«Mi ha molto scosso vedere uomini immobilizzati lì — dice l’attrice catanese Manuela Ventura — ma sono felice che da Catania sia partito, come una grande eco, un presidio permanente che deve essere d’esempio per tutta l’Italia. La solidarietà verso i migranti la sento come un dovere davanti a fatti di attualità che riguardano ognuno di noi. Al contrario, mi fa paura pensare che qualcuno pensi che anche un solo gesto non basti».
«Sono depresso», incalza Ninni Bruschetta, ricalcando uno dei suoi personaggi più noti, il
Duccio di “Boris”. E insiste: «Parlare di una cosa così è solo deprimente: abbiamo il crimine al governo. Parliamo di 150 persone: una bazzecola in confronto al flusso migratorio storico». Bruschetta non ha dubbi: «Una sceneggiata volgare, violenta, razzista, che sposta l’attenzione dalle cose più urgenti, dalle loro incapacità: li vedremo con la Finanziaria. Intanto Salvini si fa pubblicità sulle spalle di queste persone». «Qualsiasi misura gentile ha un peso e davanti alle scene di dolore dei migranti fermi al porto di Catania non si può stare indifferenti. Scuotere le coscienze è una questione di responsabilità»: commenta così il caso della nave Diciotti l’attrice catanese Manuela Ventura, che nella sua attività artistica di cinema e teatro si è ritrovata anche a interpretare il ruolo di un’emigrante, dalla Sicilia degli anni Sessanta verso il Nord Italia, in cerca di riscatto, nella fiction Rai “Questo nostro amore”. Da catanese ha guardato amareggiata le immagini del porto con la nave militare bloccata e i migranti a bordo. «Se c’è un contributo che ognuno di noi può dare — dice — è la partecipazione collettiva che alza la voce davanti a una politica sorda». Ed è proprio il porto della sua città, per lei simbolo di libertà e conforto, che Ventura non riesce a immaginare come prigione.
http://palermo.repubblica.it/cronaca/2018/08/26/news/razzismo_artisti_e_cantanti_si_mobilitano_la_sicilia_accoglie_-204929376/
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