giovedì 15 febbraio 2024

pc 15 febbraio - Solidarietà con i ragazzi di Torino e Napoli aggrediti e picchiati dalla polizia sotto la Rai/NO alla scuola-caserma del governo Meloni (da Controinformazione rossoperaia ORE12 del 14/02)

Lavoratori e lavoratrici, è davvero una vergogna quello che ieri è successo a Napoli e a Torino. Due manifestazioni di giovani e giovanissimi, appartenenti al movimento degli studenti, in particolare a Torino gli studenti di “cambiamo rotta”, gli attivisti solidali con la Palestina, appartenenti a diverse associazioni, a Potere al popolo, a realtà dei centri sociali, ad Askatasuna a Torino, a Napoli alle diverse realtà sociali attive che hanno giustamente protestato sotto la direzione della Rai.

Questa Rai fa schifo, è diventata TeleMeloni in mano a uomini del governo come mai si era visto prima. Anche prima la televisione era in mano ai partiti, era in mano ai governi, per carità, figuriamoci! Ne abbiamo viste di cotte e di crude e sappiamo come vengono piazzati alla Rai giornalisti/giornaliste…. per non usare parole volgari.

Ma TeleMeloni lo fa con arroganza. Dice che sta “riequilibrando” per loro che sono stati esclusi da anni. Falso! Uomini di questo governo o dei partiti di questo governo ci sono stati - eccome - dentro la Rai, se la sono spartita prima, basta pensare a Salvini, e stendiamo un velo pietoso su Forza Italia di Berlusconi. Sarebbero gli ultimi che possono parlare in questa maniera, però lo stanno facendo, lo stanno facendo e in maniera volgare, arrogante, provocatoria lo stanno attuando.

E che significa TeleMeloni? che non si devono dire cose che possono disturbare il governo e la sua

immagine propagandata h 24 su queste televisioni e che non esita a usare qualsiasi cosa: l'ultima che hanno usata è il Festival di Sanremo, dove prima/durante e dopo abbiamo assistito a manfrine contro l'uso politico del Festival, salvo poi usarlo. E quando un cantante Ghali ha osato ricordare con una performance breve - 5 minuti! - che in Palestina è in atto un genocidio, dove sono morti finora circa 30.000 persone, in maggioranza bambini e ragazzi, dove c'è un popolo che viene cacciato a furor di bombe dalle proprie case, da tutta la Striscia di Gaza, non sanno dove devono metterli, li vogliono o seppellire o portare sulla luna possibilmente, il regime sionista di tipo nazista di Netanyahu, appoggiato da tutti quegli ipocriti, da quelli espliciti come l'imperialismo americano, specialista in stragi, ecc..ecc.., e da quelli impliciti come i governi europei, il governo italiano, complici del genocidio.

Ma non è di questo che vogliamo parlare, ne parliamo tutti i giorni. Parliamo del fatto che Ghali dice “genocidio” e scoppia chissà che cosa! Il Festival di Sanremo deve essere solo canzonette. Non siamo esperti di questo, ma ci sarebbe da raccontare tante storie, storielle e storiacce.

Ma quello che è scandaloso è che la Rai censuri i cantanti quando pisciano fuori dal vaso. E appena questo indigna e le realtà solidali con la causa palestinese - tanti ragazzi scendono in piazza per protestare - mazzate, manganelli come selvaggi, basta vedere i video.

Certo, non è che uno va sotto la Rai e gli dice “cattivi”, li chiama assassini, non è che va sotto la Rai e può accettare che ci sia uno schieramento di poliziotti come stiano arrivando le bande criminali. E poi cariche, mazzate, sangue in faccia, teste spaccate.

Figli e figliastri. C'è chi può bloccare le strade legittimamente, c'è chi può dirne di tutti i colori e non gli succede niente. Ci sono i ragazzi che scendono in solidarietà con la Palestina a dire “genocidio”, come il cantante e a solidarizzare, e per loro giù mazzate!

