Le ultime cagate di Luca Casarini
Il
dirigente di Sinistra Ecologia e Libertà Luca Casarini interviene,
a titolo di politicante con un passato nei movimenti, a proposito della
May Day sull’Huffington Post. Per lui gli scontri e le azioni lungo
il percorso e attorno alla zona rossa sono stati “una guerriglia urbana
idiota, inutile, autoreferenziale, controproducente e senza consenso sociale”.
Contro la possibilità futura di simili avvenimenti, ha invitato i movimenti
a comprendere che i partecipanti allo spezzone delle lotte sociali sono
“i nostri nemici” che “non rispettano gli altri manifestanti e privatizzano
il diritto al dissenso” e per questo sono “molto di destra”. ...
Una pacca sulla spalla va anche alla polizia, che si è comportata
“all'opposto del G8 di Genova e dunque molto meglio, a livelli nordeuropei”.
Ognuno può esprimere fino in fondo le proprie opinioni, ma risulta
ostico pensare che proprio chi proviene dalle sue esperienze possa
parlare degli scontri alla May Day, tanto meno se come rivolta “finta”
e “iperspettacolare”..., è davvero ridicolo che a bacchettare i manifestanti
di oggi sia chi ha sempre basato le sue iniziative sulla creazione di kermesse
buone soltanto per cameraman e fotografi, di movide della protesta concordate,
oltre che con la stampa, anche con Digos e questure di mezza Italia.
Era quello il piano del conflitto reale e non mimato, che si ribellava
alle tentacolari catene della sussunzione spettacolare? Mah…
Poco ci sarebbe da commentare, ovviamente, se non fosse che chi rilascia
tali dichiarazioni ha per anni parlato a nome dei movimenti ed esercitato
un ruolo (spesso non richiesto) di presa di parola pubblica in nome degli
stessi, oltre ad aver ricoperto ruoli organizzativi non secondari nel molto
variegato mondo dei centri sociali. Ora che, con il passare degli anni e un po’
di comprensibile infiacchimento, l’opinionista veneto ha scelto la strada più
che prevedibile dei partiti e delle poltrone (siano esse quelle dei talk-show o
di qualche istituzione vattelapesca),
Non immaginiamo, in ogni caso, Casarini a Baltimora, se non per propinare
in mezzo alla rabbia e al fuoco qualche amenità sul bilancio partecipato
o sulla necessità di “riappropriarsi dei nessi amministrativi” piazzando
qualche assessore; né avrebbe mai avuto luogo la sollevazione di Rosarno,
se in mezzo ai migranti iper-sfruttati del paesino calabrese avesse avuto
voce in capitolo un simile, raffinato, super-scafato professionista del pompieraggio. ..
a titolo di politicante con un passato nei movimenti, a proposito della
May Day sull’Huffington Post. Per lui gli scontri e le azioni lungo
il percorso e attorno alla zona rossa sono stati “una guerriglia urbana
idiota, inutile, autoreferenziale, controproducente e senza consenso sociale”.
Contro la possibilità futura di simili avvenimenti, ha invitato i movimenti
a comprendere che i partecipanti allo spezzone delle lotte sociali sono
“i nostri nemici” che “non rispettano gli altri manifestanti e privatizzano
il diritto al dissenso” e per questo sono “molto di destra”. ...
Una pacca sulla spalla va anche alla polizia, che si è comportata
“all'opposto del G8 di Genova e dunque molto meglio, a livelli nordeuropei”.
Ognuno può esprimere fino in fondo le proprie opinioni, ma risulta
ostico pensare che proprio chi proviene dalle sue esperienze possa
parlare degli scontri alla May Day, tanto meno se come rivolta “finta”
e “iperspettacolare”..., è davvero ridicolo che a bacchettare i manifestanti
di oggi sia chi ha sempre basato le sue iniziative sulla creazione di kermesse
buone soltanto per cameraman e fotografi, di movide della protesta concordate,
oltre che con la stampa, anche con Digos e questure di mezza Italia.
Era quello il piano del conflitto reale e non mimato, che si ribellava
alle tentacolari catene della sussunzione spettacolare? Mah…
Poco ci sarebbe da commentare, ovviamente, se non fosse che chi rilascia
tali dichiarazioni ha per anni parlato a nome dei movimenti ed esercitato
un ruolo (spesso non richiesto) di presa di parola pubblica in nome degli
stessi, oltre ad aver ricoperto ruoli organizzativi non secondari nel molto
variegato mondo dei centri sociali. Ora che, con il passare degli anni e un po’
di comprensibile infiacchimento, l’opinionista veneto ha scelto la strada più
che prevedibile dei partiti e delle poltrone (siano esse quelle dei talk-show o
di qualche istituzione vattelapesca),
Non immaginiamo, in ogni caso, Casarini a Baltimora, se non per propinare
in mezzo alla rabbia e al fuoco qualche amenità sul bilancio partecipato
o sulla necessità di “riappropriarsi dei nessi amministrativi” piazzando
qualche assessore; né avrebbe mai avuto luogo la sollevazione di Rosarno,
se in mezzo ai migranti iper-sfruttati del paesino calabrese avesse avuto
voce in capitolo un simile, raffinato, super-scafato professionista del pompieraggio. ..
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