Partiamo da alcuni passi tratti dal testo, editato come “Il socialismo e la guerra”.
"I socialisti hanno sempre condannato le guerre tra i popoli come cosa barbara e bestiale. Ma il nostro atteggiamento di fronte alla guerra è fondamentalmente diverso da quello dei pacifisti borghesi (fautori e predicatori della pace) e degli anarchici. Dai primi ci distinguiamo in quanto comprendiamo l'inevitabile legame delle guerre con la lotta delle classi nell'interno di ogni paese, comprendiamo l'impossibilita' di distruggere le guerre senza distruggere le classi ed educare il socialismo, come pure in quanto riconosciamo pienamente la legittimita' il carattere progressivo e la necessita' delle guerre civili, cioè delle guerre della classe oppressa contro quella che opprime, degli schiavi contro i padroni di schiavi, dei servi della gleba contro contro i proprietari fondiari, degli operai salariati contro la borghesia. E dai pacifisti e dagli anarchici noi marxisti ci distinguiamo in quanto riconosciamo la necessita' dell'esame storico (dal punto di vista del materialismo dialettico di Marx) di ogni singola guerra... Perciò bisogna prendere in esame le particolarita' storiche proprie di (ogni) guerra..."
Nel paragrafo "Differenza tra guerre di aggressione e guerre di difesa", Lenin sottolinea la differenza tra due epoche, quella che precede l’affermazione del capitalismo e quelle che avvengono nel periodo dell’imperialismo.
Nel primo periodo si dice: “Quando si parla di legittimità della guerra difensiva, a proposito delle guerre in tale epoca, i socialisti avevano presente sempre gli scopi, cioè la rivoluzione contro il medioevo e contro le servitù della gleba. Per "guerra difensiva" i socialisti hanno sempre inteso una guerra giusta in questo senso; soltanto in questo senso i socialisti hanno riconosciuto e riconoscono la legittimità, il carattere progressivo e giusto della difesa della patria o della guerra difensiva”.
Questo oggi è estensibile alle guerre tra imperialismo e paesi e popoli oppressi dall’imperialismo. "Queste sarebbero delle guerre giuste, delle guerre difensive, indipendentemente da chi avesse attaccato per primo, e ogni socialista simpatizzerebbe per la vittoria degli Stati oppressi, soggetti e privi di diritti contro le grandi potenze che opprimono e depredano".
Nella fase imperialista, nelle guerre inter imperialiste, nei paesi imperialisti impegnati in guerre di aggressione verso i popoli oppressi, parlare di "guerra difensiva o di difesa della patria costituirebbe una falsificazione storica e solo un inganno del popolo semplice da parte dei padroni... La borghesia imperialista del nostro tempo inganna i popoli servendosi dell’ideologia nazionale e del concetto di difesa della patria".
L'affermazione di Lenin è quanto mai opportuna nell'esame della guerra in corso in Ucraina.
Essa inevitabilmente produce gli effetti, sulle masse ucraine, comprese le masse del Donbass, e sui soldati russi e ucraini mandati al macello, esattamente descritti da Lenin nella definizione di "barbari e bestiali". Gli orrori che ci vengono ogni giorno raccontati, pur essendo molto spesso volutamente amplificati e utilizzati come propaganda di guerra dalla stampa dei paesi imperialisti Usa Nato/Europa, Italia compresa, e, dall'altra parte, dall'informazione truccata dell'imperialismo russo a guida Putin, si muovono appunto dentro la logica di cose "barbare e bestiali" e di crimini contro l'umanita'. Mentre gli imperialisti considerano crimini solo quelli dell'altra parte e inneggiano alla liberta', alla democrazia o all'autodeterminazione dei popoli, che toglierebbe alle barbarie della guerra, in particolare contro le popolazioni civili o contro soldati mandati al macello, il loro carattere di crimini.
Da questa propaganda di guerra sono solo i comunisti coerentemente, rappresentanti dei proletari e delle classi oppresse di entrambi i campi e internazionalisti autentici, che si sottraggono e che anzi "usano" questi crimini per denunciare imperialisti e regimi reazionari come responsabili e indicano i loro Stati e governi da rovesciare come condizione necessaria per mettere fine a questo orrore quotidiano.
E' questo che distingue i comunisti dai pacifisti borghesi, dai nazionalisti. I comunisti operano per intensificare la lotta di classe all'interno, in questo caso, sia dell'Ucraina, sia all'interno dei paesi imperialisti di cui il regime ucraino è pedina, sia all'interno del Donbass e della Russia che invade.
E' questa la condizione necessaria perchè avanzi la fine di questa guerra, come evidentemente è la condizione necessaria a livello internazionale per mettere fine alle guerre ed edificare il socialismo.
In questo senso la guerra civile in Ucraina, in Russia, all'interno di tutti i paesi imperialisti, Italia compresa, sarebbe progressiva, necessaria e giusta, ed è l'unica prospettiva per cui i comunisti e i proletari d'avanguardia devono lavorare.
Naturalmente è importante che questa lotta dei comunisti si basi su un approfondimento dettagliato delle particolarita' storiche di questa guerra, cosi' come della particolarita' storica, per quanto riguarda il nostro paese, del tipo di ruolo e azione che in questa guerra svolge l'Italia imperialista. Perchè da questo dipende l'azione tattica e strategica della lotta contro il nostro imperialismo, il nostro Stato, il nostro governo.
(Continua)
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