lunedì 27 agosto 2018

pc 27 agosto - Diversi artisti siciliani prendono posizione contro il razzismo del governo "Catania un esempio per tutta Italia"

A suonare la sveglia quotidiana, ieri, è stato un tweet di Ficarra e Picone: «Cortesemente... adesso #fateliscendere». Il duo comico palermitano ha guidato ieri le file anti-blocco del mondo artistico. «Ovviamente siamo tutti d’accordo, come potrebbe essere diversamente?», si allinea Lello Analfino, leader dei Tinturia. Che sottolinea: «Mi voglio esporre, eccome. La Sicilia appartiene a un’ideale repubblica marinara, e la prima regola di una repubblica marinara è di non lasciare uomini in mare. Le vite umane prescindono da tutti questi discorsi di lana caprina: c’è qualcuno che vuole insinuare il timore del diverso, ma non è solo una questione di razzismo. L’Italia è in piena decadenza su razzismo, maschilismo... una deriva ampia». Scatenata, Analfino non ha dubbi, da «qualche cafonauta che a torso nudo rilascia dichiarazioni sull’Italia». Sicilia docet: «Quello siciliano è un popolo che ha fatto dell’ospitalità la propria ragione di vita».

«Mi ha molto scosso vedere uomini immobilizzati lì — dice l’attrice catanese Manuela Ventura — ma sono felice che da Catania sia partito, come una grande eco, un presidio permanente che deve essere d’esempio per tutta l’Italia. La solidarietà verso i migranti la sento come un dovere davanti a fatti di attualità che riguardano ognuno di noi. Al contrario, mi fa paura pensare che qualcuno pensi che anche un solo gesto non basti».
Solidarietà significa anche alzare la voce per mettere in discussione la politica. «A volte basta solo una voce, altre volte solo quella non basta — commenta l’attore Maurizio Bologna — spesso mi sento inerme davanti al silenzio di certe persone che non vogliono comprendere. Ma non bisogna mai mollare». Non fermarsi per «non sentirsi fuori tempo — gli fa eco Peppe Cubeta, dello storico gruppo siracusano Qbeta — Assurdo vedere una nave bloccata in un porto che per definizione dovrebbe essere luogo di movimento. Questo tempo non mi appartiene. Siamo tutti abitanti del mondo».

«Sono depresso», incalza Ninni Bruschetta, ricalcando uno dei suoi personaggi più noti, il
Duccio di “Boris”. E insiste: «Parlare di una cosa così è solo deprimente: abbiamo il crimine al governo. Parliamo di 150 persone: una bazzecola in confronto al flusso migratorio storico». Bruschetta non ha dubbi: «Una sceneggiata volgare, violenta, razzista, che sposta l’attenzione dalle cose più urgenti, dalle loro incapacità: li vedremo con la Finanziaria. Intanto Salvini si fa pubblicità sulle spalle di queste persone». «Qualsiasi misura gentile ha un peso e davanti alle scene di dolore dei migranti fermi al porto di Catania non si può stare indifferenti. Scuotere le coscienze è una questione di responsabilità»: commenta così il caso della nave Diciotti l’attrice catanese Manuela Ventura, che nella sua attività artistica di cinema e teatro si è ritrovata anche a interpretare il ruolo di un’emigrante, dalla Sicilia degli anni Sessanta verso il Nord Italia, in cerca di riscatto, nella fiction Rai “Questo nostro amore”. Da catanese ha guardato amareggiata le immagini del porto con la nave militare bloccata e i migranti a bordo. «Se c’è un contributo che ognuno di noi può dare — dice — è la partecipazione collettiva che alza la voce davanti a una politica sorda». Ed è proprio il porto della sua città, per lei simbolo di libertà e conforto, che Ventura non riesce a immaginare come prigione.



http://palermo.repubblica.it/cronaca/2018/08/26/news/razzismo_artisti_e_cantanti_si_mobilitano_la_sicilia_accoglie_-204929376/


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