lunedì 23 ottobre 2023

pc 23 ottobre - Continuano le mobilitazioni in Tunisia al fianco della Palestina - Corrispondenza


La settimana appena conclusasi è stata densa in quanto a mobilitazioni a sostegno della Resistenza palestinese e contro l'aggressione sionista e i principali paesi imperialisti che la sostengono.

Ma prima di passare al resoconto è doveroso sottolineare alcuni aspetti qualitativi delle mobilitazioni di questi giorni:

1) La direzione politica effettiva delle mobilitazioni ed in particolare di quelle più radicali è svolta dal Coordinamento per l'Azione Congiunta per la Palestina in Tunisia che vede al suo interno militanti rivoluzionari e anti-imperialisti delle vecchie generazioni (quelle degli anni '70 sino a quelle più giovani che parteciparono alla rivolta del 2010-2011). Il Comitato riesce ad essere un catalizzatore della mobilitazione radicale per giovani e giovanissimi, ciò ha evitato che i contenuti della protesta e degli slogan abbiano avuto una deriva di tipo "religioso" e sulla falsa contraddizione che ne deriva, ma che siano andati invece al cuore del problema: il sionismo ed i rapporti di dominio imperialisti.

2) Tale mobilitazione per la Palestina in cui partecipano anche studenti delle scuole medie, dei licei e universitari, ai quali la fase delle mobilitazioni del 2010-2013 è sconosciuta, adesso si sta formando politicamente apprendendo i valori dell'antimperialismo e la pratica delle manifestazioni, dei sit-in ecc. con un livello di partecipazione simile a quella del decennio precedente.

3) Scegliere il centro culturale francese come obiettivo ha un valore altamente politico oltre che simbolico perché smaschera finalmente il ruolo della cultura che lungi dall'essere neutro è anche parte della politica, e quindi della "guerra" sia da una parte che dall'altra.

La politica culturale degli Stati imperialisti in regime semicoloniale qual è la Tunisia è un'arma di asservimento ideologico e culturale che avvicina il popolo del paese asservito al paese imperialista che la promuove (che ha obiettivi di dominio) e lo allontana quindi dai propri interessi popolari, di classe e di liberazione nazionale.

Questi aspetti dovrebbero essere ulteriormente sviluppati sia a livello pratico che di riflessione teorica: ad esempio ragionare sul perché le ambasciate ed i centri culturali di Germania, Regno Unito e Italia

siano stati ancora risparmiati dai manifestanti nonostante il loro aperto sostegno ad Israele insieme a USA e Francia con la dichiarazione congiunta del 9 ottobre. O su come strutturare tale partecipazione giovanile e così via.

Oltre alle mobilitazioni di cui abbiamo parlato nel resoconto precedente (https://proletaricomunisti.blogspot.com/2023/10/pc-21-ottobre-in-tunisia-per-la.html) da venerdì a domenica le piazze tunisine ed in particolare nella capitale hanno continuato a riempirsi.

- Venerdì 20 ottobre si è tenuto un sit- in per la seconda volta davanti l'ambasciata statunitense nel quartiere ultra residenziale di Lac2.

Nonostante la posizione scomoda del luogo, non servita da mezzi di trasporto pubblico ed essendo una arteria di passaggio, un centinaio di manifestanti (studenti e militanti anti-imperialisti e rivoluzionari) si sono riuniti davanti l'ingresso scandendo slogan per quasi tre ore e ricevendo il pieno sostegno dagli automobilisti di passaggio.

Tra gli slogan: "Who'is the terrorist? USA!", "Biden degage!", "Biden assassin!", "la Palestina può liberarsi con il fucile", "USA fuck you" e altri, sono stati scanditi ininterrotamente. Una bandiera degli Stati Uniti è stata data alle fiamme.

- Sabato 21 ottobre una manifestazione di 5.000 persone indetta dai partiti della sinistra istituzionale dell'ormai ex Fronte Popolare ed in particolare dal Partito dei Lavoratori e del Watad, a cui ha partecipato anche l'UGTT (il sindacato unico tunisino) nonchè studenti e i militanti su citati del giorno prima, ha attraversato il centro di Tunisi partendo dall'Avenue Mohamed V, passando per il quartiere di Lafayette, Passage e dell'Avenue de Paris con slogan ostili al passaggio davanti il centro culturale francese già sanzionato nei giorni scorsi con scritte dai solidali pro-Palestina e arrivando infine come di consueto all'Avenue Bourghiba. Davanti al Teatro Municipale era già in corso un sit-in apparentemente egemonizzato da simpatizzanti dell'Islam politico seppur non esponendo effigi (il partito Ennahdha ridotto ormai ai minimi termini, in quanto a sostegno politico e agibilità sembra essere di fatto relegato alla semi-clandestinità).

La parte più moderata del corteo egemonizzata dall'UGTT insieme ai leader del Partito dei Lavoratori e del Watad ha concluso la manifestazione una volta sbucati nell'Avenue davanti il teatro, il resto del corteo (circa 300 persone), comprese le organizzazioni giovanili dei due partiti, si è diretto invece verso le transenne poste a sbarramento dell'accesso dell'ambasciata francese, che ormai da una settimana mutilano ulteriormente l'Avenue Bourghiba insieme a quelle davanti il ministero degli interni all'altro capo dell'avenue.

I manifestanti hanno provato ancora una volta a forzare le transenne, come avvenuto il mercoledì precedente, non riuscendovi è iniziato un lungo assedio durato sino al pomeriggio con slogan senza sosta contro l'imperialismo francese e gli altri già gridati il giorno prima davanti l'ambasciata americana.

Anche qui la bandiera francese è stata bruciata tra il giubilo generale.

Il Comitato tunisino per la liberazione di Georges Ibrahim Abdallah ha caratterizzato la manifestazione davanti l'ambasciata francese esponendo striscioni e cartelli per la liberazione del comunista rivoluzionario libanese e militante della causa palestinese in carcere in Francia da 39 anni anche a causa delle pressioni dell'imperialismo americano che premono per la non scarcerazione.

E' stato ricordato che il 21 ottobre di ogni anno ha luogo la manifestazione al carcere di Lannemezan in Francia dove George è detenuto ed è stato scandito più volte lo slogan "Macron assasin! Liberez Abdallah!"

- Domenica 22 ottobre alle 10 del mattino si è tenuto un altro sit-in davanti l'ambasciata americana e nel pomeriggio si sono svolte in giro per la capitale eventi di raccolta fondi e beni da consegnare alla Mezzaluna Rossa tunisina in diretto contatto con la Mezzaluna Rossa palestinese, infine in serata è stata organizzata una proiezione di documentari palestinesi sul muro esterno del centro culturale francese.

La prossima mobilitazione è stata annunciata dall'UGTT per mercoledì prossimo, ma probabilmente anche il Coordinamento per l'Azione Congiunta per la Palestina in Tunisia annuncerà nuovi appuntamenti di lotta e di protesta.

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