sabato 17 febbraio 2024

pc 17 febbraio - Il nostro lavoro nelle fabbriche e nei posti di lavoro verso le giornate di lotta del 23 e 24 per la Palestina e la sua resistenza/contro la guerra e contro l'imperialismo

 da Controinformazione rossoperaia ORE12 del 16/02


Vogliamo fare il punto e portare ad esempio il nostro lavoro nei posti di lavoro, nelle fabbriche, tra le lavoratrici e i lavoratori, quello della battaglia necessaria, del legame tra il sostegno alla resistenza palestinese e la battaglia contro la guerra imperialista, che lega gli interessi - anche immediati - dei lavoratori rispetto alla situazione internazionale.

Questo lavoro alle fabbriche si sta svolgendo già all'interno di un'attività più generale per elevare la coscienza e la controinformazione nei posti di lavoro, utilizzando quello che è lo strumento della Controinformazione.

Dopo il 7 ottobre siamo continuamente intervenuti, portando le mobilitazioni e i contenuti della lotta palestinese e della campagna di solidarietà e dei movimenti anche nei posti di lavoro, abbiamo fatto la nostra parte per informare e far partecipare i lavoratori a questa battaglia che è fondamentale anche per

la difesa delle condizioni di lavoro, una difesa nella prospettiva di un attacco, con la presa di coscienza che solo la messa in discussione dell'intero sistema capitalista/imperialista può dare un senso anche alle nostre battaglie rivendicative di tutti i giorni.

La campagna partita anche a livello internazionale - e che noi in Italia abbiamo fatto propria aderendo alle due iniziative del 23 febbraio e del 24 febbraio lanciate dalle organizzazioni palestinesi, in particolare dai giovani palestinesi d'Italia - è molto importante e ci dà un'opportunità in più per fare una campagna specifica rispetto a quelli che sono i legami tra il piano genocida di Israele e dell'imperialismo e l'intervento e l'allargamento poi della guerra, con l'invio diretto del nostro imperialismo delle truppe nel Mar Rosso e quindi la battaglia che lega la lotta dei popoli, la resistenza alle fabbriche dei nostri paesi imperialisti, che è il miglior sostegno al popolo palestinese, alla sua resistenza e a tutti i martiri che quotidianamente stanno resistendo al genocidio di Israele.

Partiamo con lo spiegare che dietro la disumanità di questo genocidio, di questa campagna di distruzione verso il popolo palestinese, di annientamento di un popolo, c'è il sistema imperialista, c'è la logica del profitto e quindi sta a noi, a noi operai e comunisti, spiegare quello che ci sta dietro a questo sistema che genera questi genocidi nel silenzio di tutti gli Stati imperialisti potenti, mentre dall'altro lato tutti i popoli si stanno schierando a fianco della resistenza del popolo palestinese, che è sempre più un esempio - come abbiamo detto più volte negli interventi alle fabbriche - la Palestina è l'esempio dei popoli che lottano, la liberazione della Palestina è la liberazione di tutti gli oppressi.

Dobbiamo scendere in piazza con questi obiettivi e legare questa solidarietà al popolo palestinese, alla lotta contro chi tutti i giorni non ci dà nessuna garanzia: agli operai nelle fabbriche non stanno garantendo il lavoro, per gli studenti non c’è nessun futuro, è una scuola sempre più piena di guerra, piena di pezzi di merda come Crosetto. Anche su Israele e Palestina vediamo che il governo Meloni non è un governo come gli altri, è sempre un governo dei padroni ma è un governo di fascisti, dove Crosetto è l'esponente diretto dell'industria militare, e negli altri governi questo non c'è mai stato. Quindi è molto simile a quello che sta succedendo anche nel governo Netanyahu che sta marciando verso un regime, fottendosi anche delle voci contrarie che ci sono in quel paese.

Noi dobbiamo portare questa campagna e questo messaggio che sono molto importanti per l'unità della lotta dei popoli, dei proletari: che i proletari non hanno la patria del Capitale da difendere ma hanno solamente un mondo da conquistare. E per questo è importantissima la scesa in campo dei lavoratori, anche se non facile perché è difficoltosa in questo clima di campagna permanente, di disinformazione e di attacco al dissenso, di criminalizzazione, con la repressione che anche in questi giorni si è fatta più sentire.

