giovedì 11 marzo 2021

pc 11 marzo - LA PANDEMIA SCARICATA SU LAVORATORI E MASSE POPOLARI FA INVECE SLITTARE IN ALTO I PROFITTI DEL CAPITALE

Non siamo affatto "tutti sulla stessa barca"! La crisi/pandemia per i lavoratori, per le masse popolari ha significato e significa licenziamenti, perdita di salari, reddito, cadere nella miseria, per i grandi capitalisti sta significando sia un trampolino di lancio per risalire nella produzione e nei profitti, sia essa una fonte rilevante di guadagno (leggi sotto la situazione nella grande distribuzione). 
E le due cose sono chiaramente collegate. I nuovi profitti sono possibili perchè vi è stato un taglio, in nome della pandemia, al costo del lavoro, che tradotto vuol dire da un lato meno operai ma più sfruttati, meno costi salariali, dall'altro più sgravi fiscali, più sostegni economici, più contributi da parte del governo e dello Stato. 
Poi c'è il settore della produzione militare (come si può leggere sotto per la Leonardo) che non è mai andato in crisi; anzi ha aumentato nettamente i suoi affari grazie ai più consolidati rapporti dell'imperialismo italiano, con i governi Conte/Di Maio, e ora Draghi, con i regimi più assassini, come l'Egitto. 
E' chiaro, inoltre, che per la legge del capitale, per cui il grande si mangia i piccoli, la crisi/pandemia ha portato anche ad una sorta di ripulitura/selezione; per cui i fallimenti, le crisi di alcune aziende spesso in alcuni settori vanno di pari passo con lo sviluppo dei grandi capitali. 
E su questo non ci sono lamenti dei piccoli e medi che possono essere giustificati: è il capitale, bellezza!
Ma, il capitale, non vuole essere disturbato in questa ripresa. E su questo sono principalmente le forze repressive dello Stato borghese che devono adoperarsi: da qui l'intensificazione dell'azione criminale delle Forze dell'ordine, che vogliono, illudendosi, soffocare subito con cariche, arresti, denunce, fermi, ecc. scioperi, lotte dei lavoratori più colpiti dalla crisi/pandemia. 
Ma c'è anche l'altra arma di contenimento della inevitabile protesta dei lavoratori: l'azione dei sindacati confederali, che usano verso i lavoratori una "carota" sempre più marcia.

Per gli operai, i lavoratori più coscienti, per gli elementi avanzati delle masse questa situazione deve essere l'occasione per sgomberare il campo da ogni illusione riformista, per far avanzare la comprensione, soprattutto pratica, che occorre trasformare la lotta sindacale in guerra di classe, in lotta politica contro l'intero sistema dei padroni.

pc

ALCUNI DATI EMBLEMATICI 

La produzione industriale torna a risalire. Secondo l'Ocse la produzione mondiale dovrebbe raggiungere i livelli pre-pandemici entro la metà del 2021. Alla testa del nuovo boom sono gli Stati Uniti: dopo il -3,5% del 2020, il Pil è indicato in aumento del 6,5% nel 2021, 3 punti percentuali in più rispetto a dicembre. La Cina, unica tra le grandi economie a non essere andata in recessione nel 2020, dovrebbe crescere del 7,8% quest’anno e del 4,9% nel 2022.
Ma anche l'Italia va in risalita. Sempre l’Ocse stima un aumento del 4,1% del Pil per quest’anno, più delle previsioni di Bankitalia e del Fondo monetario internazionale. A gennaio la produzione industriale è tornata a salire dell’1% su dicembre, dopo il crollo dell’11,4% nel 2020, "una congiuntura positiva diffusa a tutti i comparti, ad eccezione dell’energia". Per una volta le stime sull’Italia superano quelle per l’intera Eurozona, per la quale l’Ocse prevede una crescita media del 3,9% . L’Italia fa meglio perfino della Germania, che dovrebbe crescere del 3% quest’anno e del 3,7% nel 2022.

Ma anche la grande distribuzione aumenta i suoi utili. Aumento di vendite anche on line per l'effetto della pandemia.
Il 2020 ha visto quindi le vendite del comparto aumentare salire del 5%, di cui l’1% attribuibile al boom del canale online. Più di tutti sono cresciuti i discount, che hanno messo a segno l’8,7%, e i super, con il 6,8%. L’intero sistema però, si legge nello studio, dovrebbe ripiegare quest’anno dell’1,6% portando quindi lo sviluppo in un biennio del 3,3%. Per l’e-commerce si prevede invece un’altra forte spinta del 60%. 
In forte crescita la quota di mercato dei top 5 del settore, passata fra il 2015 e il 2019 dal 52,8% al 57,5%. Conad è passata in testa per quota di mercato con il 14,8% dopo l’acquisto delle rete italiana di Auchan, seguita da Selex (con il consorzio Sun) che detiene il 13,7%, quindi Coop con il 12,9%, Esselunga con il 9,3% e Vegé (a cui si è unito Bennet) con il 6,8%... le associazioni di dettaglianti hanno registrato uno scatto ed è già in atto nel settore un certo consolidamento. Tendenza che, secondo gli analisti, considerate le posizioni dei leader all’estero, verrà confermata con altre operazioni di aggregazione.
Prima per utili cumulati nel quinquennio 2015-2019 è Supermarkets italiani, cioè Esselunga, con risultati netti complessivi pari a 1,3 miliardi, seguita da Eurospin con un miliardo, Conad con 879 milioni, Vegé con 839 e Selex con 738. Numero uno per redditività industriale è invece la catena di discount Eurospin con il 20,2%; mentre Esselunga ha il primato mondiale per vendite al metro quadro con 15.913 euro. 

Settore produzione militare: Leonardo, ordini e ricavi da pre covid - (da Sole 24 ore) - Malgrado il rallentamento imposto dalla pandemia e la crisi dell’aeronautica commerciale, le avversità sono state in parte compensate perché «il business militare e governativo si è dimostrato resiliente»... ccezionali incassi dell’ultimo trimestre, saliti dell’80,8% a 2.636 milioni... ci sono stati incassi importanti per l’avanzamento della produzione degli Eurofighter per il Kuwait, le cui prime consegne sono slittate a quest’anno. Al «boom» hanno contribuito anche i versamenti dell’Egitto per le due fregate vendute da Fincantieri, con armamenti e sistemi di Leonardo..."

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