lunedì 11 settembre 2023

pc 11 settembre - La lotta contro il moderno fascismo del governo Meloni è un'opportunità che i comunisti devono cogliere e subito

L'opportunità offerta dal passaggio moderno fascista del governo Meloni è una grande occasione per i comunisti per assumere il loro ruolo di avanguardia e di combattimento rispetto ai governi della borghesia e per riunire intorno a loro la classe operaia, le masse povere, forze democratiche, movimenti delle donne, movimenti territoriali, ecc.; trasformando la lotta contro il governo Meloni in nuova resistenza.

Il moderno fascismo, che nasce dentro la democrazia borghese, la sopravanza e assolve a compiti di emergenza storica legata alla crisi dell'imperialismo, al rapporto tra crisi e necessità di centralizzazione del potere politico in forme dittatoriale aperte, all'immiserimento delle masse, di tutte le masse, della classe. dei settori sociali poveri che vengono ulteriormente impoveriti e di cancellazione di ogni ostacolo per una gestione del potere corrispondente alla crisi, alla guerra, ecc.
Cancellazione di ogni ostacolo significa cancellazione alla fin fine della funzione stessa del parlamento, delle Istituzioni, della magistratura, della televisione, del cinema, che deve essere tutto compattato nell'interesse della nazione, imperialista dentro la guerra. 

E' la borghesia che cancella tutto ciò che è formalmente democratico borghese, formalmente costituzionale, per non aver vincoli. 

La riforma della Costituzione è come la legge sugli appalti: siccome gli appalti devono essere gestiti in una certa maniera allora ci vuole una legge che li sveltisca e li sburocratizzi, che significa mano libera a

chi li ottiene, messa in mora delle leggi sulla sicurezza, sui salari, ecc., con effetti immediati e futuri in termini di aumento dello sfruttamento, riduzione dei salari, morti sul lavoro. 

La riforma Costituzionale e la attuazione del moderno fascismo in Italia è la stessa cosa.

In questo contesto, come la legge sugli appalti è contro la legislazione sul lavoro, è contro la funzione degli Ispettori, cancella il cosiddetto "contenzioso giudiziario", ecc,; a livello di governo e di potere dello Stato significa: cancellare il parlamento per passare dal governo per decreto al decreto punto e basta, passare dalla magistratura che non deve fare sentenze contro padroni, politici, ad una magistratura che non è magistratura; e così su tutto il resto; mentre il consenso delle masse viene condotto col populismo reazionario, con la trasformazione di ogni problema delle masse in problema di ordine pubblico e di regime. E anche questo vale su tutte le questioni. Da un lato questo sistema crea i femminicidi, da un lato questo governo li teorizza come pratica normale, e dall'altro affronta l'emergenza sociale dei femminicidi, degli stupri con tutto un apparato di leggi che vanno a reprimere ogni forma di libertà, a farne un'occasione per potenziare lo stato di polizia; quindi più ti lamenti per i femminicidi, stupri e più ti imprigionano. E siccome i femminicidi continuano, andrà a finire che più combatti i femminicidi e più saranno messe in galera le femministe che lottano.

Ma, ripetiamo, questa situazione è un'opportunità per i comunisti per combattere la vera natura dello Stato e per interpretare tutte le esigenze di ribellione, rivolte sociali e indirizzarle contro il governo; in una dimensione per cui, siccome il governo risponde con lo stato di polizia, col moderno fascismo, non può che essere uno scontro politico militante. 

