Da Corriere della sera di Torino
Torino, corteo pro Palestina e sinagoga blindata. Bruciata una immagine di Meloni con Netanyahu.
Simulato un bombardamento a Gaza mentre i bambini giocano a calcio. La Russa: «Solidarietà a Meloni»
corteo pro Palestina partito da largo Marconi, a San Salvario. Dopo gli scontri di giovedì pomeriggio in via Verdi, con 7 poliziotti feriti e 50 identificati, ancora accuse alla Rai «strumento di censura» e cori contro Israele e il governo italiano. Nel corteo presenti le bandiere di Cambiare Rotta, Potere al Popolo, USB e Rifondazione oltre ad anarchici ed antagonisti.
Nel mirino anche l'accordo Iren-Mekorot e la mancata creazione di «reali corridoi umanitari per la popolazione di Gaza».
Il corteo ha paralizzato il traffico in via Nizza ed è in piazza Castello il lungo serpentone che durante 3 ore di marcia, con notevoli disagi per il traffico in centro ha visto la partecipazione di un migliaio di persone. In via Po, a poca distanza dalla Rai, protetta dai blindati dei carabinieri il nuovo attacco alla televisione di Stato, salutato da una raffica di fischi: «Il direttore Rai ha chiesto scusa per le parole dette da Ghali a Sanremo è sintomo di un Paese che non accetta il dissenso».
In piazza Castello c'è stato un flash mob sotto i balconi della prefettura: è stato simulato un bombardamento a Gaza mentre i bambini giocano a calcio. Un gruppo di manifestanti ha bruciato un poster che ritraeva la stretta di mano fra la premier Giorgia Meloni e il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu.In centinaia in corteo per la Palestina, slogan e striscioni: “Israele assassino”
Martedì pomeriggio al presidio in via Verdi, davanti alla sede Rai, promosso da «Progetto Palestina libera» erano scoppiate alcune tensioni.
Lanci di bottiglie di vetro, bastoni e pietre contro le forze dell’ordine che hanno risposto con tre cariche. Una cinquantina di persone sono state identificate, tra cui anarchici e militanti del centro sociale Askatasuna. Sette agenti e alcuni manifestanti sono rimasti feriti.
Il corteo si è concluso con un flash mob di denuncia. «Noi lo
facciamo per finta, ma queste sono scene che si vedono quotidianamente a
Gaza», dice lo speaker. Due bambini giocano a calcio mentre altri due
mostrano un cartello: «Ridateci la nostra infanzia». Il sottofondo è il
rumore dei bombardamenti: delle donne piangono sui corpi dei morti,
altri cercano di riconoscerli. I medici e gli infermieri cercano di
soccorrere i feriti. I giornalisti documentano, un fotografo si accascia
colpito.
«A Gaza - recita un cartello - coloro che sono in vita sono lontani dal vivere».
Il
flash mob si è concluso con il gruppo che tiene alta una chiave: «È la
chiave della nostra casa. E la nostra casa è la Palestina. Torneremo
dopo 70 anni
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