domenica 26 luglio 2020

pc 26 luglio - Lombardia la pandemia della corruzione in salsa leghista corresponsabile della strage - Fontana assassino! Salvini è il suo capo e mentore

Fontana indagato per la fornitura dei camici medici: “Favorì il cognato”

L’inchiesta della procura di Milano sugli acquisti della Regione Lombardia nel periodo dell’emergenza
Non solo sapeva dell’affidamento della fornitura di mezzo milione di euro alla Dama, l’azienda del cognato Andrea Dini, di cui la moglie Roberta detiene il 10 per cento delle quote. Ma, quando ha capito di essere stato scoperto, ha chiesto a Dini di trasformare la vendita in donazione e ha provato a risarcirlo per la perdita subita con un bonifico di 250 mila euro. Per questo il governatore Attilio Fontana è indagato per frode nelle pubbliche forniture. A dare il via all’inchiesta, il 22 maggio, prima della messa in onda della trasmissione Report, è stata una segnalazione di operazione sospetta, nel gergo “Sos”, arrivata sulla scrivania del procuratore aggiunto Maurizio Romanelli, che aveva ad oggetto il tentativo di movimentazione di denaro sospetto. 

Da lì gli investigatori hanno ricostruito innanzitutto che Fontana fosse consapevole dell’affidamento
della fornitura di camici al cognato: a riferirlo è stato l’assessore Raffaele Cattaneo, interrogato dai pm. Ma anche che quando il governatore, intervistato da Report il 15 maggio, ha capito che correva il rischio di essere scoperto, ha chiesto al cognato Andrea Dini di trasformare la fornitura in donazione, pagandolo di tasca sua. 

A quel punto Dini ha pensato bene di trattenere per sé i camici che ancora non erano stati consegnati ad Aria, la centrale unica degli acquisti della Regione. E, nonostante le difficoltà della Regione di reperire quel materiale in un momento di assoluta emergenza e necessità, ha provato a rivendere 25 mila camici sui 75 mila inizialmente pattuiti a una rsa varesina e a un prezzo più alto, da 6 a 9 euro. Per via della mancata consegna di quei 25 mila camici Anche Dini e l’ex dg di Aria, Filippo Bongiovanni, sono indagati per frode nelle pubbliche forniture. Oltre che per la turbata libertà nella scelta del contraente, legata al conflitto d’interessi ignorato al momento dell’affidamento della fornitura.

«Quando Fontana è venuto a sapere della fornitura, per evitare equivoci gli ha detto di trasformarla in donazione e lo scrupolo di aver danneggiato suo cognato lo ha indotto in coscienza a fare un gesto risarcitorio». A parlare è l’avvocato del governatore, Jacopo Pensa. Questo risarcimento, ha spiegato Pensa, «è rimasto lettera morta». «Non sono in grado di capire dove sia il reato ma i pm sanno quello che devono fare ed evidentemente sono state fatte indagini che hanno implicato l'iscrizione a garanzia dell'indagato».

Pavia, inchiesta Diasorin-San Matteo: in una chat spunta nome di Salvini

La Procura indaga sui test sierologici nel pavese con le ipotesi di reato di turbata libertà del procedimento e peculato

Pavia, 25 luglio 2020 - Nelle carte all'esame della Procura della Repubblica di Pavia per l'inchiesta sull'accordo tra Policlinico San Matteo di Pavia e azienda Diasorin per l'effettuazione dei test sierologici anti-Covid, in una chat tra amministratori è spuntato il nome di Matteo Salvini. Un esponente di spicco della Lega, in un messaggio, attacca duramente il sindaco di Robbio (Pavia), Roberto Francese, favorevole ad un test alternativo a quello dell'ospedale di Pavia e della società di Saluggia (Vercelli):               

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