Un nostro intervento che è stato fatto davanti alla Rai, a Milano, sintetizza questo clima che è un segnale anche di debolezza da parte del governo guerrafondaio, fascista, della Meloni che si illude che con la repressione possa fermare la giusta solidarietà e la lotta dei popoli e dei proletari.

L’ appello del 23 e 24 lega l'importanza della solidarietà con la resistenza palestinese e la lotta contro la guerra imperialista e in questo senso la giornata del 23 è una giornata di scioperi che per noi vuol dire assemblee, informazione, giornata di lotta organizzata dai sindacati di base a cui anche lo Slai Cobas per il sindacato di classe ha aderito. È una giornata di lotta molto importante per portare direttamente ai lavoratori proprio le giuste istanze della resistenza palestinese che vogliono una pace giusta, una pace con la giustizia, che vogliono dire basta alle guerre imperialiste, basta alle guerre ingiuste, ma che sanno benissimo che per ottenere tutto questo bisogna fare una guerra, la guerra agli sfruttatori, la guerra ai sionisti, agli imperialisti, ai padroni del mondo, la guerra al governo italiano che è in guerra contro il popolo palestinese perché proprio in questi giorni, non solo tramite quelli che sono le industrie delle armi, ma attraverso anche l'invio diretto dei soldati nel Mar Rosso, è entrato in guerra direttamente contro i palestinesi e quindi contro tutti i proletari.

Questa campagna e questa attività nei posti di lavoro, tra i lavoratori, è molto importante perché il migliore aiuto al popolo palestinese è quello di colpire il nostro governo e tutti i suoi sporchi interessi che sono quelli dei padroni delle multinazionali, delle fabbriche di armi, dell'ENI. Non dimentichiamo che davanti alla Palestina c'è un grosso interesse dell'ENI per il petrolio, per il gas, di un grandissimo giacimento dei palestinesi che vogliono che sia invece sfruttato da Israele e dai suoi amici imperialisti che stanno non a caso aiutando Israele per poi spartirsi, anche in questo caso, il bottino.

Per questo è una cosa molto importante anche la resistenza che in Yemen sta facendo il popolo yemenita, definito non correttamente come “ribelli houthi”, ma questa è una cosa molto importante perché è un intervento diretto che va a colpire gli interessi dei padroni, degli imperialisti e questa è l'altra questione che è molto importante in queste due giornate, per arrivare a degli scioperi, a delle fermate, a delle prese di posizione nelle fabbriche, che, sappiamo benissimo, che è un lavoro molto lungo, ma è un lavoro necessario a cui questa campagna offre la possibilità di dare continuità.

La manifestazione nazionale Milano del 24 da piazzale Loreto lega la questione internazionalista alla questione della lotta qui in Italia, perché, come abbiamo detto anche in altri interventi, la resistenza in Palestina è la resistenza che serve anche qui in Italia.

Come è stato detto negli appelli dell'Associazioni palestinesi rispetto a queste due giornate quello che è necessario è di alzare il livello della solidarietà che è quello che serve in questo momento. Perché come aumenta questa solidarietà aumenta la repressione della polizia, come a Vicenza, alle manifestazioni davanti alla Rai. Adesso vediamo che aumentano sempre di più questi tentativi di usare il manganello per fermarci, ma dall'altro lato ci dice che lo Stato, i governi, i padroni, hanno paura dei popoli che alzano la testa, hanno paura dell'esempio che viene dal 7 ottobre e che viene da tante altre lotte come quella del partito comunista dell'India, delle lotte di liberazione nazionali, delle guerre popolari contro il fascismo induista in India e in tanti altri paesi. Queste lotte, queste guerre di popolo si devono unire in un fronte antimperialista, anticapitalista e la lotta di liberazione della Palestina deve trovare la sua strada per una effettiva liberazione attraverso il legame e la solidarietà internazionale e internazionalista con le organizzazioni che dirigono queste resistenze.

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