’espansionismo dello Stato indiano, l’imperialismo e le classi dirigenti reazionarie, comprese le forze confessionali della regione, per stabilire in Sud Asia una reale indipendenza e sovranità nazionale, un’autentica democrazia, e l’autosufficienza, il progresso e la pace, la fraternità e cooperazione reciproca, al servizio anche dei movimenti antimperialisti e anti-feudali, ai movimenti operai di tutto il mondo. Per i partiti e delle forze maoiste in Sud Asia la necessità del momento è essere alla testa e guidare tutti i movimenti democratici e rivoluzionari nei rispettivi paesi. Vikalpo Aami (Noi siamo l'alternativa), avanzare con questo slogan, noi siamo con voi.

Abhay

portavoce

Comitato Centrale

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