Il processo di moderno fascismo in corso è un processo fragile, che punta a conquistare tramite l'azione dall'alto il consenso delle masse o a dare una interpretazione al dissenso delle masse incanalandolo lungo la strada del consenso al governo. Si tratta di un'operazione grave e totalitaria, che richiede l'esercizio della forza, che richiede l'esercito "nero", la fascistizzazione della polizia, lo squadrismo, i gruppi paramilitare. Rispetto al fascismo di Mussolini tutto questo c'era e poi fu santificato dall'alto con l'ascesa al governo; oggi invece è come se hanno cominciato dalla fine. Sono andati al governo i fascisti senza che questi avessero fatto i fascisti. A fascisti che sono "quattro gatti", non superano nazionalmente come opinione un centomila persone e come militanti la metà, hanno dato tutto il potere dello Stato. Quindi è un governo formalmente forte perchè controlla lo Stato, ma in realtà estremamente fragile. D'altra parte non dimentichiamo che si tratta di un governo votato da un'estrema minoranza del nostro popolo. Per questo c'è l'urgenza di fare riforme istituzionali.

Noi dobbiamo chiarire che questo governo è fascista e tutti quelli che dicono che non è fascista sono stupidi, indipendentemente se appartengono all'area dei partiti parlamentari o delle organizzazioni rivoluzionarie. 

Questo governo Meloni non ha niente a che fare col governo Draghi, nè con i suoi ministri, con la politica, con la gestione delle relazioni internazionali, ecc. Draghi poteva dire: No al salario minimo, Meloni dice: NO al salario minimo, ma sono due cose diverse. Draghi lo diceva perchè il salario minimo era incompatibile con i conti pubblici, interessi dell'Europa, ecc.; per il governo Meloni il salario minimo non si può dare perchè è "di sinistra", chi dice che vuole il salario minimo è "di sinistra", e i fascisti li devono cancellare, perchè "è arrivato il momento nostro", "abbiamo subito per tanti anni". Per questo chiedere il salario minimo è un "crimine" per questo governo.

In questa differenza, da un lato c'è un fatto negativo, che tu chiedi il salario minimo e loro tra poco faranno intervenire l'esercito; dall'altro c'è un fatto positivo. E' l'opportunità di trasformare ogni richiesta delle masse, ogni dissenso in potenziale rivolta contro il governo. E siccome il governo la mette giù dura, i disoccupati di Napoli, per esempio, che già sono abituati a doversi scontrare in ogni manifestazione con la polizia, se ne faranno una ragione, e avranno solo due strade: o farsi kilometri per avere la "tessera del pane", o scegliere la strada di "bruciare", bloccare tutto. Tante masse si troveranno di fronte a questo bivio.
Chi dice: "va bene, ma ci vogliono risultati tangibili..."; allora mettiti in fila a cercare la "tessera per il pane"...  
Dicono i mass media: "c'è gente che soffia sul fuoco"... Ma noi dobbiamo "soffiare sul fuoco"! 10/100 scintille di fuochi si accendano; e i comunisti devono essere l'organizzazione dei "soffiatori sul fuoco" e ci uniamo a tutti coloro che vogliono "soffiare sul fuoco". 
Chi invece vuole 'spiegare alle masse...', non ci interessa. Ci interessa chi ha capito la situazione, e questo sia se sono avanguardie operaie o precarie, sia se sono gruppi rivoluzionari, ecc. che combinano l'attività agitatoria che consiste nel "soffiare sul fuoco" con la propaganda che spiega continuamente perchè solo "soffiando sul fuoco" si può ottenere qualcosa, si può indebolire l'azione del governo. 

Ripetiamo, questo governo sembra forte ma in realtà è un governo dai piedi di argilla, i suoi ministri sono una banda di "scalzacani". Nessun governo finora è stato così. E' come il governo Tambroni, solo che, per Tambroni, appena si capì cosa era, quel governo fu fatto cadere dalla lotta dei proletari e delle masse. Ora non c'è questa situazione a livello di massa. Ma una cosa è che tra le masse per comprendere cosa è questo governo ci vuole tempo, altra cosa è che ci sono organizzazioni che dicono che il governo Meloni non è fatto da fascisti; e con queste la contraddizione è antagonista.
Con questi gruppi, con questi compagni può sembrare a volte che diciamo le stesse cose ma in realtà diciamo cose diametralmente opposte.

