Il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina (FPLP) ha lanciato un duro attacco contro la Gaza Humanitarian Foundation (GHF), definendola un “meccanismo coloniale sospetto” inserito in un presunto piano israelo-statunitense per dominare la Striscia di Gaza con il pretesto degli aiuti umanitari.
In un comunicato ufficiale, il FPLP accusa la GHF di voler aggirare il ruolo delle Nazioni Unite, legittimare la presenza militare israeliana e indebolire le istituzioni umanitarie internazionali. Il piano – secondo il gruppo – mira a dislocare i palestinesi, frammentare il tessuto sociale e controllare la distribuzione degli aiuti attraverso aziende di sicurezza private guidate da ex ufficiali militari e dell’intelligence israeliana.
“Questo progetto vuole seminare il caos a Gaza”, afferma il FPLP, “riorganizzando la società palestinese per servire gli interessi di Israele, collegando l’aiuto umanitario al controllo militare e
trasformandolo in uno strumento di ricatto e punizione collettiva.”Il gruppo ha anche evidenziato episodi di saccheggi e disordini in alcune aree di Gaza, che ritiene non essere casuali, bensì parte di una strategia deliberata per screditare le agenzie dell’ONU e alimentare la sfiducia popolare, giustificando così una più profonda ingerenza israeliana nella vita civile palestinese.
Il FPLP ribadisce che la gestione degli aiuti a Gaza deve rimanere esclusiva delle Nazioni Unite, in particolare dell’UNRWA, e di organizzazioni internazionali credibili, respingendo ogni coinvolgimento di imprese private legate a interessi israeliani.
Conclude infine lanciando un appello alla comunità internazionale e agli organismi dell’ONU affinché respingano il progetto, ricordando che gli aiuti umanitari sono un diritto umano e non un’arma politica o militare.
Il loro allarme arriva in un momento in cui crescono le preoccupazioni sulla GHF: TRIAL International, un’organizzazione legale con sede in Svizzera, ha recentemente richiesto un’indagine sulla legittimità delle sue operazioni. Un’inchiesta di Haaretz, pubblicata lo stesso giorno, ha rivelato che dietro la fondazione ci sono uomini d’affari israeliani e figure dell’intelligence, con il sostegno di Stati Uniti e Israele, che promuovono la GHF come alternativa all’assistenza guidata dalle Nazioni Unite.
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