Ecco, questo è fascismo, è stato di polizia, è arroganza del potere, è dittatura! queste cose si vedono in Ungheria dove c'è Ilaria Salis o in America Latina dove sono famose le dittature sudamericane. Ma queste dittature stanno arrivando in Italia attraverso il governo Meloni, la fascistella della Garbatella, ascesa al trono, dietro la faccia cosiddetta “pulita” ci sono i vermi che utilizzano lo Stato per occuparlo, le televisioni per occuparle, le istituzioni per occuparle. E giù mazzate con la polizia.

Solidarietà, solidarietà e facciamo 10-100-1000 manifestazioni di questo tipo laddove ci sono le sedi Rai, facciamone altre laddove non ci sono le sedi Rai, scegliamo degli obiettivi coerenti con questo, rompiamo la censura, affermiamo una semplice verità: in Palestina c'è un genocidio. Basta, non vogliamo che si dica altro.

Perfino il governo dice, stanno esagerando, ne dovevano ammazzare 10.000, siamo arrivati a 30.000, dovevano ammazzare i terroristi, poi i terroristi sono tutti e li ammazziamo tutti.

In questo senso questa cosa è importante, perché – attenzione - fino ad ora sul lavoro, sul salario, sulle case e così via, abbiamo scherzato diremmo alle masse, non abbiamo fatto niente di fronte ai salari tagliati, al lavoro negato, alla sanità su cui stentiamo un velo pietoso. E che dire della scuola? Casomai ne parliamo dopo.

E’ un bene se le masse protestano seriamente e non fanno né processioni, che “il governo ci deve aiutare”, bla bla bla... sono mazzate.

Ma chi semina vento raccoglie tempesta. Attenzione che i ragazzi fessi non sono, non li puoi picchiare e basta. Ragionano, fanno esperienza e questa esperienza speriamo che serva perché se questi governi non se ne vanno con le loro stesse gambe, se ne dovranno andare in altre forme.

Solidarietà con i ragazzi di Torino e Napoli aggrediti e picchiati dalla polizia sotto la Rai.

Via Tele Meloni! e non perché ci aspettiamo tanto, ma un pò di decenza ce l'aspetteremmo.

O finiremo che la Rai la gestirà Sgarbi?


Continuiamo a parlare ancora di scuola. Certo gli studenti non sono una meraviglia sia per i livelli di istruzione che ricevono in queste scuole, sia per quello che gli succede appena escono da scuola: disoccupazione, lavori precari o rimanere a casa a carico delle famiglie non si sa bene per quanti anni, famiglie che quando sono quelle dei lavoratori si dissanguano per assicurargli l'istruzione e un futuro e che invece si trovano in una scuola sempre più di classe, dove ci deve stare un’élite che può andare a scuola e inserirsi nella cosiddetta società, che poi è il Capitale, nel cosiddetto mondo politico, che poi è il carrierismo, traffichismo e lecchinaggio.

Ebbene, gli studenti di tanto in tanto sollevano la testa e protestano. Innanzitutto lo hanno fatto con grande generosità contro l'alternanza scuola/lavoro che, in nome del fatto di imparare il mestiere mentre vai a scuola, li hanno mandati allo sbaraglio a fare degli stage in alcune fabbriche e dei ragazzi sono morti.

Uno è andato a scuola, l'hanno portato allo stage e non è tornato più a casa.

È chiaro che i ragazzi si sono mobilitati contro l'alternanza scuola/lavoro, hanno detto basta, hanno protestato, hanno fatto dei ragazzi morti dei loro simboli - simboli positivi - dimostrando a chi ne sparla di che pasta realmente sono fatti quando abbracciano questioni importanti e non fesserie purtroppo.

Ora invece siamo passati alla fase 2. Un Ministro, un illustre sconosciuto, di quei professori ridicoli, da fiction televisive, del secolo scorso, che ora è ministro, Valditara, che un giorno finge di occuparsi della scuola in termini effettivamente di quello che la scuola è o dovrebbe essere e nei 364 giorni si occupa solo di repressione, di come far sì che le scuole siano una caserma in cui non si fiata, in cui le istituzioni scolastiche sono intoccabili. Anzi, che se le tocchi l'ergastolo ti dovrebbero dare, per non parlare delle normali attività degli studenti.

