venerdì 6 giugno 2025

pc 6 giugno – Il governo Meloni corre sempre più veloce verso il riarmo che vale miliardi: dal 2% al 3,5% al 5% del Pil...

 

La fascista Meloni come si sa ama lo show senza contraddittorio, così come ai “suoi” ministri, come a lei piace chiamarli, e approfitta quando è ospite dai suoi amici della comunicazione per fare propaganda a piene mani… Infatti, alla festa (ma più che festa si dovrebbe parlare di funerale visto che tutti vestono “nero fascista”) del quotidiano Verità, la Meloni si è vantata di poter portare questo governo a termine senza rimpasti, ha attaccato i referendum perché disturbano i capitalisti di cui è serva, ha diffuso terrore rispetto ad un possibile attacco della Russia all’Europa, dicendo che non ha elementi per dirlo, (e quindi è solo propaganda terroristica!) ma è una preoccupazione manifestata da diversi parsi al confine, ecc.

Ma da brava vigliacca ha lasciato a Crosetto la patata bollente della spesa per il riarmo, miliardi che dovranno essere sborsati da ogni stato imperialista europeo perché la proposta che il segretario generale della Nato Rutte presenterà al prossimo vertice dell’Alleanza “è da brividi” come riporta il manifesto: “5% del Pil di ogni Stato, 3,5% per la Difesa propriamente detta e il resto per le infrastrutture.” Il 5% del Pil sono circa 90 miliardi e questa cifra si dovrebbe raggiungere entro il 2032, come vuole il guerrafondaio Rutte o il 2035 perché sulla data la discussione è ancora in corso, ma la tendenza è comunque quella di confermare la spesa per il riarmo. Crosetto insieme al Regno Unito ha chiesto di spostare, non certo di annullare, al 2035 il raggiungimento della quota. In ogni caso se ne riparlerà a

fine giugno prima al G7, poi al vertice Nato e poi ancora al Consiglio europeo.

“Sul riarmo – scrive ancora il Manifesto - pressata anche da Mattarella, [altro bel guerrafondaio che cita sempre la Costituzione ma sempre ‘dimenticando’ l’articolo 11!] la premier ha già detto di sì a Macron nell’incontro di Roma, senza dare pubblicità alla cosa e anzi nascondendola in un comunicato finale che, su richiesta dell’Italia, era un inno alla reticenza.”

Ma “Mercoledì sera ha messo da parte ogni giro di parole e ai ministri convocati per preparare il piano di battaglia in vista delle scadenze di fine giugno, G7, vertice Nato e Consiglio europeo, ha parlato chiaro. Ha confermato che l’Italia si presenterà al vertice assicurando la quota del 2% del Pil entro l’anno e promettendo di arrivare al 3,5% in 10 anni.”

La “battaglia per il 5%” la porterà avanti Rutte in questi prossimi vertici che decideranno altre “sanzioni contro la Russia” e la “Meloni” dopo l’incontro con Macron “ha già assicurato al nuovo alleato francese che l’Italia non si opporrà, qualunque sia la decisione di Trump.” Vedremo se questa sicumera espressa a parole non verrà rimangiata non appena Trump esprime una qualsiasi opinione al riguardo!

Le discussioni tra i paesi imperialisti europei, innanzi tutto, in questi giorni gireranno attorno al modo in cui si devono finanziare queste spese: “La Francia e la Spagna insisteranno sul debito comune europeo.” Diciamo che pongono la questione tutta sul piano del finanziamento “pubblico”, mentre il governo italiano da un lato dice di appoggiare questa scelta, ma dall’altro pretende una “ampia compartecipazione degli investimenti privati con garanzia europea.” Insomma, un regalo ulteriore ai padroni impegnati nella produzione bellica, mostrando ancora una volta tutto l’animo da serva dei padroni imperialisti italiani.

Inutile dire che l’altro lato di tutta questa questione sono i tagli per miliardi alla spesa pubblica.

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