giovedì 30 maggio 2024

pc 30 maggio - Ex Fiat Termini Imerese: si allungano ancora i tempi per la reindustrializzazione e… arrivano i cinesi?

 

I circa 800 operai fra ex Fiat (ex Blutec) e indotto devono ancora aspettare che la vertenza durata già 13 anni trovi una soluzione al più presto perché a novembre scadranno sia l’amministrazione straordinaria che la cassa integrazione.

I tempi si allungano perché l’assegnazione dell’area alla multinazionale di Pelligra è stata contestata da un’altra cordata di industriali, la Sciara Holding, che ha fatto ricorso al Tar del Lazio per presunte irregolarità, ma il Tar del Lazio ieri ha deciso di non essere competente e che del ricorso si dovrà decidere in Sicilia.

Nel frattempo, fra le chiacchiere rassicuranti dell’assessore alle attività produttive della Sicilia e quelle eternamente “preoccupate” dei sindacati confederali, proprio il Ministro Urso apre uno spiraglio ad altre possibilità grazie al fatto che “i produttori orientali stanno cercando siti dismessi in Europa. Li hanno trovati in Polonia e anche in Spagna alle porte di Barcellona” scrive il Gds di ieri, “Movimenti che sono sotto la lente del ministero del Made in Italy”. Da quel che riporta il quotidiano siciliano “lo

stesso ministro Adolfo Urso, lunedì a margine della firma del protocollo sui fondi Fsc, ha detto che: “Termini Imerese è un sito interessante che ha ancora una struttura capace di produrre auto … Le case automobilistiche, non solo cinesi, stanno visitando diversi siti produttivi del nostro Paese perché ritengono che possa essere particolarmente attrattivo per realizzare modelli innovativi … abbiamo una filiera della componentistica straordinaria e … c’è un ecosistema di università, centri di ricerca e designer che ha fatto nel tempo dell’auto italiana un modello in Europa. Ma – avverte Urso – ci sono due condizioni che abbiamo posto: deve produrre e non solo assembleare con la componentistica italiana e realizzare nel nostro Paese anche la parte sensibile e intelligente dell’auto. In maniera che le auto prodotte in Italia siano davvero made in Italy e composte con le componenti prodotte dalla filiera dell’automotive.”

Questa nuova possibilità che ha una base nella volontà dei produttori esteri, e in particolare i cinesi, di aprire fabbriche in Europa per conquistare anche questo mercato, si deve concretizzare prima possibile perché in questa perdita di tempo generalizzata, la vera urgenza per una soluzione è soprattutto quella degli operai che devono tornare a lavorare in fabbrica, e prima prendono nelle proprie mani la lotta e più possibilità ci sono che la battaglia dia esito positivo.

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