Ricordiamo l'aneddoto di Lenin che dopo il Congresso incontra nel treno un compagno che gli dice: compagno, ho seguito tutto. Devo dire che sono completamente d'accordo con te... Ho solo un problema: non sono d'accordo su ciò che hai detto sull'organizzazione...; Lenin lo guarda e dice: vedi che io e te non siamo d'accordo su niente; gli gira le spalle e se ne va.

Quindi, in questa situazione in cui la nostra posizione può essere nitida e netta, l'ultima cosa che dobbiamo fare è travestirla, annacquarla, cercare il consenso, ecc. 

Noi dobbiamo fare come ha fatto l'MFPR in occasione della manifestazione del 25 novembre dell'anno scorso: piccolo gruppo compatto che mette sul tappeto la parola d'ordine di rottura che rappresenta da un lato in maniera chiara il tipo di denuncia del governo, come lo consideriamo, dall'altro rappresenta il tipo di azione che noi intendiamo fare contro il governo: "ti mangiamo il cuore".
Quella manifestazione ha dimostrato che in una manifestazione di 150 mila persone, poche decine di compagne sono in grado di tracciare una chiara discriminante, di incitare contro i nemici, e di acquisire un vantaggio, vantaggio strategico e tattico, di chiarezza e indicazione. 
Se siamo riusciti a farlo in una manifestazione di 150mila persone, dobbiamo riuscire a farlo nella quotidianità in cui le manifestazioni sono al massimo di qualche centinaio o di poche migliaia di persone. 

Con questo governo questo si può fare, perchè questo governo è debole; è debole ora, poi diventerà forte, sfornando leggi repressive. Ed è evidente che se diamo a questo governo la possibilità di consolidarsi, fare leggi, metterli in pratica, di strutturare la polizia, la magistratura, ecc., poi il "cittadino" dirà che è d'accordo con la Meloni. Questo origina la necessità di fare presto, cioè di attivare tutte le forme di protesta, di guadagnare terreno. Ora ce lo puoi fare, dopo con un processo dall'alto verso il basso non lo potrai fare facilmente. 

Questo è esattamente il contrario dell'opportunista che pensa che "mancano le condizioni... è complicato". Ma guarda - gli diciamo noi - che ora è facile, dopo diventerà complicato. 

La nostra linea è agire subito, cercando continuamente di non farlo da soli.

La Controinformazione rossoperaia è la voce di questo tipo di prassi. Quindi, non parla a tutti, non ha lo scopo di essere ecumenico (ecumenico è nella scelta dei temi), ma parla perchè ha bisogno di dare voce all'azione e di trasformare via via la voce parlata in fatti, organizzazione. 

Più perdiamo tempo nell'affrontare la situazione e sempre di più "mancheranno le condizioni". Oggi invece ci sono le condizioni. Poi ad ogni cambio di condizioni dobbiamo far corrispondere la linea di massa. La linea che si porta alle masse, si verifica sulla base di ciò che succede tra le masse, si modifica, si aggiusta, alcune cose per noi sono importanti ma non ancora per le masse, ecc.; Certo, ci sono tante contraddizioni, ma se fai; se non fai non hai diritto di parola.
 
Chi pensa che agli operai bisogna parlare solo del salario e non per esempio di Cospito, è semplicemente un inguaribile economista, che non conosce la classe operaia e vive sulla luna, mentre pretende di essere concreto. 
La campagna su Cospito ha dimostrato che 200 compagni determinati, in una campagna giusta sono in grado di accendere i fuochi in 10/100 città e di raccogliere intorno a sè altre centinaia di compagni e far diventare quella battaglia la principale nel paese. 
Contro questo governo, queste battaglie si possono fare molto meglio e si può ottenere molto di più anche con piccoli numeri  

La Controinformazione rossoperaia ha lanciato questo tipo di lavoro, ora bisogna farlo in maniera organizzata e sistematica, e facendola la verifichiamo.

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