Ci sono i periodi in cui gli studenti, per far sentire la loro voce, fanno gli scioperi, le manifestazioni. Occupano le scuole, è il loro modo naturale di farsi sentire. In queste scuole non è che avviene chissà che cosa durante i mesi di istruzione. Anzi, molte volte, durante le occupazioni “avviene qualcosa” e quando “avviene qualcosa”, non le inevitabili e disdicevoli atti chiamati vandalici, ma quando nelle occupazioni si protesta, si ragiona, si approfondiscono le cose e non certo solo della scuola, ma del mondo che li circonda. Perché questa scuola non è né un'isola felice, né un ghetto, sta nel mondo e il mondo è fatto di guerre, di genocidi in Palestina, di cose che in ogni ogni giorno ti dovrebbero fare indignare ed è giusto che gli studenti se ne occupano.

Ebbene, ora le occupazioni sono motivo per i voti in condotta ecc. ecc., sembra veramente che siamo tornati al secolo scorso.

Cose così originarono il più grande movimento degli studenti della storia di questo paese che viene chiamato ‘68. Volete un nuovo ‘68? Beh, forse ce lo state regalando.

Piuttosto che pensare a quello che può succedere, guardiamo a quello che succede. Non si possono reprimere gli studenti perché occupano le scuole. Non si possono pretendere piccoli episodi che avvengono durante le occupazioni come se avessero incendiato il paese. Ecco, questo non si può fare.

E quindi nelle scuole bisogna contrastare qualsiasi provvedimento repressivo verso chi esprime dissenso, chi lotta, chi occupa.

La scuola caserma di Valditara non deve passare.

Però abbiamo usato la parola scuola-caserma e questo vuol dire che nelle scuole c’è una disciplina esagerata e repressione se la violi? NO! vuol dire che alternanza scuola/lavoro si deve alternare scuola/caserma. Le scuole devono essere militarizzate e quando ci si mettono - e questo governo sembra specialista - la fanno sporca: sono riusciti a mettere la divisa anche ai bambini, utilizzando strumentalmente le varie questioni. L'idea della militarizzazione della scuola, dell'addestramento militare, il far penetrare l'idea del ripristino alla fine della leva militare - ora si parla dei riservisti, poi si parlerà delle nuove reclute - è la prospettiva di usare i giovani in funzione della guerra.

Hai voglia che tutti quanti diciamo che non vogliamo più guerre, hai voglia che ci dichiariamo pacifisti. Purtroppo al potere ci sono i guerrafondai a servizio di chi dalle guerre guadagna, cioè i profitti dell'industria bellica e del sistema delle multinazionali che sulle guerre guadagna profitti eccezionali, sono governi che usano il bilancio dello Stato come il bancomat, le banche personali dell'industria bellica - questa parte del bilancio non si tocca! - e tutto questo ricade nella condizione studentesca, nel cercare di trasformare veramente la scuola in quella ai tempi del fascismo.

Tutto questo non deve passare. E’ un problema degli studenti per cui è giusto ribellarsi, ma è un problema dei lavoratori, dei “cittadini”, come si dice, dove per “cittadini” noi siamo un pò deviati. Pensiamo alle masse popolari, a quelle che vivono di lavoro o che non vivono, e, se vivono, vivono di precarietà e di non lavoro. Ebbene, è questione loro. Non possono considerare la scuola solo quella in cui i propri figli vanno tutelati, ai colloqui coi professori o se c'è qualche professore che dice una mala parola vada insultato e certe volte aggredito - cose schifose a prescindere. Ma si devono occupare del futuro, di quello che avviene realmente nella scuola e di quello che è il futuro delle nuove generazioni che nella scuola è il centro.

Questi ministri non possono esistere, questi governi sono una maledizione per il presente e per il futuro della scuola e il futuro dei ragazzi è innanzitutto nella testa. Per poi dire tutto il resto.

Quindi NO alla scuola-caserma.

NO all'alternanza scuola/lavoro.

NO alla repressione nelle scuole.

Per una scuola nelle mani degli studenti, non per farne chissà che, ma perché se ne approprino e trasformino la scuola in vera scuola di vita, scuola di idee, scuola di critica, scuola di libertà, di democrazia e, in futuro, una scuola a servizio di tutto il popolo.

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