venerdì 8 maggio 2015

pc 8 maggio - IL RICATTO DI TELEPERFORMANCE: ACCOMPAGNATO DA GOVERNI, PARTITI E SINDACATI CONFEDERALI

Teleperformance ha annunciato al chiusura delle sedi di Taranto e Roma. Prendiamo il caso Taranto.

Da quanto si è installata in questa città la storia di Teleperformance è stata una lunga scia di pretese, di minacce, ricatti occupazionali, approfittando in maniera squallida del bisogno di lavoro di tanti giovani in questa città.

Questa politica ha sempre pagato, i vari governi, sia nazionale che regionale, hanno dato finanziamenti, sgravi, condizioni di favore; i partiti, soprattutto, bisogna dirlo, quelli di centrosinistra e in particolare il PD, entravano ed uscivano dalle stanze della direzione aziendale che in campagna elettorale gli organizzava anche le assemblee dei lavoratori in cui fare propaganda elettorale. 

Ieri dicevamo: non sappiamo ora se questo attuale annuncio è tutto vero o per un pezzo fa parte della solita politica di sempre dell'azienda di minacciare per poi comunque ottenere l'accettazione di un peggioramento delle condizioni di lavoro e salariale dei lavoratori, e quindi un consistente taglio del costo di lavoro per Teleprformance a cui corrisponde un aumento dei suoi utili.
E puntuale oggi l'azienda fa un "passo indietro", dicendo: io ritiro i licenziamenti se accettate che la maggiorparte dei contratti sia ridotta a 20 ore settimanali e mi sostenete nella lotta all'assenteismo... 

C'è da dire che la storia si ripete: in un comunicato dello Slai cobas sc del 2010, era scritto:
"...Teleperformance, uno dei più grossi call center in Italia e a livello internazionale, ha avviato la procedura per un mega licenziamento di circa 1000 operai, tra Taranto e Roma, solo a Taranto su 2000 lavoratori sono 674, più di un terzo.
Le cause reclamate dall'azienda sono la solita crisi, i costi troppo alti rispetto ai concorrenti che non trasformano i contratti dei lavoratori a co.co.pro a Tempo indeterminato, la scarsa produttività del personale accusato di assenteismo (leggi: soprattutto “maternità”, dato che la gran parte sono donne) e di lavorare male. Intanto Teleperformance apre altre sedi all'estero, in Argentina e soprattutto in Albania, dove a salari più stracciati e a condizioni di lavoro meno tutelate, i superprofitti sono assicurati...". - Sembra scritto oggi...
Teleperformance butta a 100 per ricavare a 70... E FINORA C'E' SEMPRE RIUSCITA...
Questa volta può andare finalmente diversamente...? 

Ma che c'è dietro questa vicenda Teleperformance? 
Teleperformance si insedia a Taranto e comincia ad assumere centinaia di donne, ragazzi, e diventando il secondo stabilimento dopo l'Ilva per numero di lavoratori: circa 2000, in alcuni periodi anche 2500, tutti giovani
Ma chiaramente questa rapida scalata viene fatta sulla pelle di centinaia lavoratori: tutti a contratto a progetto, con bassi salari, con diritti zero, anche sul fronte della inesistente tutela sanitaria e della sicurezza (tanto che per una fuoriuscita di gas da impianti di riscaldamento 25 lavoratori, donne anche in cinta, finirono in ospedale), in condizione di pesante ricatto, pressione psicologica e fisica per raggiungere gli obiettivi, altrimenti venivano cacciati, ecc.
Un vero e proprio “bandito”. Lo Slai cobas per il sindacato di classe di Taranto organizza i primi lavoratori, manda l'Ispettorato del Lavoro, ma prima che si imponesse con la legge la trasformazione di tutti i lavoratori a Tempo Indeterminato, piomba a Taranto l'ass.al lavoro della Regione di Vendola, che non solo garantisce a Teleperformance migliaia di euro del governo, allora Prodi, benchè i passaggi a TI avvengano scaglionati e non per tutti, ma regala di suo una media di altri 8 mila euro per stabilizzazione dei lavoratori. Milioni di euro totalmente ingiustificati, verso un'azienda che intanto apriva in America Latina, che aveva commesse da aziende pubbliche. 


Questa grande multinazionale, che minaccia di chiudere non perchè in crisi, ma perchè fa più profitti all'estero, come in Albania dove può tagliare parecchio il costo del lavoro, per tanti anni è stata accompagnata nella sua politica dai sindacati confederali, che spesso si sono fatti portavoci presso il governo delle richieste di Teleperformance, di più agevolazioni, e di lotta alla concorrenza.
Questo ha permesso all'azienda di scaricare sempre su altri le sue responsabilità.
E di uscire da ogni fase di annunci di licenziamenti, ridimensionamenti con accordi sindacali che gli permettevano di avere cassintegrazione, contratti di solidarietà, scatti di anzianità bloccati, livelli bassi; mentre continuava ad occupare con contratti a progetti, mentre riempiva, anche quest'anno, la città di mega/provocatori tabelloni pubblicitari su come è bello lavorare in Teleperformance. Chiaramente, come ogni padrone, l'azienda avuta la mano si vuole prendere tutto il braccio.

Per questo solidarizziamo con le lavoratrici e i lavoratori di Teleperformance e sosterremo le loro iniziative di lotta; ma non solidarizziamo affatto con i sindacalisti. Anzi, pensiamo che i sindacalisti di Cgil, cisl, uil siano stati e sono il problema non la soluzione.

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