lunedì 16 settembre 2024

pc 16 settembre - Da Sangiuliano al ministro di nome Giuli

(da ORE 12/Controinformazione rossoperaia del 11/09)

Il caso Sangiuliano non è chiuso

Non è un caso di gossip ma è un caso politico che mette in luce la natura di questo governo, dei suoi ministri, dell’ambiente familiare, del ceto politico-affaristico di stampo fascista che circonda la Meloni.

Ma partiamo da alcuni nuovi fatti. Sangiuliano è inquisito innanzitutto per i viaggi, cene, per l'uso dei fondi dello Stato a fini privati, fin troppo privati. Ma che non è caratteristica solo di Sangiuliano.

Sangiuliano stesso si è lasciato sfuggire: “e Salvini? – che peraltro è stato il suo sponsor al ministero - non va con le sue donne/compagne, prima Isoardi, poi la Verdini, con i mezzi dello Stato, con le auto pubbliche?” e così via…

D'altra parte tutta l'attività di Sangiuliano ha avuto il beneplacito della Meloni. La Meloni è quindi responsabile di ciò che fanno i suoi ministri, di cui è perfettamente informata. Per questo il caso – che è

politico, morale, istituzionale, di malaffare oltre che tutto il resto come scrivono ampiamente i giornali - non è affatto chiuso, è giusto che se ne parli in Parlamento ed è giusto chiamare alle sue responsabilità il governo Meloni.

Peraltro questo è ben chiaro all'interno del governo e per cui vanno avanti le manovre, i contrasti, la lotta fra bande che caratterizza la vicenda. La stessa mancata trasmissione a Mediaset è dipesa dai contrasti che vi sono nello stesso governo sul rapporto tra Forza Italia e la famiglia Berlusconi e la Meloni e queste non sono cose da gossip, sono questioni fondamentali che mettono in luce un aspetto altrettanto fondamentale della natura di questo governo e della necessità di lottare contro di esso, per spazzare via questo governo, i suoi ministri, tutto l'entourage politico, economico, affaristico che vi è dietro e contribuire così alla più generale lotta per la caduta di esso su tutti gli altri temi, la guerra, la repressione, i decreti sicurezza, la politica economica contro i lavoratori e i poveri, ecc.

Ma c'è un altro lato che va messo in luce: le paure della Meloni legate alla stessa vicenda Boccia. Attenzione, queste paure sono dettate dal fatto che Boccia ha avuto legami anche con altri ministri di vario ordine e tipo, primo fra tutti il ministro Lollobrigida, ex marito della sorella della Meloni. Anche qui non siamo nel campo del gossip, siamo all’interno dei rapporti che legano il governo e la sua famiglia e l'entourage della sua famiglia, in particolare la figura della sorella su cui è stato lanciata, in via preventiva durante l'estate, un'inchiesta che la riguarda che, peraltro, in magistratura finora hanno smentito, guarda caso poi, legata via via questa cosa si è legata ai rapporti con il ministro Lollobrigida e i rapporti del ministro Lollobrigida con la stessa Boccia che viene apertamente elogiata in una lettera dallo stesso Lollobrigida.

Poi la sorella annuncia la separazione da Lollobrigida. Anche quella sembra una separazione preventiva e di cautela a fronte di tutto quello che può venir fuori non solo dalla Boccia ma dall'inchiesta della magistratura e da tutta la rete di ricottari e ricattatori che in questa occasione comincia a venire alla luce.

Ma a convincerci sempre di più che non basta che se ne vada un ministro né che questo tema diventi fattore dell'opinione pubblica perché finché c'è questo governo a un ministro se ne sostituisce un altro. Ha detto Meloni che morto un Papa se ne fa un altro.

Il nuovo Ministro Giuli

E il Ministro che è stato nominato al posto di Sangiuliano è “un ragazzo di nome Giuli” (per parafrasare un titolo di un romanzo”), si tratta di un'esponente dell'estrema destra storica e pratica contigua alla Meloni ma non solo alla Meloni.

Non certo perché dobbiamo fare del moralismo, ma Giuli non è laureato. Ora, sarà anche un fatto che al ministero della cultura venga messo uno non laureato. Punto e a capo.

