Ora lo Stato tenta di ammorbidire quello che è stato un vero e proprio assassinio, e la Procura di Milano parla di "omicidio colposo". I giovani che il 9 gennaio hanno manifestato per Ramy, contro i carabinieri assassini vengono chiamati "criminali", mentre il crimine dei carabinieri, che pure esultano per aver fatto cadere i 2 ragazzi, lo si vuole ridurre quasi ad un incidente stradale.
Dopo l'uccisione di Ramy e il grave ferimento del suo compagno, il governo ai giovani di Corvetto a cui è negato tutto, agli abitanti che devono vivere in un quartiere abbandonato, lasciato volutamente senza niente, al degrado, ha mandato nuove centinaia di carabinieri, che avranno come scopo solo quello di reprimere i giovani, le possibili rivolte.
Le masse popolari, i giovani immigrati devono assistere allo spreco provocatorio di ricchezza nella città tra le più importanti d'Italia, di interventi per rendere sempre più Milano città dei ricchi, del turismo, mentre a Corvetto, come in altri quartieri abbandonati, devono vedere anche uccisi i loro fratelli, i loro figli.
Il viceministro Salvini aveva detto al Tg2 Post: "vedere che ci sono carabinieri indagati per la tragica morte di un ragazzo mi fa male"; il ministro dell’Interno, Piantedosi aveva dichiarato: "anche per loro vale la presunzione di innocenza". Lo Stato, il governo Meloni dicono chiaro che il cuore di questo loro sistema sono carabinieri, polizia, altrimenti la loro Italia, l'Italia dei padroni, dei ricchi, degli speculatori, dei parassiti "crolla".
Senza giustizia non ci può essere, non ci deve essere pace! Noi tifiamo per rivolta. Tifiamo per una rivoluzione proletaria e popolare che cancelli questo sistema di oppressione, di morte.
Le manifestazioni di Torino e Milano del 9 gennaio - dalla stampa
https://www.torinotoday.it/video/protesta-ramy-elgaml-porta-palazzo-scontri-polizia.html
Assalto al commissariato di polizia di Torino. In circa 400 manifestanti sono partiti da Piazza della
Repubblica per poi scagliarsi contro il commissariato delle porta Palatina. Doveva essere una manifestazione di solidarietà per la morte di Ramy Elgaml, ma è diventata una serata di violenza. Prima il corteo, poi l’assalto al commissariato di polizia della Porta Palatina e a seguire la rabbia riversata contro un secondo commissariato di polizia in zona Dora Vanchiglia e contro la caserma dei carabinieri di piazza Carlina.Tutto è cominciato intorno alle 20 quando circa 400 manifestanti sono partiti da Piazza della Repubblica in corteo passando da corso Giulio Cesare, corso Brescia, corso Palermo, corso Regio Parco e poi si sono immessi in corso Regina Margherita. Qui la corsa forsennata verso il commissariato di polizia della Porta Palatina e l'assalto. Un assalto feroce con lancio di uova, vernice, spranghe contro le porte e con l'esplosione di alcuni petardi molto potenti. Il peggio però è accaduto quando sono arrivate tre camionette dei carabinieri. A quel punto i manifestanti hanno attaccato i militari in tenuta anti sommossa, e questi si sono ritirati quadi subito vista l'inferiorità. Contro di loro sono state lanciate transenne, bottiglie, sassi e fumogeni. Ritiratisi i carabinieri i manifestanti si sono scagliati contro i mezzi delle forze dell'ordine in modo violento.
“Chi assalta un commissariato di polizia o attacca un carabiniere è un criminale" ha scritto in una nota Elena Chiorino, vicepresidente della Regione Piemonte, "Le istituzioni e la politica si schierino compatte e senza alcuna esitazione dalla parte di chi indossa una divisa. A loro, sempre più bersagli di odio e rabbia, va la mia gratitudine per il lavoro svolto e solidarietà per questi ignobili attacchi.
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Sull'accaduto è in corso un'inchiesta della procura di Milano. Tre carabinieri sono indagati per omicidio colposo, Fares per omicidio stradale e resistenza a pubblico ufficiale. Il ragazzo è libero dopo che, a dicembre, gli sono stati revocati gli arresti domiciliari. Agli inquirenti ha raccontato che i due ragazzi sarebbero stati urtati dai carabinieri.
“Se oggi il caso non può più essere insabbiato, come è già accaduto altre volte in situazioni simili - ha detto Ilaria Salis -, lo dobbiamo anche alle proteste del quartiere Corvetto, grazie a cui l'opinione pubblica ha iniziato a interessarsi della vicenda. Lo dobbiamo alla comunità di amici e solidali che reclamano verità e giustizia per Ramy e Fares. Ma queste proteste raccontano qualcosa che va oltre Corvetto: ci parlano del razzismo sistemico e del classismo che permeano la nostra società e che si manifestano nella mancanza di opportunità per chi vive nelle periferie e, spesso, negli abusi di potere. È la gioventù proletaria e meticcia di questi quartieri popolari che ha alzato la voce, rifiutando di essere trattata come una cittadinanza di serie B”.
I legali familiari di Ramy, gli avvocati Debora Piazza e Marco Romagnoli, invece, hanno commentato le immagini dicendo che, a loro avviso, si tratterebbe di "omicidio volontario" e non stradale.
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