sabato 17 febbraio 2024

pc 17 febbraio - NO alla controriforma della giustizia del ministro salvacorrotti Nordio

 da Controinformazione rossoperaia ORE12 del 16/02

Dove non è riuscito Berlusconi, cioè di mettere le mani sulla giustizia e a silenziare la stampa non allineata, ora ci sta riuscendo il ministro Nordio del governo Meloni.

Con questo indegno personaggio i termini “giustizia” e “garantismo” perdono definitivamente il loro significato, cosa che è normale nel diritto borghese, del diritto al servizio dei padroni, ma con questo governo si affonda ancora di più nello stravolgimento di leggi, nel piegare la magistratura alla politica del governo, nel mettere il bavaglio alla stampa.

Con il ministro Nordio “giustizia” vuol dire ingiustizia e garantismo vuole dire garanzia di impunità per i corrotti.

E’ la fine di quello che i borghesi chiamano “Stato di diritto”, è un ulteriore passo avanti nella trasformazione reazionaria della stessa democrazia borghese.

Stiamo parlando del passaggio al Senato del ddl Nordio che andrà alla Camera, che è passato con

un’ampia maggioranza sostenuta da Italia viva e Azione, i miserabili Renzi e Calenda, su fronte del sì (104) e le opposizioni su quello del no (56).

Il disegno di legge di Nordio non è una riforma della giustizia ma è una controriforma, funzionale agli obiettivi del piano di occupazione dello Stato da parte di questo governo – il governo Meloni - e evidenzia ancora una volta quali classi questo governo intende tutelare e qual è il suo disegno, la sua concezione di che tipo di società costruire.

Del resto è la linea dell’intero governo che ispira il ddl Nordio: sulle inchieste della magistratura che colpiscono il ministro Santanchè la stessa Meloni aveva detto: “un avviso di garanzia non determina in automatico le dimissioni di un ministro”

Su RaiNews24 – riporta Il Fatto Quotidiano - il viceministro di Forza Italia, Francesco Paolo Sisto, ex avvocato di Berlusconi, dice che la riforma “è stata studiata e calibrata nel tempo, con la diretta partecipazione” dell’uomo di Arcore, che “ha subito tanto, troppo, a causa della giustizia”.

Il più grande corrotto e corruttore della casta politica e padronale italiana, legato alla grande criminalità – e qui ci sono i processi e anni di inchieste che lo provano – è il modello per la controriforma Nordio della giustizia.

Il motivo che lo aveva spinto alla sua “discesa in campo” è stato sicuramente per difendersi dai processi, dalla mole di inchieste che lo accusavano di corruzione, di malaffare e di legami con la criminalità, oltre che attuare il piano golpista di Gelli alla cui loggia massonica Berlusconi era iscritto. Questo ha fatto da apripista che ha permesso l’insediamento del peggio di questa classe politica rappresentante della peggiore casta politica e padronale nel nostro paese.

Gli amministratori, i sindaci e la casta politica a livello locale e provinciale non saranno perseguiti per il reato d’abuso d’ufficio perché questo, l’art. 323 del codice penale, con questa controriforma, è stato abolito. Si dà il via libera ad appalti senza regole, a profitti vertiginosi per i padroni e allo scempio dei territori, all’impunità dei padroni assassini per le morti sul lavoro che gli appalti senza regole faranno aumentare senz’altro.

Nessuna pena per chi prende mazzette perché il traffico d’influenze da Nordio è stato ridotto ai minimi termini: non sarà più punibile il pubblico ufficiale che, violando la legge, “intenzionalmente procura a sé o ad altri un ingiusto vantaggio patrimoniale ovvero arreca ad altri un danno ingiusto”. Se il testo diventerà legge, l’Italia diventerà l’unico Paese del mondo capitalista in cui questa condotta non costituisce reato. E questo lo scrive un giornale borghese.

Non solo. Per arrestare un presunto corrotto o tangentista (che magari nemmeno sapeva di essere indagato) bisognerà “avvertirlo” con un anticipo di almeno cinque giorni che subirà un interrogatorio.

Viene demolito l’art. 21 della Costituzione sulla libertà di manifestare liberamente il proprio pensiero e sulla libertà di stampa, mirando a colpire i giornalisti non allineati al governo e mettere il bavaglio al diritto di cronaca e al diritto dei cittadini, delle masse, ad essere informati, perché la controriforma Nordio vieta la pubblicazione delle intercettazioni.

Il 5s Roberto Scarpinato attacca "un impianto antidemocratico, anti egualitario e classista", mentre Ilaria Cucchi di Alleanza verdi e sinistra parla di "un insulto alla democrazia".

Per l’opposizione, dai giovani, dagli ambientalisti, dai movimenti dell’opposizione politica e sociale, solo repressione e manganelli, pene più pesanti, mentre l’impunità viene garantita ai padroni e ai politicanti corrotti.

Con questa controriforma il ministro Nordio non solo riabilita e legittima il peggio di quel sistema che un tempo i giornali e le inchieste chiamavano “Tangentopoli”, quel sistema prodotto dall’intreccio tra padroni corrotti e corruttori, finanza e classe politica al governo sul piano nazionale e locale, un sistema che abbiamo sotto agli occhi ogni giorno con arresti e inchieste che stanno colpendo i membri dei partiti di governo e di alcuni suoi ministri, ma un passo ulteriore nella demolizione/dissoluzione di questo Stato borghese per strutturarne uno nuovo al servizio di un regime, quell’obiettivo che si era proposto Gelli con il piano rinascita della P2 e che con quella sciagura del ministro Nordio oggi realizza il suo piano golpista.

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