Questo individuo sin da giovane passa dal Fronte della Gioventù a un'organizzazione di estrema destra, anzi, fonda questa organizzazione, Meridiano Zero, filiazione più o meno indiretta dall'ala stragista del Movimento Sociale rappresentata da Rauti, inquisito per legami con numerose stragi nell'epoca delle strategia della tensione e, in particolare, fondatore di Ordine Nuovo e, tramite i passaggi che questo ragazzo fa, si arriva a Meridiano Zero, organizzazione neofascista fondata da Graziani, figlio del dirigente di Ordine Nuovo, Clemente. Un gruppo che si scioglie per evitare gli effetti della legge Mancino, perché fino ad allora si è messo in luce per aggressione agli immigrati, per aggressione agli studenti durante il movimento della pantera. Dopodiché Giuli si smarca da questo gruppo e comincia un lavoro da post fascista, come lo chiama lui, moderno fascista come lo chiamiamo noi, cercando, con fare subdolo e opportunista, di legarsi al sistema culturale e mediatico e che trova subito una sponda in Giuliano Ferrara, giornalista ultra sputtanato dell'epoca craxiana e berlusconiana, fondatore di un giornale di destra, acculturato, sempre al servizio del potere, in forma manifesta e scandalosa, e parte integrante oggi, ad esempio, del fronte pro sionismo israeliano e Stato di Israele nel nostro paese, tanto per non farci mancare niente.

Giuli viene preso dal Foglio di Ferrara e si ricicla come giornalista, come braccio destro, come punta di lancia del Foglio di Ferrara, vale a dire un giornale di fonte berlusconiana. Con quale disinvoltura questo “ragazzo” passa dal neonazismo, dall'aggressione agli immigrati alla corte berlusconiana! Certo, si dà un tono culturale di vario genere, si definisce seguace del neopaganesimo, si interessa della storia precristiana e anche questa avrà un suo peso nel suo curriculum. Ma intanto fa uscire dei volumi con la casa editrice di estrema destra, Settimo sigillo, che pubblica in Italia testi esplicitamente antisemiti e filo naziste.

Ma, attenzione, durante il suo excursus anche Guli non si fa mancare niente. Collabora per esempio alla Fondazione Med Or/Medio Oriente come braccio di diplomatico della Leonardo. Trova il modo di mettere piede su tutto il bosco e il sottobosco, il coacervo di interessi economici politici che esistono in questo paese e che sono, in fondo, dietro l'ascesa della stessa Meloni.

Con la venuta della Meloni viene nominato da Sangiuliano come direttore del Maxxi dove mostra subito il suo taglio: il primo dibattito che organizza al Maxxi (che dovrebbe essere una delle maggiori istituzioni culturali di questo paese che dà onore a Roma) è con Sgarbi e Morgan. Poi si farà da autocritica, ma questo dibattito, dopo pochi minuti finisce a insulti a parlare di ***** e culi, dimostrando una clamorosa manifestazione oltre che di fascismo, di volgarità e sessismo da cui Giuli si smarca, dice che non è lui che l'ha organizzato.

Quindi la distanza tra la veste culturale di Giuli e quella di un Sangiuliano non è poi tanta, anche se le vesti si presentano estremamente diverse.

Partecipa quindi dal Foglio a Libero, che come si sa è il giornale più fascista, oltre che più volgare, al servizio di Meloni e Salvini, a secondo di quello dei due con cui è più a destra.

Ecco chi è il nuovo ministro, tutto dentro, quindi, all'universo fascista post fascista, moderno fascista con le sue venature più estreme e le sue culture di stampo reazionario e revisionista. Siamo passati da Sangiuliano a Giuli.

E’ inutile dire il tentativo disperato di costui di piazzarlo in televisione. Gli hanno dato ben tre trasmissioni da fare, oltre che ospitate un po’ su tutti i canali, non dico un giorno sì e un giorno no, ma una settimana sì e una no, a fare il difensore di ufficio acculturato delle scelte più più sbracatamente fascio-razziste, imperialiste, di questo governo. Queste tre trasmissioni sono state chiuse dopo una sola puntata o poco più, perché, oltre che essere indecenti, non erano ascoltate da nessuno e facevano parte della sottofeccia delle trasmissioni cosiddette “culturali” o di dibattito in questo paese.

Questo però fa curriculum con la Meloni, quanto più fai schifo, tanto più fa curriculum e diventi ministro. Questo è un fatto politico che deve interessare i proletari, le masse popolari o non è un fatto politico che non le deve interessare?

Secondo alcune parti - anche dell'estrema sinistra - non deve interessare, perché questo governo in sostanza è il solito governo.. non è fascista, non sono fascisti i suoi ministri, non si tratta di un'espressione della feccia del capitale imperialista e parassitario del nostro paese e quindi non è terreno né della denuncia politica né della lotta politica…... Tenere fuori i lavoratori da queste lotte è proprio ciò che vuole il governo!

E civetta con le opinioni del governo e dei suoi giornali che si tratta di gossip…..

Proletari comunisti, le sue organizzazioni, lo Slai Cobas per il sindacato di classe, il Movimento Femminista Proletario Rivoluzionario che per doppie ragioni sono pienamente in campo invece pensiamo che questa questione debba essere terreno della denuncia, della lotta politica e della campagna lunga per la caduta di questo governo.

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